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Torre in attesa della messa in sicurezza,
panificio costretto a chiudere

SAN SEVERINO - Marco Rossi, sfollato e titolare del forno nella frazione di Carpignano, ha dovuto sospendere la sua attività. "La mia famiglia ha tre case, tutte in zone rosse. Se ci tolgono anche il lavoro non si può andare avanti". Il sindaco Rosa Piermattei: "Nessun cittadino sarà lasciato solo"

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La torre parzialmente crollata

La torre parzialmente crollata

 

di Leonardo Giorgi

Torre del castello a rischio crollo, il panificio nelle vicinanze è costretto a sospendere le attività. E’ la storia di Marco Rossi, titolare del forno in frazione Carpignano di San Severino, sgomberato dal Comune perché situato di fronte alla struttura medievale. Il castello di Carpignano è stato pesantemente lesionato in seguito al terremoto del 30 ottobre ed è in attesa di essere messo in sicurezza. Nel frattempo però l’attività di Rossi è stata costretta a chiudere, poiché un eventuale crollo della torre già danneggiata metterebbe in pericolo le persone residenti sul posto. Insieme al forno, anche tre abitazioni sono state sgomberate. «L’intervento di messa in sicurezza della torre è semplice – sostiene Marco Rossi -, ma il Comune al momento ha altre priorità e per loro è più semplice dichiarare che questa è zona rossa. Ci hanno proposto di spostare l’attività in un container. Ma è impossibile fare il pane in una struttura del genere, dove non sarebbe possibile rispettare neanche le norme igienico-sanitarie». Rossi chiede al Comune un veloce intervento sull’antica struttura, non solo per la riapertura del forno, ma anche per la sua condizione di sfollato. «La mia famiglia ha tre case – racconta- ma sono tutte e tre in zone rosse: una a Serrapetrona, una a Tolentino e quella a Carpignano sopra il panificio. Attualmente mi sono appoggiato nella bocciofila di Collina di Serrapetrona. Se ci tolgono anche il lavoro non si può andare avanti».

«Capisco la difficoltà di questo cittadino – ha commentato il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei -. Ma abbiamo dovuto farlo uscire in modo forzato perchè la torre rischia di crollare davanti il suo negozio. Insieme ai vigili del fuoco, abbiamo definito l’area zona rossa. Il fatto – sottolinea – non è che ci sono altre priorità, ma mettere in sicurezza una torre del genere non è facile». «Non lasceremo le persone così senza una soluzione – assicura il primo cittadino -, ma a San Severino abbiamo tante case inagibili da abbattere e stiamo andando il più veloce possibile. La sua situazione (quella del fornaio Marco Rossi ndr) è emblematica, come lui tanti altri non possono continuare a lavorare per via del terremoto. Nessuno sarà lasciato solo, ma i danni nel territorio vastissimo di San Severino sono più del previsto. Nonostante questo – conclude -, la macchina dei soccorsi sta procedendo bene e al momento abbiamo volontari anche dall’Emilia-Romagna che ci stanno dando una mano ogni giorno fino a notte fonda».

La torre di Carpignano. Davanti la struttura il forno di Marco Rossi

La torre di Carpignano. Davanti la struttura il forno di Marco Rossi



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