A più di sei anni dalla sua morte, è stato celebrato nella piccola chiesa di Santa Maria della Pietà di Preci (Perugia) il funerale di Enzo Baldoni, il giornalista free lance di 56 anni rapito e ucciso in Iraq il 26 agosto del 2004 dagli uomini di Al Qaeda.
Commozione anche nella vicina Visso, dove vive il padre di Enzo, Antonio Baldoni, 89 anni.
In tutti questi anni non si è mai rassegnato all’idea che la salma restasse in Iraq. Voleva un luogo dove andare a piangere suo figlio.
Il feretro è arrivato dall’istituto di medicina legale di Roma dove i resti del giornalista, riportati dall’Iraq, si trovavano dall’aprile scorso. Alla cerimonia hanno preso parte la famiglia di Baldoni e praticamente tutto il paese di Preci. Con loro il sindaco Pietro Bellini, con il gonfalone, e molti rappresentanti delle istituzioni locali e di categoria. Presenti anche diversi colleghi di Baldoni, tra cui Giuliana Sgrena. Sulla bara di legno chiaro un cuscino di fiori, i soli presenti per volere della famiglia che ha deciso di raccogliere fondi da destinare a un orfanotrofio a Nazareth.
Il funerale è celebrato dal parroco di Preci don Luciano Avenati. Al termine della cerimonia la salma è stata tumulata nel piccolo cimitero della frazione di Saccovescio.
Giusy Bonsignore, la vedova di Enzo Baldoni, ha preso brevemente la parola al termine del funerale che si è celebrato oggi pomeriggio. “Devo confessarvi – ha detto – che quando ho avuto la conferma che si trattava effettivamente di Enzo mi era venuta voglia di una funzione privata ma ora sono contenta che ci sia tanta gente. Vorrei ringraziarvi uno per uno”.
UCCISO NEL 2004, RESTI IN ITALIA 6 ANNI DOPO – Enzo Baldoni, giornalista free lance di 56 anni, scomparve il 20 agosto del 2004 a Latifia in Iraq dove si trovava con accredito del settimanale Diario. Quattro giorni dopo la tv Al Jazeera trasmise un video con le immagini del cronista in cui l’Esercito islamico dava un ultimatum di 48 ore all’Italia per lasciare l’Iraq. Il 26 agosto Baldoni venne ucciso dai rapitori e l’immagine del suo volto ormai privo di vita viene pubblicata su un sito riconducibile all’Esercito Islamico. L’indagine condotta dai carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Roma, ha quindi confermato con ragionevole certezza che il giornalista fu rapito e ucciso dagli uomini dell’Esercito islamico in Iraq, un gruppo che operava nella zona di Falluja legato e finanziato da Abu Musab Al Zarqawi, all’epoca responsabile di Al Qaida in Iraq. Il corpo del giornalista non venne inizialmente consegnato alle autorità italiane ma i resti sono stati individuati dopo lunghe e complesse ricerche.
Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in più di un’occasione, aveva rinnovato l’appello affinché si facesse di tutto per riconsegnare il corpo alla famiglia. Il primo frammento osseo di Baldoni, arrivò in Italia ad agosto del 2005 portato dall’allora commissario della Croce Rossa Maurizio Scelli. Due mesi prima proprio a Scelli erano stati consegnati altri resti, ma i test di laboratorio esclusero la compatibilità del codice genetico estratto dai reperti umani con quello del padre del giornalista ucciso.
(FOTO DI GUIDO PICCHIO, VIETATA LA RIPRODUZIONE)
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Un affettuoso saluto a tutta la famiglia Baldoni, in particolare al padre e alla moglie di Enzo, da me personalmente e da tutta la famiglia del teatro della comunità!
L’edizione del festival “Così vicino così lontano” del 2007 fu dedicata proprio ad Enzo Baldoni e venne proprio il fratello Raffaele a ricordarlo!!
Anna Menghi
Pover’uomo..
Ha pagato per colpe non sue e per il troppo amore per il suo lavoro e per la verità.
Non meritava affatto questa fine!!