di Alessandro Trevisani
Timore e preoccupazione per la salute avvolgono i residenti del quartiere di viale Gramsci: un’antenna per la telefonia è stata installata e completata, appena mercoledì, dopo 4 giorni di lavoro, tra viale Gramsci e viale Pacinotti, immediatamente a ridosso del negozio Giri Arredo Bagno. Si tratta di una stazione radio base che invia il segnale a diversi apparecchi telefonici (GSM, UMTS, ecc), quindi sostanzialmente irradia onde elettromagnetiche che amplificano e potenziano il “campo” di cellulari. L’improvvisa apparizione, però, ha scatenato l’ira e la protesta dei vicini, sei isolati abitati all’incirca da 6-700 persone, già afflitte dalla presenza di amianto proprio sul tetto del magazzino della Giri Arredo Bagno, e di un’altra antenna della Tim, più bassa, a una manciata di metri di distanza da quella di fresco impianto. Senza contare che lì vicino si trova l’asilo privato Montessori di viale Gramsci (una ventina di bimbi), a circa 100 metri, mentre a quasi 400 metri c’è l’asilo comunale di via Ancona (circa 220-250 piccoli), e poco più a nord anche l’asilo privato La Fiaba di via Loreto (pure qui circa 20 bambini). «Sono intimorita e arrabbiata, la mattina che mi sono accorta di questa nuova antenna ho avuto un attacco di panico – dice Simonetta Benedettucci, che risiede in viale Gramsci e ha la finestra che si affaccia sulle antenne e sulle presenze di amianto. Sono anni che pago 700 euro di mutuo al mese e finirò nel 2023. Mio figlio dorme da tempo con le serrande abbassate in qualsiasi stagione, per paura di respirare fibre di amianto ». Benedettucci, che è insegnante di Fisica alla superiori, spaventata perché conosce la materia. «Io mi domando come sia possibile consentire certe costruzioni al giorno d’oggi – continua la residente – nonostante la legge affermi il principio di cautela per la salute, e sono pronta ad adire vie legali per chiedere il riconoscimento del danno biologico, almeno per lo stress che ricevo. Di recente il mio condominio ha messo le vetrate intorno alle scale condominiali, spendendo 30mila euro, più 9mila versati nelle casse del Comune per i permessi.
Martedì vedrò il sindaco Sabrina Montali per affrontare la questione». Il primo cittadino è perplesso. «Purtroppo Porto Recanati non dispone di un piano antenne – spiega il primo cittadino – e la legge in materia, in mancanza di un regolamento simile, è diventata molto permissiva». Sarebbe possibile un esproprio? «Il Comune lo può fare – dice Montali – e in casi di rischi per la salute ci vorrebbe proprio, anche se ultimamente una parola come ‘esproprio’ suona male a molte persone». Tra i residenti intanto è in atto una raccolta firme, e chi non ha ancora sottoscritto il documento, con il quale si chiede un intervento del Comune e l’adozione di un piano antenne, cerca il foglio in maniera ansiosa. «I rischi per la salute dipendono da un fatto fondamentale – riprende Benedettucci – le onde elettromagnetiche aumentano la temperatura del corpo ed espongono il soggetto a rischio tumori». Preoccupata e sbigottita Rossana Antognini, che da anni lotta contro la presenza massiccia di amianto nel quartiere. «Le istituzioni stanno a guardare – dice – e il cittadino è costretto a spendere di tasca propria per avere il diritto, fondamentale, di poter vivere sereno nella propria casa». Benedettucci ha una lettera che le ha inviato l’Arpam a dicembre 2011: si parla di controlli triennali sul tetto di amianto e di una bonifica che il privato, a detta di Arpam, all’epoca avrebbe già intrapreso.
Protesta anche Sel, con una nota firmata dal portavoce Emanuele De Chellis: «Ci sono danni per la salute dei nostri figli? Il privato può fare come vuole o ci sono delle normative a riguardo? Aspettiamo risposte precise e urgenti sia dall’amministrazione sia da chi ha autorizzato l’istallazione. Chiediamo e ci rendiamo disponibili alla creazione di un Piano Antenne Comunale, che ad oggi non esiste, col rischio che domani un altro operatore paghi qualche privato e un’altra antenna spunti nel nostro territorio». All’ingresso dei portoni delle casa i residenti firmano la petizione. «Faremo un comitato, dobbiamo metterci insieme e andare dal sindaco – propone Antognini – fino a pochi giorni fa pensavamo al resort al Burchio. Sarà ora di preoccuparci della nostra salute?».
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Facciamo ingrassare le case farmaceutiche
con sotto distese di amianto in sfaldamento. Quei poveri bambini…
L’ignoranza la fa sempre da padrona ma dico io tutti si preoccupano di un ripetitore installato a debita distanza in altezza senza pensare a quanto più male fa un cellulare tenuto sul lobo dell’orecchio il quale la potenza irradiata arriva fino a 2 watt ?
Il male peggiore e’ l’ignoranza ma ancora peggiore e’ fare di tutto per rimanere tale.
La faremo togliere. La salute dei nostri figli non ha prezzo.
Certo discutete x l’antenna, poi a 5 anni gli comprate il cellulare e l’ipad con cui giocano tutto il giorno. Senza parole
…sicuramente tutte le persone che protestano per l’antenna (compreso il sindaco che parla di esproprio) non usano il cellulare! E sicuramente tutte vivono in appartamenti dove non vi sono wi-fi, telefonini e simili…
Cosa è peggio la saccenza o l’ignoranza? Io posso evitare di tenere il cellulare sul lobo dell’orecchio, ma sul ripetitore che installano vicino alle scuole purtroppo posso fare poco. Comunque il mondo è bello anche perché esiste chi pensa di aver capito tutto ma in realtà non ha capito niente.
Fortuna che c’è lei signor Antonio che ci illumina la retta via …. Ma mi faccia il piacere
L’argomento della tutela della salute pubblica merita argomentazioni più approfondite, un artico della costituzione sancisce il diritto alla salute . Interessi privati a scapito dei cittadini.
Come già ho scritto su fb sottolineo che il territorio dove è stata installata la torre è indiscutibilmente in una zona critica per la salute sottolineo la presenza di coperture in eternit e la presenza di un altra antenna Telecom , polveri sottili , ferrovia, lavorazione di materiali ferrosi. Il rischio di ammalarsi aumenta in proporzione al tempo di esposizione e visto che noi cittadini abbiamo comprato appartamenti dove viviamo come prima casa il tempo di esposizione È SEMPRE. E non dimenticate che ci sono famiglie con bambini piccoli e un asilo a poco più di 100m…. Che dire siamo forse cittadini di serie B o non paghiamo le tasse al comune? Dovremmo almeno essere esonerati dal pagarle!!,
Ai signori Marco e Michele Rossi chiedo di portare i propri figli a crescere a fianco a un ripetitore visto che non hanno difficoltà o imbarazzi di sorta. Parlare per luoghi comuni è facile quando sono gli altri a trovarsi in situazioni di rischio. Visto che rimanete facilmente senza parole, risparmiatele anziché produrre congetture sul modo che gli altri hanno per educare i propri figli
Vito, la mia battuta voleva significare che non possiamo lamentarci di qualcosa che non siamo in grado di inserire con certezza tra le cose “dannose per la salute”. Non mi pare esistano studi in tal senso (o meglio, sicuramente esisteranno ma se anche esprimessero risultati catastrofici non ce lo direbbero mai…..) ma più che altro dicerie e convinzioni personali più o meno qualificate. Però il cellulare lo usiamo tutti (o quasi…) e tutti (o quasi…) ci lamentiamo perché non abbiamo una connessione rapida, veloce, ecc.. Poi, se vogliamo a tutti i costi parlare di ciò che non conosciamo, ti dico che francamente mi preoccupano alla stessa maniera il ripetitore e le decine di campi elettromagnetici di cellulari e antenne wifi in cui i nostri figli sono inseriti in ogni istante della giornata sopratutto a casa… la mia ironia, in definitiva, era proprio sulle persone che si lamentano senza sapere ciò di cui parlano!