di Claudio Ricci
Per usare le parole di David Miliozzi, consigliere di Pensare Macerata: «Questo di oggi è stato un consiglio dedicato alla morte. Dal Cemaco definito come un cadavere, alla discussione sull’aumento dei costi per servizio di inumazione, fino alla diffusione sul suolo pubblico di defibrillatori in caso di eventuali attacchi cardiaci». Un’assise “a lutto” quella di oggi pomeriggio a Macerata, con il tema funebre a dominare le varie discussioni. Si parte dal requiem per il Cemaco, società pubblica partecipata dal Comune al 68%, nata nel 1992 per la macellazione delle carni su scala provinciale ormai in agonia finanziaria da anni per i mancati introiti e le spese a cui far fronte. Il Consiglio comunale ha approvato con 21 sì (maggioranza e Città Viva) e 6 astenuti (Fi, Fdi e M5S) lo scioglimento e la messa in liquidazione della società. Una realtà di cui fanno parte anche la Provincia e diversi comuni del territorio (ieri sera anche il consiglio comunale di Recanati ne ha approvato la liquidazione) che ha accumulato negli anni perdite milionarie (leggi l’articolo).
«Una società ormai in prognosi riservata – ha detto l’assessore al Bilancio Marco Caldarelli – che solo nell’ultimo anno ha registrato perdite per circa 133mila euro che sommate a quelle precedenti costituiscono un debito complessivo di 2 milioni di euro. L’amministrazione comunale ha voluto negli anni tenerla in piedi per salvaguardare il servizio pubblico di garantire la qualità delle carni macellate. Con la normativa attuale sui principi di economicità ed efficienza delle partecipate non lo può più fare. Nel frattempo va dato atto all’amministrazione comunale di aver adottato negli anni misure per contenere le perdite. Non ultimo il rinnovo del contratto d’affitto d’azienda (risalente all’ottobre del 2013) al consorzio Cozoma che prevede l’assunzione da parte dell’affittuario delle spese manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura».
«L’attività di mattazione verrà comunque portata avanti dal Cozoma che ha sottoscritto l’affitto d’azienda fino al 2014»,ha assicurato il sindaco Romano Carancini. Critica l’opposizione: «Tempi troppo lunghi nel deliberare la messa in liquidazione» secondo Riccardo Sacchi (Forza Italia) e Anna Menghi, Gabriele Mincio di Città Viva rileva «il rischio di liquidare il complesso delle proprietà in perdita a cifre nettamente inferiori» mentre per Andrea Marchiori (Forza Italia) «l’amministrazione non ha saputo adeguarsi al cambio del mercato della carne negli anni generando così le perdite d’esercizio».
Bocciata la mozione di Paolo Renna (Fdi) sulla revisione dell’aumento delle tariffe di inumazione passate da 142 a 730 euro con una delibera dello scorso 7 ottobre (leggi l’articolo). «Il Comune deve erogare servizi e se questi vengono scaricati sui cittadini tanto vale non pagare più le tasse – ha detto Renna – In un momento di crisi economica come questo l’amministrazione deve sostenere quelle azioni sociali – come appunto il servizio funebre – al fine di riprogrammare le spese non così necessarie». Secca la risposta dell’assessore Narciso Ricotta: «L’inumazione non costituisce una spesa sociale ma una scelta culturale. L’amministrazione si occupa invece degli indigenti o di chi non ha familiari che possono farsi carico dello spese di sepoltura. I costi dell’inumazione sono elevati e ricadrebbero su tutta la comunità, compresi gli stessi indigenti che non possono permettersela.
Infine l’assise ha approvato all’unanimità la mozione di Anna Menghi sulla trasparenza delle spese di rappresentanza e all’ordine del giorno presentato dai consiglieri Pd Paolo Micozzi e Alessia Scoccianti sull’installazione su suolo pubblico (centro storico o corsi più frequentati) di defibrillatori.
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I Verdi si batterono in consiglio contro il Cemaco. Morto prima di nascere. Come il ParkSI. All’epoca furono i democristiani a volerlo, con la loro demagogia, che poi viene pagata dai cittadini per le perdite. Se ci fossero leggi che condannano a pagare di tasca propria i politici in caso di perdita, noi non avremmo avuto il Cemaco e domani non avremmo il ParkSI. Il Cemaco fu fatto malgrado si sapesse che non ci sarebbero stati i bovini da macellare in numero tale da giustificarlo. Il ParkSI fin da oggi sappiamo che sarà in perdita. La Società che lo gestisce non vede l’ora di disfarsene in quanto in perdita, né saranno le chiacchiere della maggioranza a farlo andare in attivo. Per cui la Magistratura dovrebbe indagare per fare chiarezza sulle cause che impongono alla maggioranza di acquistare il Park SI.
Ancora era in vita il Cemaco??
Ma se già prima del 2000 si sapeva che era un inutile carrozzone…..
Sarebbe interessante sapere, negli ultimi 30 anni, chi ne sono stati i vari presidenti, a quali forze politiche appartenevano e se c’erano degli stipendi che intascavano…
Una bella lista di nomi, e partiti di appartenenza, per comprendere perchè non si è liquidato prima…
Caro Gianfranco, come saprai, il carrozzone era dei democristiani, con gli altri accodati. Ci dicevano che avrebbero importato bovini dalla Romagna per soddisfare le esigenze macellatrici del Cemaco. Ma i Romagnoli non erano fessi e il macello se lo fecero in casa. Magari CM ci illuminerà sulle prebende intascate grazie al lavoro di amministratori di qualcuno.
Invece, io credo che la Magistratura dovrebbe gettare uno sguardo approfondito su quella pazzesca idea di acquistare il ParkSI decotto. Se dopo tanti anni è andato in fallimento, nessuno ci può convincere che con la gestione comunale riprenderà quota. Quindi sarà un “Cemaco” in partenza. Perché allora si vogliono spendere fondi comunali per levare le castagne dal fuoco ai gestori bolliti del ParkSI?
Quindi, la Magistratura indaghi, magari chiedendo lumi ai medici psichiatri. Infatti, evidentemente gli amministratori non ci stanno col cervello se i privati si vogliono disfare del ParkSI e nessun altro privato si fa avanti per rischiare una toppata.
«La morte può essere l’espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.»
(Napoleone Bonaparte)
@ Giorgio Rapanelli
Sul Park Si, nonostante i goffi e ripetitivi tentativi di fare passare l’assurda proposta come una conquista per i maceratesi, inutile tornarci sopra.
E’ talmente un’operazione controproducente, illogica, antieconomica che viene il sospetto che chi l’ha proposta e chi la giustifica stia cercando di fare un pesce d’aprile, fuori stagione, alla città.
Perchè tutta la vicenda del Park Si c’è da prenderla come una barzelletta, come una coglio-n@ta che si dice tra amici (dopo serata fortemente alcoolica), come i vagheggiamenti di uno sotto sostanze psicotrope…. Ma sicuramente NON la si può prendere seriamente.
Ancora ne vogliamo parlare??
Ma se chi la porta avanti con tanta ostinazione ha detto che gli ammortamenti non sono dei costi: ancora qualcuno gli da retta, dopo quesa uscita di economia patafisica???