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Romanzo criminale in provincia,
dieci persone rinviate a giudizio

LA NUOVA MAFIA DELLA MOVIDA - Secondo l'accusa volevano ricostituire la banda Schiavi-Abaco-Perricciolo. Tra i capi di imputazione ci sono estorsioni, furti su commissione, spaccio, incendi avvenuti a Civitanova e Porto Recanati

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Un fotogramma realizzato dai carabinieri del Ros

Un fotogramma realizzato dai carabinieri del Ros

di Gianluca Ginella

Ricostituire la banda Schiavi-Abaco-Perricciolo, quella della Mafia della movida: questo l’obiettivo di un presunto sodalizio di cui avrebbero fatto parte le 12 persone che questa mattina sono comparse davanti al gup del tribunale di Ancona (erano 31 gli indagati, diverse le posizioni stralciate). Estorsioni, rapine, incendi, spaccio di droga i reati che a vario titolo vengono contestati (leggi l’articolo). Per dieci di loro c’è stato il rinvio a giudizio e il processo si aprirà il 20 giugno al tribunale di Macerata.

L'avvocato Gian Luigi Boschi

L’avvocato Gian Luigi Boschi

Uno degli imputati ha invece chiesto di fare il rito abbreviato, per il dodicesimo, Salvatore Perricciolo, la posizione è stata stralciata perché in fase di conclusione delle indagini aveva chiesto di essere interrogato, ma non era mai stato sentito. Una indagine, quella condotta dai carabinieri del Ros di Ancona, che aveva portato lo scorso dicembre a 12 arresti (tra cui alcune delle persone imputate oggi al gup) su ordine di custodia cautelare in carcere. Come nelle, presunte, vicende della Mafia della movida, che secondo gli inquirenti il nuovo sodalizio voleva ricostituire, gli episodi contestati sarebbero avvenuti lungo la costa maceratese, a Civitanova e Porto Recanati. I fatti secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini sarebbero cominciati quando all’inizio del 2013 diversi degli imputati al processo per la Mafia della movida erano tornati liberi per scadenza dei termini delle misure cautelari. Sarebbe stato in quel periodo che, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Ros, coordinati dalla procura distrettuale antimafia di Ancona, era nata l’idea di ricostituire il vecchio sodalizio, di cui avrebbero fatto parte (secondo l’accusa del processo che si sta svolgendo al tribunale di Macerata) Salvatore Perricciolo, Mirco Calvari, Alessandro Petrolati e Francesco Maenza (tutti indagati nella nuova inchiesta). Era così nata, stando alle indagini, una nuova associazione per delinquere finalizzata, da un lato ad estorsioni, rapine, ricettazione, furti, incendi, e dall’altro al traffico di droga (in particolare a Porto Recanati, Civitanova e Tolentino). Nel luglio del 2014 però era successo qualcosa che aveva richiamato l’attenzione della Dda. In un casolare nelle campagne di Montegranaro si erano riunite diverse persone, tra cui presunti esponenti della ‘ndrangheta. La procura distrettuale, preoccupata, aveva delegato le indagini ai carabinieri del Ros. I militari avevano iniziato a monitorare diverse persone. Ed erano iniziati anche gli arresti.

ros ancona - fotogrammi (1)Il primo era stato quello di Davide Storlazzi (la sua posizione è una di quelle che sono state stralciate) dopo che nel residence dove abitava, a Porto Recanati, erano state trovate 5 pistole e varie munizioni. Armi che la sera prima dell’arresto di Storlazzi alcuni dei presunti appartenenti al sodalizio avevano preso (come mostrava un video realizzato dai carabinieri con una telecamera nascosta) per andare davanti ad una sala scommesse, la Gold bet di Porto Recanati, dopo un diverbio con i gestori. Uno degli indagati nel video dice: “Dico al buttafuori di cacciarli fuori e gli sparo”. Quella notte non era accaduto nulla: i carabinieri avevano fatto passare diverse pattuglie davanti al locale dopo aver sentito ciò che veniva detto nel video. Le indagini parlano anche dell’incendio di un locale, di episodi di estorsione. Ma anche di furti su commissione e rapine a spacciatori di droga. I militari nel corso delle indagini hanno recuperato anche 30 chili di droga e sequestrato oltre 35mila euro in contanti, ritenti provento dell’attività di spaccio.

Questa mattina sono stati dieci i rinvii a giudizio. Si tratta di Alessandro Petrolati, 42 anni, originario di Corinaldo e residente a Porto Recanati, Mauro Darian Ballarini, 34 anni, di origini argentine, Vittorio Benignetti, 43 anni, residente a Montegranaro, Mirco Calvari, 44, di Loreto, Antonio Cascella, 45, di San Severo (Foggia), Alessandro Cavalieri, 31, di San Severino, residente a Porto Recanati, Daniele Cocchi, 49, residente a Recanati, Antonio Corleto, 50 di Torino, Dario Orazio, 35, casertano, Berardo Pietrinferni, 45, di Teramo, residente nell’Ascolano. Francesco Maenza, 40, di Palermo residente nel Pesarese, ha invece chiesto di fare il processo con rito abbreviato e per lui l’udienza è stata rinviata. E’ stata invece stralciata la posizione di Salvatore Perricciolo. Il gup ha rilevato la nullità legata al mancato interrogatorio. Dei 12 imputati di questa mattina davanti al gup, lo scorso dicembre erano finiti in manette Perricciolo, Maenza, Petrolati, Calvari, Ballarini, Cocchi, Corleto e Pietrinferni. Il gup ha inoltre accolto la richiesta di sentire, con incidente probatorio, Orazio, Cavalieri e Pietrinferni. Saranno sentiti l’11 e il 25 maggio. Cavalieri, che lo scorso anno ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, sarà sentito in videoconferenza. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gian Luigi Boschi, Giancarlo Giulianelli, Massimo Di Bonaventura, Domenico Biasco, Robert Egidi, Marina Bellabarba, Roberto Brunelli.



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