Spazio pubblicitario elettorale

Sanità privata,
respinta la mozione di sfiducia
a Ceriscioli

ANCONA - E' stata bocciata in consiglio regionale con 23 voti contrari. Era stata presentata dai consiglieri Maggi, Pergolesi, Giorgini, Fabbri (M5s), Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia (Lega Nord), Leonardi (Fdi). Sei i voti favorevoli, astenuto Sandro Bisonni

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Il presidente Luca Ceriscioli

Il presidente Luca Ceriscioli

di Monia Orazi

Bocciata dal consiglio regionale, con 23 voti contrari, la mozione di sfiducia verso il presidente della Regione Luca Ceriscioli, nella veste di assessore alla sanità “per aver accettato contributi elettorali provenienti da parte di privati operanti nel settore sanitario” (leggi l’articolo). La mozione era stata presentata dai consiglieri Maggi, Pergolesi, Giorgini, Fabbri (M5s), Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia (Lega Nord), Leonardi (Fdi). Sei i voti favorevoli, astenuto Sandro Bisonni. Nella stessa si chiedeva di individuare immediatamente un assessore alla sanità (delega che a tutt’oggi è detenuta dal presidente della giunta Luca Ceriscioli) trovando “una figura che non abbia ricevuti contributo elettorali da privati che operino, a qualsiasi titolo, diretto ed indiretto, nel settore sanitario”. Nel corso del dibattito il capogruppo del Pd, Gianluca Busilacchi, ha parlato d’ “insussistenza” del problema. “Un atto ridicolo – ha aggiunto – che non ha ragion d’essere”. Per l’assessore Casini “la mozione non è sorretta da nessun fondamento normativo”, mentre secondo Marconi (Udc) “questo modo di operare è contro la democrazia. Si alimentano solo sospetti. Ci sono atti che confermano un nostro atteggiamento benevolo nei confronti di privati? Credo di no. Altrimenti sarei stato il primo a lasciare la maggioranza”. A difesa dei contenuti rappresentati nella stessa mozione Giorgini (M5s) e Zaffiri (Lega Nord), che si è soffermato soprattutto su alcuni problemi della sanità, come quello delle liste d’attesa. “Stando nel palazzo avete perso il contatto con la realtà” è stato il commento di Gianni Maggi (M5s) rivolto alla maggioranza. Ed ancora: “Non accettiamo intimidazioni. Noi abbiamo interpretato semplicemente la coscienza della gente nei confronti della politica”. Dagli assessori Pieroni e Cesetti pesanti critiche alla mozione e l’invito, da parte del primo, a ritirare l’atto. Per l’assessore regionale Anna Casini si parla di sedicimila euro di contributi legittimi da 12 ditte, con una media di 1.300 euro, la mozione è pretestuosa, da dimostrare la connessione con provvedimenti a favore della sanità privata. Per l’assessore Fabrizio Cesetti “si parla di normali finanziamenti alla campagna elettorale, sulla sanità il presidente Ceriscioli ha avuto risultati straordinari, tenendo per sé questa delega strategica, con coraggio e determinazione che nessuno ha mai avuto, ha attuato un’importante riforma”.

Lo stesso Ceriscioli ha affermato: “Non vorrei passare dalla sfiducia alla santificazione, entrambe le cose sono esagerate. Avevo pensato di astenermi, invece voterò contro per cui voglio motivarlo. Se ogni atto di crescita di un’azienda della sanità privata, lo si vede legato al contributo elettorale, dovremmo suggerire a tutti di non darlo, dicendogli resti come sei, al massimo vai un po’ indietro, è un atteggiamento esagerato, è corretto respingerlo. La costruzione mediatica è diversa da realtà, che è pubblica, disponibile a tutti. Sono dichiarazioni obbligatorie, non devono vietare né in un verso, né in un altro, il mandatario cura questi aspetti, per queste mani non è passato niente”. Ha continuato Ceriscioli: “E’ stata una costruzione immaginaria e gigantesca, chi dà un contributo lo fa nelle regole, volendo sostenere il percorso di chi porta avanti sua strada in piena autonomia e libertà, stiamo lavorando per il tema delle assunzioni nel pubblico, gli investimenti infrastrutturali, i meccanismi incentivanti nella sanità pubblica, la riduzione delle liste di attesa, la presa in carico, nell’ottica di dare il massimo di offerta della sanità pubblica”.

“Perché vi preoccupate di farci ritirare la mozione – ha affermato il consigliere Zura Puntaroni – possiamo scambiarla con la questione del cementificio, che è una cosa importante per la regione”. Per Giacinti si tratta di una mozione “irrilevante nelle motivazioni, animata dalla cultura del sospetto, si basa su un atto obbligatorio per legge”. Il consigliere Celani ha affermato che “occorre riprendere un percorso di fiducia e rispetto delle istituzioni, altrimenti si fa fatica a dialogare, Ceriscioli è scevro da qualsiasi condizionamento e lo ha dimostrato”. Il consigliere Rapa ha spiegato che Ceriscioli “ha mostrato grande impegno per dare risposte nel settore della sanità, bisogna eliminare clima di sospetto e costruire clima condiviso possibile”, per la consigliera Marcozzi “non ci sono motivazioni serie, i contributi sono pubblici e dichiarati alla corte d’appello, con questa mozione avete legittimato l’attività del presidente, perché significa che non avete altre critiche”. Astenuto Bisonni “perché la mozione sfiducia è un atto gravissimo, prima di togliere alle Marche il governo, devono esserci fatti gravi, oggettivi accertati. Qui parliamo di finanziamenti a norma di legge, è una cosa ridicola”. Il vicepresidente del consiglio Minardi ha affermato: “Non si possono ingenerare la cultura del sospetto e la demagogia, tipica di chi sta sui social network, la politica è altro, è metterci la faccia, candidarsi alle elezioni e se eletti assumersi la responsabilità di governare, la minoranza pure deve dare risposte ai cittadini, non con mozioni come questa. Il presidente ha preso in modo trasparente e dichiarato alla Corte d’appello e non al vicino, quanto avuto in modo legittimo”. Ha aggiunto Minardi: “Voi non conoscete Ceriscioli, il suo rigore e serietà, viene in treno tutti i giorni in Regione, lo vedo ogni giorno alle 7.59 a prendere il treno a Pesaro”.



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