Discariche e tariffe rifiuti, Buldorini:
«Non ci sono aumenti previsti nel 2026.
Il rinvio del piano è atto di trasparenza»

MACERATA - Sui costi e le voci di rincari il vicepresidente della Provincia chiarisce: «Ad oggi non esiste alcun piano finanziario 2026, né un atto previsionale che consenta di parlare di aumenti futuri». L'attacco al centrosinistra: «Il rinvio votato dal 70% dei sindaci presenti all’assemblea, chi critica ora fa soltanto un esercizio di demagogia»

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Luca Buldorini

di Luca Patrassi

Mentre a livello politico la bagarre si è scatenata sul post del presidente del Cosmari Paolo Gattafoni, e i servizi che sarebbero da fatturare ai Comuni e rimasti in pancia al Consorzio, a livello amministrativo il vicepresidente della Provincia Luca Buldorini affronta le questioni del piano dei siti idonei a ospitare le discariche e delle tariffe: «Sta circolando una narrazione secondo cui sarebbero “già previsti” aumenti per il 2026 e che il rinvio del documento localizzativo da parte dei sindaci dell’Ato3 sarebbe la causa delle tariffe in crescita. Si tratta di un’affermazione palesemente infondata.

Le tariffe Tari vengono determinate anno per anno, dai Comuni, sulla base dei costi certificati da Cosmari e validati dall’autorità nazionale Arera. Ad oggi non esiste alcun piano finanziario 2026, né un atto previsionale che consenta di parlare di aumenti futuri. I rincari di quest’anno derivano esclusivamente da fattori tecnici noti a tutti: gli obblighi Arera e l’aumento dei conferimenti fuori provincia dovuto all’esaurimento temporaneo della capacità residua. Nulla che abbia a che vedere con il rinvio di un atto tecnico».

L’analisi di Buldorini: «Il documento localizzativo, infatti, non modifica tariffe, rappresentando soltanto una fase preliminare di indirizzo, che necessita di ulteriori approfondimenti tecnici, ambientali e idrogeologici. Confondere questo passaggio con l’aumento della Tari significa creare allarmismo senza basi e disorientare l’opinione pubblica». C’è anche spazio per la polemica: «Non aiuta, in questo senso, neppure il recente intervento dell’ex sindaco di Montecassiano, che ha parlato di “provincia paralizzata” e ha accusato il centrodestra di non assumersi responsabilità. Una ricostruzione che omette un elemento fondamentale: la sua stessa successora, attuale sindaco pro tempore di Montecassiano, ha votato il rinvio, insieme a circa il 70% dei sindaci presenti all’assemblea. Attribuire irresponsabilità agli altri quando il proprio Comune – oggi amministrato dalla stessa squadra civica – ha condiviso la scelta, appare un esercizio di demagogia e un atto scorretto anche nei confronti della sua stessa ex amministrazione oltre che alle altre della sua stessa compagine politica come Monte San Giusto guidata dal sindaco Andrea Gentili».

La tesi finale di Buldorini: «Il rinvio approvato dai sindaci non è frutto di esitazione o di mancanza di coraggio, bensì di responsabilità istituzionale: la necessità di approfondire ulteriormente la documentazione tecnica, di rispondere puntualmente alle osservazioni dei Comitati, di rafforzare il quadro istruttorio e di evitare errori procedurali che produrrebbero ricorsi e blocchi futuri. Forzare un atto di questo tipo, senza una base tecnica solida, sarebbe stato contrario al buon senso e avrebbe messo in difficoltà proprio gli stessi Comuni che oggi chiedono soluzioni. È importante che i cittadini sappiano che l’assemblea dei sindaci ha operato con spirito di prudenza e trasparenza, nell’interesse dell’intero territorio provinciale. La gestione dei rifiuti richiede rigore, non slogan. Richiede studio, non contrapposizioni sterili. E soprattutto richiede verità, non allarmismo. Invitiamo quindi tutte le forze politiche e gli amministratori ad attenersi ai dati, alle norme e ai fatti, evitando ricostruzioni approssimative che rischiano solo di generare sfiducia nei confronti delle istituzioni e di allontanare il dibattito dalle soluzioni concrete di cui i cittadini hanno realmente bisogno».



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