di Gabriele Censi
Una lectio dedicata agli studenti delle scuole superiori su “L’arte e la criminalità”, il magistrato Otello Lupacchini ha scelto questa chiave per conquistare l’attenzione dei tanti studenti che hanno affollato il teatro Marchetti di Camerino per la giornata dedicata al tema “Lo Stato siamo noi” organizzata dall’associazione di promozione sociale Il Cortile di Edy, in collaborazione con il comune di Camerino, Unicam, la Fondazione Caponnetto e le unioni montane Marca di Camerino, dei Monti Azzurri, delle Alte Valli del Potenza e dell’Esino. Impegnato da sempre sui fronti caldi della criminalità organizzata, comune, politica e mafiosa, Lupacchini si è occupato, fra l’altro, degli omicidi del pm Mario Amato, del banchiere Roberto Calvi, del generale americano Lemmon Hunt, del professor Massimo D’Antona, nonché della strage di Bologna e della strage brigatista di via Prati di Papa.
Una giornata dedicata alla legalità che si è aperta con l’ammonimento del rettore Flavio Corradini dopo che i primi interventi di saluto erano stati coperti dal frastuono e dalle intemperanze di alcuni giovani in platea e sui palchi: “C’è ancora molto da fare sul piano dell’educazione e del rispetto delle regole, e questi comportamenti lo dimostrano” ha detto il rettore invocando con veemenza il silenzio in teatro. “Stiamo parlando in questi mesi di riforme, della giustizia, della sanità, della scuola, dell’università, del lavoro, anche della Costituzione, io evoco la riforma delle riforme, quella culturale e strutturale che riguarda lo Stato e la legalità. Unicam ha iniziato questo percorso con azioni in questa direzione”. Stigmatizzato anche dal direttore della scuola di Giurisprudenza, Antonio Flamini, il comportamento poco rispettoso degli studenti che hanno messo in imbarazzo i loro professori. “Che vergogna ragazzi, che vergogna” ha esclamato da un palchetto una docente.
Il sindaco Gianluca Pasqui ha ricordato l’esigenza di riempire di contenuti un termine troppo inflazionato: “La legalità è un percorso culturale, nasce nelle scuole, passa per le famiglie, va nelle istituzioni e poi diventa cardine dei valori che devono contraddistinguere la nazione”. “Abbiamo voluto coinvolgere i giovani con un momento di grande condivisione culturale” ha detto la presidente dell’associazione “Il Cortile di Edy” Edy Renzetti. Breve ma incisivo il saluto del presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri: “La mafia invade anche le Marche, dobbiamo avere occhi aperti e guardia alta” (GUARDA IL VIDEO)
“Un termine svilito a tal punto che qualcuno si definisce portatore sano di legalità come se fosse una malattia”. Lupacchini inizia così il suo intervento che cita anche Cicerone: “Siamo servi della legge per essere liberi”. Quindi il magistrato ha toccato luoghi e periodi della storia lungo secoli per trovare coincidenze nell’accostamento delle opere d’arte alla criminalità. Dai mecenati del Rinascimento che erano spesso autori di gravi delitti, alle razzie di Napoleone, a quelle dei nazisti, fino alle case dei mafiosi di oggi dove vengono confiscate intere gallerie di grandi autori. Una contaminazione che nasce quando l’arte diventa mercato e quindi sostituisce il denaro per loschi traffici. Solo dei rozzi imbecilli oggi vanno in giro con una mazzetta”.
“I giovani vivono in un eterno presente, – dice Lupacchini al nostro microfono prima dell’incontro con gli studenti – e non si rendono conto della realtà che vivono, dobbiamo dare una visione prospettica infondendo speranze per il domani, per un futuro appagante che non guardi solo al profilo economicistico”. Poi un passaggio sul decennale contrasto tra politica e magistratura: “Dopo che è stata teorizzata la separazione dei poteri è sempre una lotta tra controllori e controllati, dove nessuno vuole essere controllato e la tendenza è la deresponsabilizzazione di tutti”
L’incontro con il giudice Lupacchini è proseguito nel pomeriggio con gli universitari e la presentazione del suo libro “In pessimo Stato” con la partecipazione del sen. Franco Mirabelli, membro della commissione Antimafia, di Gianluca Pasqui, Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche, Edy Renzetti e Flavio Corradini. Assente all’ultimo momento invece il giornalista Marco Travaglio (segue servizio).
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Qua non c’era che da sfondare una porta già aperta, essendo che da sempre le istituzioni camerti lavorano giorno e notte anche per l’affermazione della cultura della legalità.