di Donatella Donati
Una delle iniziative più intelligenti dell’amministrazione provinciale di Macerata è stata la creazione del sistema museale costituito il 18 gennaio 2002 con lo scopo di creare una rete di collegamento e di scambio tra tutti i musei piccoli e grandi presenti sul territorio. L’obiettivo di conoscere, di dare regole comuni per la gestione, di collegarli ad itinerari turistici paesaggistici e culturali è stato parzialmente raggiunto attraverso la collaborazione con i Comuni, le Diocesi e altre istituzioni proprietarie di raccolte interessanti. Si è costituito anche un fondo per agevolare l’apertura di quei musei che non potevano contare su un personale fisso e per valorizzare attraverso pubblicazioni e depliant l’intero patrimonio provinciale. La gestione del sistema fu affidata ai rappresentanti di quelle realtà a titolo puramente gratuito mentre al dirigente generale fu assegnato il compenso lordo annuo di 11 mila euro. Dall’inizio è stato riconfermato sempre nella qualità di direttore Roberto Perna e il suo nome risulta sia nel sito del sistema museale sia nel sito del Comune di Macerata del 2016 mentre i componenti del cda ultimamente sono stati cambiati, come risulta dai rispettivi siti.
Ci chiediamo come mai i Comuni del cratere della provincia di Macerata in possesso di tante importanti opere d’arte che il crollo (o la loro eventualità) di chiese e musei ha messo a rischio non abbiano sentito la necessità di rivolgersi a un sistema museale già strutturato e non abbiano chiesto al suo dirigente di intervenire per risolvere importanti problemi di sistemazione delle opere e di assegnazione di alcune di esse ad un opportuno restauro ufficiale. Si è scavalcata un’istituzione consolidata per ricorrere ai soliti opportunisti che della situazione di disagio di opere d’arte si approfittano e si fanno sempre avanti senza concordare una politica complessiva di interventi. Potrei aggiungere che tra gli esperti regionali c’è anche Stefano Papetti, direttore del museo di Ascoli, il cui nome non viene mai citato forse per la discrezione del suo comportamento. La Soprintendenza artistica regionale quando non si serve dei soliti burocrati ha persone illustri con le quali consultarsi e non escluderei il professor Antonio Paolucci che ama molto le Marche, che ha contribuito al salvataggio delle opere d’arte durante la guerra e che ha da poco lasciato la direzione dei Musei Vaticani.
Ritorniamo al sistema museale. Il direttore Perna mi ha gentilmente concesso un’intervista per fare il punto sulla situazione attuale dell’associazione per iniziativa della quale è stato prodotto un catalogo generale dei monumenti architettonici della nostra provincia e sono state individuate e schedate ben 5.208 opere che rientrano nell’ambito dell’architettura, dalla semplice fontana, al palazzo, ai teatri. La redazione del catalogo è stata finanziata dalla Regione e affidata ad un coordinatore,, l’architetto Mauro Compagnucci, che a sua volta si è servito di alcuni collaboratori, gli architetti Gabor Bonifazi (scomparso qualche tempo fa), Luca Cristini e Stefano D’Amico. Quest’ultimo mi ha raccontato molti particolari sul lavoro fatto seguendo un sistema di schedatura nazionale con arricchimento di foto e di dati storici. Il catalogo è stato consegnato anche alla soprintendenza regionale e alla direzione della protezione civile costituendo un materiale molto utile per l’indagine, la conservazione, il restauro e l’eventuale ricostruzione. Si tratta di un’opera dalla quale lo stesso architetto Mauro Compagnucci ha ricavato uno studio molto interessante pubblicato dalla Quodlibet sull’aspetto storico della conservazione, una specie di catalogo dei cataloghi. Siamo in possesso perciò di un utilissimo strumento per mettere mano alla ricostruzione, per valutare le scelte da fare e compararne l’utilità. Secondo Perna quando l’associazione ha incontrato la difficoltà del cambio di competenze della Provincia era già in atto il progetto di catalogare anche le opere artistiche di cui si è fatta solo una indagine preventiva.
Sicuramente se si riuscirà a ridare l’ iniziativa all’associazione, ormai esclusa dalla gestione provinciale, si potrà fare molto per aiutare i proprietari di beni artistici tanto importanti a seguire il loro restauro e a ridare loro una collocazione che se in qualche caso non potrà essere quella originaria sia degna però della loro storia. Questa situazione che riguarda il Sistema museale è un’altra dimostrazione della mancanza di colloquio tra le istituzioni causa in Italia di tanti guai alcuni dei quali gravissimi, lo stiamo sperimentando proprio in questi giorni in cui competenze diverse assegnate a varie istituzioni non siano riuscite a mettere in sicurezza luoghi e persone e perché no anche animali come sta capitando ai pastori della nostra provincia.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati