“Guardami”, in scena il bisogno
di essere riconosciuti

MACERATA - In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità mercoledì alla Filarmonica alle 19 la nuova produzione delle Officine Papage apre il ciclo "Dis/Abilities" di Unimc

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La frase rimbalza in platea prima ancora che le luci si abbassino: «Se non mi vedi, io non esisto». Non è uno slogan, ma il punto da cui parte Guardami, lo spettacolo che mercoledì alle 19 porta sul palco della Filarmonica di Macerata un’umanità che chiede spazio, ascolto, riconoscimento. Un invito a fermarsi, a non distogliere lo sguardo. 

L’iniziativa, organizzata dall’Università di Macerata, si inserisce all’interno della giornata internazionale delle persone con disabilità ed è una nuova produzione delle Officine Papage.

guardami-spettacolo-e1764604326990-325x232Lo spettacolo, diretto da Paola Consani con l’assistenza di Alessandra Siotto, nasce dal laboratorio teatrale “La porta senza maniglia”, che ogni anno esplora temi legati all’identità, alle relazioni e alla percezione di sé. Dopo aver indagato, lo scorso anno, i legami familiari e affettivi, il gruppo ha scelto stavolta di concentrarsi su una domanda radicale: che cosa significa essere visti davvero? Chi ci guarda per ciò che siamo e non per ciò che vorrebbe vedere? E cosa accade quando nessuno ci riconosce nella nostra autenticità?

Sul palco Eleonora Cherici, Tullia Amodori, Diletta Saviozzi, Nadia Bhihi e Yuri Trinciarelli danno voce a un percorso artistico che affonda nelle esperienze personali e collettive del non sentirsi riconosciuti.

“Se non mi vedi, io non esisto” è la frase che ha accompagnato l’intero anno di lavoro e che diventa il filo rosso della performance, trasformandosi in un grido contro l’indifferenza, la superficialità, la prepotenza e quella “legge della voce più forte” che spesso soffoca chi è percepito come diverso.

La performance si inserisce nel programma Dis/Abilities, coordinato dalla docente Maria Paola Scialdone insieme alle docenti Silvia Ulrich (Università di Torino) e Diana Battisti (Università di Trieste), un percorso di incontri, letture, attività artistiche e momenti di confronto dedicati alla rappresentazione della disabilità nelle discipline umanistiche. L’ingresso è libero.



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