Da sinistra: Umberto Patassini, Massimo Serra, e il sindaco Gabriele Santamarianova. Con loro una delle persone che hanno dovuto lasciare la propria abitazione
Le casette di Serravalle
di Monia Orazi
Il tempo è tornato indietro di vent’anni a Corgneto di Serravalle. Nessuno pensava che le casette in legno, donate dal Lions Club ai terremotati, sarebbero servite di nuovo per lo stesso scopo. Il mostro che già vent’anni fa distrusse tantissime case da queste parti, è tornato a dimenarsi di nuovo, portando devastazione e distruzione. Nel villaggio di legno che accolse i terremotati del 97, oggi vivono di nuovo 52 sfollati. Come in un gigantesco flashback, sono tornati anziani, famiglie e persone sole. Fino alla scorsa estate, in questo piccolo angolo di mondo, erano ospitati eventi di beneficenza, con ospiti da tutto il mondo. Oggi, in anticipo di diversi mesi sulla macchina ufficiale della ricostruzione, le casette di legno complete di tutti i servizi, riscaldamento e tv, hanno già accolto dalle prime ore dopo il sisma chi non aveva più una casa. A recarsi nel cuore della notte tra i monti devastati dal sisma, consegnando subito le prime chiavi agli sfollati, i soci Lions Massimo Serra ed Umberto Patassini.
“Abbiamo donato queste case per accogliere chi non aveva più una casa, nel 2006 su richiesta del comune abbiamo riunito tutto e nel 2011 abbiamo ristrutturato, le casette così come sono oggi sono operative dal 2014, a poche ore dal terremoto eravamo già qui, a dare le prime chiavi a chi aveva bisogno”, raccontano, “abbiamo anticipato tutti con orgoglio”. Tra le mura sicure ed accoglienti delle strutture, tutte indipendenti l’una dall’altra e posizionate tutte in circolo, ad abbracciare il grande spazio centrale pensato come una piazza, vivono stabilmente sfollati provenienti da Serravalle, Pievebovigliana, Fiordimonte e Camerino. “Tutto questo si può fare grazie alla comunione di intenti che c’è con l’amministrazione comunale, che si è subito messa a disposizione”, spiegano Serra e Patassini. Persino in quella che è stata la chiesetta del villaggio, ci sono letti che accolgono alcune famiglie sfollate. Per far fronte alle necessità si sono mobilitate numerose associazioni di volontariato ed i Lions da tutta Italia che stanno facendo arrivare beni di prima necessità. “Da noi ci sono stati molti danni – racconta il sindaco Gabriele Santamarianova – grazie alla presenza di strutture come questo villaggio ed altri risalenti al 1997, abbiamo subito potuto dare una risposta alle necessità dei cittadini”.
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Da quel che si sa erano state usate per i profughi
Perché non si costruiscono case di legno anziché di cemento? Almeno nei paesi colpiti e vicini alla zona rossa si dovrebbero costruire case di legno! Costano meno, resistono al terremoto, perché si usa ancora il cemento nelle zone più soggette al terremoto?