E’ sempre un bel vedere quando porzioni di città si liberano dall’ingessatura di antiestetiche impalcature e tornano spettacolo per gli occhi. Sta accadendo in questi giorni a Macerata a due edifici che per la loro storia e posizione erano finora, causa lavori, un pugno nell’occhio. Si tratta della chiesa dell’Immacolata in corso Cavour e del palazzo del Mutilato in piazza Oberdan.
La facciata della chiesa dell’Immacolata era coperta da circa due anni e in particolare da quando una decorazione del peso di mezzo chilo si era staccata, precipitando sul marciapiede (leggi l’articolo). Subito dopo si era reso necessario mettere in sicurezza l’edificio che era rimasto “incartato” e solo in questi ultimi giorni sta tornando pezzetto pezzetto alla normalità.
Reduce da un lungo restauro è anche il palazzo del Mutilato, di proprietà dell’Università di Macerata. I lavori sono stati curati dall’architetto Giancarlo De Mattia. La struttura, progettata dell’ingegnere architetto comunale Cesare Bazzani negli anni 1930-1936 e completata nel 1936, negli ultimi giorni è tornata alla luce. Aperto al pubblico in occasione delle Giornate del Fai, il palazzo continua ad ospitare il sistema bibliotecario dell’Ateneo di Macerata. Il recupero di questi due immobili riaccende la speranza anche per i Cancelli. Chissà che non riescano a risorgere dalle impalcature che, bisogna dirlo, sono sempre attentamente decorate ed abbellite ma rappresentano pur sempre una appiccicatura
(a.p.)
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Due belle notizie in un articolo. Attendiamo fiduciosi per i cancelli e , notavo l’altro giorno, per la palla di metallo di Peschi che era posizionata davanti allo sferisterio: che fine ha fatto? Non doveva essere riposizionata al suo posto a novembre dello scorso anno? Pare di no.
Vorrei precisare che la proprietà della Casa del Mutilato è per l’ottantadue per cento dell’ Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra. Il restauro anche se ha dovuto provocare grandi traumi visivi ai maceratesi, è stato forzatamente lungo e gestito con attenzione da un direttivo volenteroso, non retribuito ed encomiabile. I costi sostenuti sono frutto di risparmi ottenuti con una oculata amministrazione e non hanno gravato sui cittadini. Forse le amministrazioni pubbliche dovrebbero trarne qualche considerazione, oltre che esempio di buona amministrazione. Suggerirei una migliore informazione da parte di chi scrive articoli in codesta testata.
Vorrei precisare che la proprietà della Casa del Mutilato è per l’ottantadue per cento dell’ Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra. Il restauro anche se ha dovuto provocare grandi traumi visivi ai maceratesi, è stato forzatamente lungo e gestito con attenzione da un direttivo volenteroso, non retribuito ed encomiabile. I costi sostenuti sono frutto di risparmi ottenuti con una oculata amministrazione e non hanno gravato sui cittadini. Forse le amministrazioni pubbliche dovrebbero trarne qualche considerazione, oltre che esempio di buona amministrazione. Suggerirei una migliore informazione da parte di chi scrive.