Ricostruzione, l’appello dei tecnici
“Troppi vincoli: così si va a rilento”

SISMA - Dopo l'annunciato addio del commissario straordinario Errani, gli ordini degli ingegneri, architetti e geometri fanno fronte comune per essere coinvolti nelle decisioni: "Conosciamo il territorio, nel cratere ci siamo noi, quindi non possono ignorare le nostre competenze"

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Marcello Seri, Maurizio Paulini, Vittorio Lanciani e Paola Passeri

 

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Vittorio Lanciani e Paola Passeri

 

di Gabriele Censi

“Nel cratere ci siamo noi e debbono ascoltarci”. Gli ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geometri della provincia di Macerata, con la presenza di rappresentanti degli ordini delle altre province marchigiane lanciano l’appello. Destinatario il prossimo commissario che sostituirà Errani. Maurizio Paulini, presidente degli ingegneri, Vittorio Lanciani, presidente degli architetti, Paola Passeri, presidente dei geometri di Macerata e Marcello Seri, presidente del collegio di Camerino, parlano con una voce sola. “E’ la prima volta che ci presentiamo in modo unitario e non sarà l’ultima”, annunciano facendo il punto ad un anno dal primo sisma. E già da un  mese pronto il documento redatto unitariamente con le proposte per il miglioramento del processo di ricostruzione degli edifici privati. Alcune come la proroga delle scadenza sono state recepite, poi ci sono una serie di suggerimenti tecnici. “L’osservatorio sulla ricostruzione ha aperto una finestra e noi ci siamo inseriti – ha detto Lanciani – serve una pianificazione non solo per gli edifici privati ma anche per i beni culturali”. “Il lavoro fatto non vada perso, con il cambio di commissario speriamo sia mantenuta la promessa di ascolto” dice Passeri.

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Marcello Seri

 

Nella provincia di  Macerata ci sono il 52% dei danni dell’intero cratere. I professionisti nella loro analisi critica partono dalle norme: “L’impianto affida un ruolo centrale ai professionisti che, di fatto, sono il motore della ricostruzione che si conclude, in ogni intervento, con la dichiarazione di ritrovata agibilità dell’immobile. È questo l’aspetto fondamentale della ricostruzione, in relazione al quale gli ingegneri, gli architetti ed i geometri rivendicano competenze ed autonomia tecnica di giudizio”.  Sono troppi i vincoli burocratici inseriti  “che non facilitano di certo l’attività professionale, anche le  logiche  legate a legalità, trasparenza e garanzia, che assolutamente condividiamo nello spirito, così come attualmente impostate – aggiungono – rallentano fortemente l’operatività e la velocità di intervento. L’incertezza della determinazione del contributo e soprattutto quando esso può essere revocato costituiscono le principali tensioni nel rapporto tra tecnico e committente a tal punto da non avere al momento quotazione come rischio specifico in nessuna polizza assicurativa di  rischi professionali”.

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“Nella gestione del sisma- insistono con riferimento al commissario  uscente-  fino ad ora la struttura commissariale ha, purtroppo, considerato i professionisti mera  manovalanza tecnica , limitando la possibilità di partecipare ad una migliore definizione delle varie disposizioni normative. Questo non solo nelle scelte strategiche, ma disattendendo ogni tentativo di feedback, di contraddittorio critico e preventivo con chi redige le Ordinanze ed inoltre con gli Uffici Speciali della Ricostruzione per la loro applicazione. A distanza di un anno avvertiamo più che mai necessaria una ricostruzione sociale, identitaria ed economica del territorio che dia anima agli interventi sui singoli edifici. Diversamente, questi ultimi rimarranno testimonianza senza vita di capacità tecniche di intervento, senza un futuro”.

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Maurizio Paulini

 

Non per forza dov’era com’era, ma valutazione caso per caso: “Siamo pronti ad offrire la capacità professionale di sintetizzare una visione globale delle problematiche legate alla ricostruzione che non può limitarsi a scelte tecnicistiche spesso anche in contrasto con la storia dei nostri insediamenti. Il ruolo dei tecnici del territorio non può essere disconosciuto. Non può esserlo in virtù della profonda conoscenza del territorio. Memoria di decenni di attività edilizia professionale, i tecnici sono stati protagonisti dell’esperienza del sisma del 1997 e, rispetto ai quattro grandi terremoti registrati nel 2016 che non hanno causato vittime, hanno valutato criticamente i danni al patrimonio immobiliare grazie all’amplissima partecipazione nella fase di emergenza, tutt’ora in corso, con le rilevazioni Fast e Aedes. Tutta questa esperienza e conoscenza non possono essere più ignorate”.

L’appello finale è ad accogliere i suggerimeti redatti sul testo della “Rete Professioni Tecniche” che presentata a livello nazionale ha avuto il contributo fondamentale degli ordini provinciali di Macerata: “Lo faccia subito Errani e dalla futura governance ci aspettiamo l’ascolto sugli altri argomenti che vanno dalla pianificazione in emergenza ai beni culturali, dagli appalti ai concorsi in emergenza, alle competenze professionali, al ruolo delle università”.

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