di Maurizio Verdenelli
Non vado in cerca di poltrone, ne costruisco abbastanza da solo…”. La boutade di Mister Frau Franco Moschini nuovo presidente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, fa esplodere di simpatia l’auditorium Josef Svoboda nel giorno dell’inaugurazione dell’anno di studi e nel giorno in cui a Milo Manara (nella foto di Calavita) sono stati conferiti il Premio Svoboda e il titolo di Accademico honoris causa. In coerenza con un famoso manifesto dell’Accademia stessa, ne abbiamo visto “delle belle” (brillante lo slogan di Alberto Bigelli) nella chiesa sconsacrata di via Berardi mentre in piazza della Libertà alla galleria Mirionima si tiene fino a domani (sabato 21) a cura dei proff. Pulsoni e Giannangeli l’evento “Orecchi occhi narici aperti attenti” nel centenario del manifesto futurista di F.T. Martinetti.
Nell’auditorium la scena è stata all’inizio tutta per Moschini, il “maceratese di Tolentino”: con lui al tavolo della presidenza l’assessore alla Cultura Massimiliano Bianchini, la direttrice dell’Accademia Anna Verducci e il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Comi che avrebbe poi lasciato il posto al presidente della Provincia, Giulio Silenzi, in ritardo. In prima fila tra gli invitati Franco Capponi e l’on. Giulio Conti. Mister Frau – il gruppo, ora di proprietà Montezemolo possiede altri marchi prestigiosi come Cassina e Cappellini- è stato scelto all’interno di una terna in cui facevano parte il presidente uscente avv. Massimiliano Fraticelli e il creatore delle Winx, Iginio Straffi. Il nuovo “special one” dell’Accademia ha ringraziato il direttore di Confindustria Macerata, Luigi Jannucci presente in sala “a significare una più diretta vicinanza tra Accademia ed impresa”. Poi a sorpresa l’annotazione familiare: “Ho due figlie, ma nessuna ha inteso raccogliere il testimone in azienda. Una è mamma full time, la seconda ha un agriturismo perché come me ama la natura”. Poi l’appello ai giovani perché “la creatività ha un ruolo essenziale nella produttività e perché l’umanesimo si deve legare alle scienze e la tecnica per una nuova cultura del bello in uno sforzo corale oltre la crisi”. Ancora: “Crescete in sapienza ma non slalomate… e cioè non dribblate gli impegni nella sfida che vi attende”. C’è infine posto per polemizzare contro chi diffamatoriamente “sussurra che ungo le ruote (Moschini invero dice un’altra cosa ndr) per un posto da europarlamentare: ripeto non sono in cerca di poltrone”.
In un j’accuse allo Stato sordo ed avaro verso le Accademie, che lesina il contributo (“è ridotto al 10% del bilancio che abbiamo dimezzato piuttosto che alzare le tasse”) si è configurato l’intervento della direttrice. “I stipendi dei docenti (46) sono più bassi di quelli dei colleghi delle Superiori, non c’è più certezza di nulla che unicamente del posto di lavoro e la ricerca non è finanziata” ha detto Anna Verducci che da 8 anni dirige l’Accademia e che ha ribadito comunque l’impegno di progettualità per Macerata. Insomma un’indignata requisitoria che fa il paio con quella del rettore dell’Università, Sani proprio su www.cronachemaceratesi.it.
Poi la cerimonia con al centro Manara introdotta da una brillante e torrenziale Laudatio da parte del prof. Roberto Cresti, docente d’Estetica con valigie pronte in direzione dell’Università -ha annotato la direttrice ad accentuare come lo stato d’incertezza provochi l’emorragia di preziose intelligenze. Da Apuleio a Manet, Cresti ha percorso secoli di Linee d’Eros sulle quali gloriosamente si è incamminato l’arch. Milo Manara nelle sue collaborazioni con autori come Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Federico Fellini, Enzo Biagi. “Ho gettato alle ortiche la tonaca dell’architetto –ha detto il Premio Svoboda- quando mi sono imbattuto in Barbarella. Ho capito che dovevo dedicarmi a lei, e cioè all’illustrazione. Sono grato per questo titolo d’Accademico. Chiudo così il cerchio con una delusione giovanile: la bocciatura all’ammissione all’Accademia di Venezia. La bruciatura s’accompagnava al fatto che sentivo d’aver deluso un caro zio che mi aveva ospitato per tutto il tempo della preparazione all’esame. Ricordo ancora la prova mancata: il disegno di un ciclamino che mi ha perseguitato per anni! Così avevo deciso d’iscrivermi ad Architettura ma quel no è stato sempre duro da mandar giù. Ho detto dunque ‘sì’ con entusiasmo alla proposta di Macerata (votata all’unanimità dal Cda, il 15 febbraio 2007 su indicazione dello studente consigliere Virgulti ndr)”. Manara ha ricordato poi la sua partecipazione alla contestazione sessantottina alla Biennale di Venezia a fianco di Emilio Vedova e poi, ormai illustratore celebrato dell’Eros, la testimonianza “di quel parroco nel Salento “che mi paragonava al National Geographic perché gli facevo scoprire posti che non avrebbe mai potuto visitare..!”.
Una testimonianza seguita con attenzione e simpatia dall’uditorio dove non sembrava mancare alcuno. A dire il vero, un’assenza significativa (in quanto si celebrava un illustratore) c’era ma nessuno se n’è dato peso, preoccupati dal ritardo di Silenzi. L’assenza? Quella di Mauro Evangelista, miglior illustratore per ragazzi nel 2008: Premio Andersen e Premio Luzzatti, tra i dodici “Maceratesi dell’anno”. L’invito, fra tanti, pare sia stato inviato ma è certo che andava un po’ più sostenuto.
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