di Alessandro Trevisani
Mentre ancora non è certo se l’antenna Vodafone “cresciuta” la scorsa settimana in via Pacinotti (leggi l’articolo) sia entrata in attività o meno, continua la mobilitazione dei residenti della zona per sapere e avere risposte in merito al rischio connesso alle onde elettromagnetiche. Ricordiamo che il ripetitore (tecnicamente una stazione radio base che invia campo a diversi tipi di cellulare) insiste in un circondario abitato da circa 6-700 persone, a distanza di tre asili, posti rispettivamente a 100, 400 e 600 metri dall’impianto. Non solo: accanto al ripetitore Vodafone ce n’è un altro Tim più basso – quindi potenzialmente più incisivo a livello emissioni sulle persone, ma meno potente nell’invio del segnale – e che tra i due tralicci c’è una vasta superficie di amianto, peraltro bisognosa di monitoraggio almeno triennale, sul tetto del magazzino di Giri Arredo Bagno.
I residenti si stanno muovendo su tre fronti: ricerca di informazioni (autentici studi nella selva di leggi germogliata dal cosiddetto Piano Salva Antenne voluto dal decreto Gasparri del 2002), consulto con un avvocato e confronto con il Comune. Per pagare un’eventuale consulenza giuridica Chiara Traferri, attivista del M5S, a titolo personale ha promosso una raccolta fondi. “Ci servono 200 euro entro il 15 dicembre, giorno in cui romperemo i sigilli dei salvadanai posizionati al bar Gatto e la Volpe e in altri posti. Ci pagheremo un perito che ha lavorato al piano antenne di Senigallia – spiega Traferri, che tra l’altro lavora nella zona degli ipermercati, quindi non distante dall’antenna – per capire se vi sono anomalie a livello di normativa tecnica, una materia che viene sconvolta ogni sei mesi e che è terribilmente complicato conoscere”.
La mancanza di un piano antenne a Porto Recanati, tra l’altro, è quanto avrebbe consentito a Vodafone di piazzare il ripetitore nonostante il Comune, scorso maggio, avesse detto chiaramente alla società che l’antenna lì non la voleva. Su questo concordano il sindaco Montali e il vicesindaco Riccetti, che martedì hanno ricevuto alcuni residenti. “La mia speranza personale è che il sindaco faccia un’ordinanza e blocchi l’attivazione dell’antenna – dice Simonetta Benedettucci, residente a 40 metri dall’antenna, con tanto di 8 anni di mutuo ancora da versare – ma un’altra cosa che vorrei sapere come insegnante di Fisica è capire se le ‘padelle’ che mandano il segnale sono direzionate bene oppure no”. L’ipotesi-esproprio è l’altra immaginata dalla Benedettucci: sarebbe da capire se il Comune vuole e può togliere un pezzo di terra altrove al suo legittimo proprietario, per spostarvi l’antenna senza danni per la salute di alcuno.
Nel frattempo Riccetti ci conferma che Vodafone ha avvertito il Comune lo scorso 5 aprile, mentre il sindaco Montali, sul piano antenne, ammette che è indispensabile, e che sarà congegnato e attivato quanto prima da questa amministrazione. A livello di esproprio e ordinanze, nello stile della casa, silenzio e consulto a 360 con gli alleati. In ogni caso, dice Riccetti, “presto saprete come ci muoveremo: abbiamo mandato agli uffici di convocare a un tavolo Telecom, Wind e Vodafone, per elaborare il piano antenne comunale”.
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ecco questo significa non essere tutelati da chi abbiamo votato
Non come insegnante di fisica voglio sapere le direzioni delle padelle ma come CITTADINO
Premesso che desidero ringraziare la stampa per l’attenzione posta al problema ma vorrei dare alcuni chiarimenti riguardo le mie dichiarazioni.
Riguardo al mutuo io come tanti altri cittadini ho realizzato un progetto di vita comprando un appartamento come prima casa comportando un impegno economico importante.Mi chiedi perchè il mio immobile debba essere svalutato Chi comprerebbe un immobile a 40 metri da una antenna alta 25m?
Certamente non ho della competenze in materia di inquinamento elettrostatico ma sono informata sui potenziali pericoli.Il fatto che sono un insegnante di materie scientifiche forse mi rende maggiormente consapevole.
Appoggio pienamente l’iniziativa intrapresa da Chiara Traferri peraltro contattata telefonicamente dopo aver letto l’articolo e la lettera pubblicata su l’Argano.
Io non sono l’unica cittadina che crede fortemente di essere di fronte ad una situazione pericolosa per la salute
Ovviamente elettromagnetico non elettrostatico