Da Piermarino Simonetti, ex sindaco di Montefano riceviamo: Dieci anni fa, il 20 di gennaio del 2005, un giovedì pomeriggio, riapriva il teatro La Rondinella di Montefano, dopo un restauro durato circa sei anni ed una chiusura di addirittura venti anni. Il teatro aprì il suo sipario rosso sormontato dallo stemma civico, con le note della affermata pianista montefanese Ottavia Maria Maceratini, richiamata per l’occasione dai suoi studi musicali a Monaco di Baviera. Il restauro del teatro fu frutto del notevole impegno finanziario del Comune di Montefano e del contributo della Regione Marche e Provincia di Macerata, attraverso la lungimirante legge regionale 46/1992. In totale le risorse finanziarie impiegate furono di 1,7 milioni di euro. I progettisti, l’ingegnere Leonardo Raffaelli e l’architetto Fabio Agostinelli.
L’inaugurazione restituì uno spazio di cui la cittadinanza era rimasta lungamente priva a causa dei necessari restauri e prima per la ricerca dei fondi necessari ai lavori. Della sua importanza come spazio civico, si capì la centrale funzione culturale e sociale, appena l’Associazione Culturale “La Rondinella” propose un cartellone teatrale, che già dalla prima stagione sperimentale e celebrativa dell’inaugurazione, indicava il percorso che avrebbe avuto negli anni futuri. In poco tempo, grazie ai volontari della Associazione “La Rondinella”, a cui era stata affidata dal Comune la gestione dei cartelloni, le stagioni del teatro, diventarono un vero laboratorio artistico, centro di attenzione per molteplici forme espressive artistiche, che a Montefano, trovarono spazio fertile e coraggio creativo, apprezzato e seguito da tutta la regione. Qui si potevano vedere spettacoli di qualità e di nicchia culturale che difficilmente trovano ospitalità in altri teatri della regione.
Il teatro, già attivo alla fine del Settecento, fu ristrutturato definitivamente nel 1887 ad opera dell’ingegnere Virginio Tombolini, direttore tecnico al teatro “La Fenice” di Venezia, assumendo quelle forme che vengono adesso ripresentate al pubblico. Inserito al piano superiore del Palazzo Municipale, è costituito di una sala ad U con due ordini di palchi e può ospitare circa 150 posti; l’immagine di insieme del teatro è data dal linguaggio architettonico di fine ottocento, in cui l’uso innovativo di un materiale tecnologicamente avanzato, quale il ferro e le sue leghe, viene alleggerito dai motivi ornamentali d’epoca. Il perimetro della platea è costituito da una sorta di peristilio, scandito dal profilo elegante di colonne in ferro che sostengono i due ordini di palchi. Nel soffitto le tele ottagonali, opera del pittore Bruschi, raffigurano le muse Tersicore, Euterpe, Talia e Melpomene, intervallate da dipinti che si riferiscono alle quattro fasi della vita umana, l’infanzia, la giovinezza, la virilità e la vecchiaia. Il teatro comprende anche un nobile foyer, chiamato sala dei poeti.
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