Tifosi della Civitanovese
di Gianluca Ginella
Fallita la Civitanovese. I giudici del tribunale di Macerata, esaminata l’unica offerta per l’acquisto delle quote della società Cerolini srl, che ne deteneva il 98 percento, hanno deciso di dichiarare fallito il club visti anche i debiti che però, da quanto emerge, non sarebbe stato possibile quantificare. I giudici hanno fissato un’asta per mercoledì prossimo (12 luglio, alle 12,30) al tribunale di Macerata dove chi fosse interessato potrà acquisire il titolo sportivo. La base d’asta fissata è di 30mila euro, in caso di più offerte il rilancio minimo dovrà essere di 3mila euro. Nella cessione sono compresi tutti i beni mobili oggetto dell’inventario fallimentare; i beni immateriali quali il marchio della società, ogni diritto relativo all’uso e alla disponibilità del dominio web, i colori di maglia ed altri eventuali colori già usati dalla società fallita. La cessione non comprende la convenzione stipulata con il comune di Civitanova per l’utilizzo degli impianti sportivi (convenzione da stipularsi a cura dell’acquirente). Curatore fallimentare è stato nominato il commercialista Renzo Telloni al quale chi fosse interessato a presentare un’offerta potrà rivolgersi per avere informazioni. Sinora l’unica offerta presentata per l’acquisto del 98% delle quote del club era stata quella dell’ex diesse Gianni Rosati, mai giudici non l’hanno ritenuta congrua. La decisione è stata presa ieri e si è appresa oggi. Rosati aveva presentato l’offerta per la Cerolini srl, a sua volta fallita.
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Il marchio…. cioè un pesce???!!!
meglio il pesce che un piccione!!
Sopra l’articolo sulla Maceratese,sotto l’articolo sulla Civitanpvese…strani incontri del destino: due club storici della nostra regione,due tifoserie appassionate che non riescono dagli anni 80 a trovare soddisfazione…le due città più importanti della provincia, quasi 100mila abitanti e non si riesce a trovare nemmeno un imprenditore locale serio che dia uno straccio di prospettive al calcio!
Marco Gatti hai perfettamente ragione! la verità è che il calcio, come tutte le altre cose, non è più sport ma business e la sola cosa che conta sono i soldi! rimpiango gli anni (che ahimè non ho vissuto per la mia età!) in cui i giocatori de citanò o della rata erano lavoratori e non professionisti… che lavoravano tutto il giorno per allenarsi la sera… che credevano nella maglia, nella squadra, nei tifosi, che sudavano alla morte per i colori che rappresentavano…. anni impagabili che ormai sono un lontano ricordo e non torneranno più!
Circolano troppi soldi !!! Se non si decidono a mettere ,per i professionisti , un tetto massimo sostenibile per gli stipendi e le valutazioni degli stessi calciatori ,il calcio non avrà futuro . Solo con questa manovra , assieme al rilancio del calcio giovanile nel territorio si potrà salvare il mondo del pallone !!