E’ stato firmato oggi, durante una conferenza stampa tenutasi a Macerata, il Protocollo di intesa tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e l’Università di Camerino, documento che struttura in modo organico un rapporto di collaborazione tra i due enti già molto attivo e che si intende rafforzare.
Il territorio del Parco rappresenta, infatti, un luogo privilegiato e strategico per l’Università di Camerino ai fini della ricerca applicata nel campo ambientale e, allo stesso tempo, per un parco nazionale la conoscenza più ampia possibile delle complesse problematiche ambientali risulta essere l’indispensabile premessa per la loro soluzione.
Il Rettore dell’Università di Camerino, Professor Flavio Corradini, ha aggiunto altri elementi: “Non solo ricerca, sviluppo e conservazione ma anche formazione e comunicazione. Per questo il Polo Museale d’Ateneo assume un ruolo centrale nel protocollo d’intesa”. La comunicazione verso l’esterno dei risultati di ricerca – come ha poi sottolineato la Professoressa Invernizzi, coordinatrice delle attività oggetto del protocollo per l’Università – attribuisce quindi al protocollo d’intesa una grande valenza educativa e di divulgazione scientifica.
“Ricerca e conservazione dell’ambiente sono i due campi che i nostri enti rappresentano, due campi diversi ma sinergici, – ha dichiarato Franco Perco, Direttore del Parco dei Sibillini – come dimostra il rapporto fecondo che si protrae da molti anni. Quello del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è un ambiente garantito che permetterà una sperimentazione di grande valore a tutti i ricercatori dell’Università. Quindi noi diamo all’Università un valore aggiunto, ma riceviamo anche moltissimo da questo accordo: senza le attività di ricerca, infatti, le nostre decisioni in campo ambientale non assumono il necessario valore.”.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche il Professor Oliviero Olivieri, da pochi giorni nominato Commissario Straordinario del Parco. “E’ stata una nomina inaspettata – queste le sue prime dichiarazioni ufficiali – che ho accettato molto volentieri anche perché il Ministero tiene moltissimo a questo ruolo. Dall’esperienza della ricerca finalizzata alla conservazione, sancita in questo protocollo d’intesa, ci proponiamo di fare una grande opera di educazione, dei cittadini, degli studenti e dei visitatori. La crescita di un parco, infatti, è parallela a quella del suo territorio”.
Il protocollo d’intesa firmato oggi prevede la costituzione di un Comitato tecnico scientifico che avrà il compito di monitorare l’attività svolta, di esprimere proposte sui progetti di ricerca e formazione e di assicurare supporto alla programmazione delle attività esprimendo pareri sulle questioni che verranno ad esso sottoposte. Il protocollo avrà la durata di tre anni e potrà essere rinnovata con accordo espresso dalle parti.
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Scusate la mia ignoranza, ma mi sembra tanto un altro inutile carrozzone.
Di “carrozzoni” in Italia ce ne sono effettivamente tanti, ma in questo caso la definizione del sig. Pierre mi sembra inappropriata. Mica è stato costituito un nuovo Ente….si è trattato di mettere per iscritto un accordo di collaborazione tra un Ente Parco e una Università con competenze in materia di ambiente, tutto qui…Nessuno spreco di finanziamenti pubblici o roba del genere !
Mi pare che il Maurice Serrault abbia ragione. Nessun ‘spreco’ nuovo. Si tratta solo, tutt’al più, di un’intesa tra due ‘sprechi’ già esistenti. Si vede che, prima di intendersi tra loro, i due ‘sprechi’ si sentivano troppo soli. Non ci vorremo mica scandalizzare, Signor pierre, se gli ‘sprechi’ (ammesso e non concesso che tali siano) si accoppiano tra loro?!