Un appello accorato dei genitori del comitato “Scuole sicure Centro Italia”, tra cui le mamme e i papà di “Scuole sicure di San Severino”, è stato inviato al Garante nazionale dell’infanzia, a Save the Children Italia, all’eurodeputato Laura Agea. “Quello che sta avvenendo in centro Italia è qualcosa di poco noto e difficile da raccontare – scrivono i genitori – E’ un’inesorabile storia di mancata prevenzione, poca lungimiranza e completa assenza di tutela dei minori. Tutte queste leggi e la macchina lenta della burocrazia raccontavano, indicavano e soprattutto ordinavano che il primo sguardo, i primi interventi e la più attenta analisi, andasse posta agli istituti sensibili quali le scuole. Dentro le scuole in Italia sono morti troppi nostri pezzi di futuro. Dentro le scuole non sicure, non a norma, nonostante insistenti in territori valutati sismici, sono morti bambini, ragazzi e studenti”.
“Ora qui, in centro Italia siamo al paradosso – continua il comitato – siamo arrivati al completo ottundimento della macchina burocratica e politica. I bambini devono andare a scuola, è un loro diritto e un loro dovere. Ma sono costretti ad andare a scuola in strutture non sicure, non valutate nella vulnerabilità sismica e completamente abbandonati al rimpallo di responsabilità e alla scusa, che mai può essere più importante dell’incolumità di giovani vite, della mancanza di soldi per intervenire”. I genitori chiedono tutela e sicurezza per le scuole dove vanno i propri figli: “A scrivere questo appello accorato e deciso, siamo noi genitori, lasciati inascoltati a struggerci le prime cinque ore del mattino, con la speranza che la terra non tremi, a continuare a pregare affinché i terremoti se devono continuare a tartassarci, lo facciano nelle domeniche o di notte. Non vogliamo delegare la vita dei nostri figli al pressapochismo. Non vogliamo sentirci dire “state sicuri”, senza nessun dato ad avvalorare queste continue esortazioni. Sì, perché i nostri figli di notte sognano la terra che trema e spesso svegliati dagli incubi, ci chiedono di rimanere a casa. I nostri figli, passano la loro vita scolastica, in plessi non sicuri e difficilmente evacuabili”.
Il comitato chiede una svolta alla politica: “Allora, siccome nessuno ci risponde e il nostro obbligo rimane quello di portare i figli in edifici pericolosissimi, vorremmo che qualcuno che abbia a cuore il futuro di questa terra dilaniata, rivolgesse un ordine perentorio a chi si sottrae da troppo tempo alle proprie responsabilità. Siamo stanchi di piangere davanti alle macerie. Siamo stanchi di sentir gestire le emergenze. I nostri figli hanno il diritto alla prevenzione. Niente di difficile o di utopico. È il 2017. Abbiamo tutti gli strumenti affinché questo accada. La tutela dei nostri figli, del loro diritto allo studio e alla salute va ribadita oggi stravolgendo il concetto di recupero o di adeguamento. I ragazzi in zone sismiche devono stare in strutture antisismiche davvero (le costruzioni giapponesi ne sono la prova) e la tutela deve essere ribadita nel controllo totale della messa in atto della costruzioni di questi nuovi e innovativi edifici, il controllo nelle gare d’appalto, nell’uso dei materiali, nella previa microzonazione per la scelta del terreno in cui insistere. I nostri fanciulli, i nostri ragazzi, i nostri bambini vanno tutelati utilizzando la meritocrazia, l’eccellenza e l’amore”.
(Mo. Or)
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Sono assolutamente d’accordo. Nonostante l’obbligo normativo, nelle nostre vecchie scuole nessuno ha mai valutato la vulnerabilità sismica. Prevenzione e sicurezza sono soltanto due belle parole contenute nelle leggi Italiane che le Amministrazioni pubbliche non rispettano. Valutare la pericolosità di un edificio, in cui 200-300 bambini trascorrono gran parte della propria giornata, costa, pertanto si preferisce spendere su altre iniziative più popolari, che incontrano il consenso della gente. Mi auguro che la nostra Amministrazione possa presto smentirmi, mettendo la sicurezza dei nostri bambini al primo posto.