Da Nazareno Agostini – Presidente del Gruppo Consiliare in Provincia Macerata PDL-PPE riceviamo e pubblichiamo:
Sulle deleghe conferite agli assessori provinciali. Dopo un’attesa di mesi, Pettinari, eletto a fine maggio, ha finalmente affidato i compiti ai suoi assessori. Dapprima ci ha assicurato che gli assessori sarebbero stati scelti esclusivamente fra persone capaci, di elevato profilo e con competenze specifiche. Invece ha nominato pilatescamente i primi fra i consiglieri eletti, o non votati come nel caso della vice presidente, una donna imposta per legge, facendo uso del bilancino fra le correnti di partito. Poi Pettinari ha giustificato il lungo tempo trascorso con la sua necessità di capire bene come abbinare le deleghe agli assessori virtuali, generando nel frattempo una spesa per indennità vere e percepite di circa 50.000 euro. Il risultato che ci viene reso oggi è sotto gli occhi di tutti. Fermo il rispetto per le persone in quanto tali e parlando esclusivamente di competenze, su sei assessori nominati, eccetto due insegnanti, sono stati nominati quattro politici, la cui formazione, per titolo di studio ed esperienza professionale, non sembra essere di una attinenza tale da garantire il possesso delle competenze tanto decantate. Per cui è lecito chiedere al presidente della Provincia di rendere evidente all’opinione pubblica quali siano le competenze vere ed in quali contesti siano state acquisite da parte dei nominati, tanto da assumere ruoli chiave nella vita amministrativa dell’ente e consentire loro di apportare un contributo determinante ai settori affidati come, ad esempio, la formazione professionale, il lavoro, i giovani, l’urbanistica, i rifiuti e l’ambiente, le attività produttive, agricoltura, industria, commercio, artigianato, politiche comunitarie, ecc.
Sul doppio mandato degli amministratori. Il PDL-PPE non ritiene giusto che vengano caricate sul bilancio della Provincia le indennità per doppio mandato di Cartechini (vicesindaco di Corridonia), di Biagiola (assessore a Recanati), di Torresi (sindaco di Pioraco), per un totale di oltre 9.000 euro al mese. Per sapendo che la legge non obbliga questi amministratori a lasciare il doppio incarico, avendo tempo per garantire ad entrambi gli enti il tempo necessario (qualora i loro partiti di appartenenza accettino l’anomalia), gli interessati abbiano almeno la delicatezza di percepire metà indennità per ciascun ente e non caricare furbescamente l’intero costo sulle spalle della Provincia a vantaggio del proprio Comune. Sarebbe un atteggiamento politicamente immorale, su cui anche Pettinari dovrebbe riflettere ed intervenire. C’è poi la questione del doppio incarico degli assessori provinciali, nei casi in cui la Provincia svolge il ruolo di ente di controllo. Un semplice esempio è facilmente comprensibile nella delicata materia urbanistica dove la giunta provinciale approva o boccia quanto proposto dai singoli comuni. Con Pettinari è già avvenuto quest’anno almeno due volte, quando la giunta provinciale ha deliberato in merito a proposte urbanistiche del Comune di Recanati e l’assessore recanatese del PD Alessandro Biagiola ha partecipato alla seduta votando a favore. Al di la dei dubbi di legittimità di tale operato, il buon senso e la sensibilità politica dovrebbero consigliare di scongiurare il verificarsi di sovrapposizioni in cui il politico assume sia il ruolo di controllato che di controllore.
Il bluff della concertazione. L’altro tema che Pettinari ha ripetuto in continuazione è stato quello della condivisione. Bene, nei primi tre mesi di presidenza non ha mai convocato la Conferenza provinciale delle autonomie, non è riuscito ad avviare il lavoro nelle commissioni consiliari, neanche ancora costituite, non ha mai incontrato i gruppi di minoranza. Questa provincia, dopo l’accelerazione data dalla giunta Capponi e l’anno di frenata col commissariamento, aveva urgente necessità di ripartire e non di prendere una pausa così lunga. Ma se da un lato non desta meraviglia il modo di amministrare di Pettinari, perché ampiamente previsto, in molti si chiedono quanto saranno disposti a sopportare i consiglieri del PD. E soprattutto, quanto saranno disposti a pazientare ancora gli elettori progressisti, di sinistra e quelli di estrema sinistra che già hanno dovuto ingoiare una candidatura imposta e non condivisa?
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La vedo dura per il laboratorio di Pettinari! Sembrano sufficientemente agguerriti i suoi vecchi amici di cordata ora all’opposizione. Agostini centra il suo intervento sulla supremazia della concertazione istituzionale con la conferenza provinciale delle autonomie, le commissioni consiliari e i gruppi consiliari, rispetto alla faticosa opera di incollamento delle variopinte tessere del puzzle di maggioranza.
E’ irriverente osservare che dalle prime mosse Il Presidente somiglia al pupazzo in mano al ventriloquo? Quando poi i ventriloqui sono tanti e diversi, scatta il riflesso della tosse nervosa che tradisce l’imbarazzo della posizione, come nella recente intervista in TV.
E a me che me ne importa?
…….Fermo il rispetto per le persone in quanto tali e parlando esclusivamente di competenze, su sei assessori nominati, eccetto due insegnanti, sono stati nominati quattro politici, la cui formazione, per titolo di studio ed esperienza professionale, non sembra essere di una attinenza tale da garantire il possesso delle competenze tanto decantate……
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Sembrerebbe che si avanzi l’idea che se qualcuno va ad assumere un incarico pubblico questo debba essere conseguente alla sua formazione professionale ed ai suoi studi.
Fino a qui come non poter dare ragione al sig. Agostini?
Cioè se uno è medico deve fare l’assessore alla Sanità, mica lo possiamo mettere a fare il giudice in Tribunale…..
Se uno ha la laurea in economia e commercio deve andare in qualche CdA in veste di esperto: mica possiamo dare i bilanci in mano ad un laureato in lingue.
Però se questo è il metro di giudizio questo deve essere uguale per tutti.
Quindi se uno è un esperto, che so, divulgatore agricolo oppure agronomo alimentarista cosa cavolo c’entra essere nominato presidente di un consorzio per lo smaltimento rifiuti o concorrere a presidente di un’ente pubblico: non fa parte del suo curriculum di studi e nemmeno di esperienze professionali….
Quindi una ex velina come potrebbe mai diventare un Ministro?