«Gioco d’azzardo patologico:
un fenomeno tanto esteso quanto invisibile»

MACERATA - Ieri al teatro Lauro Rossi l'evento che metteva al centro la figura dell'amministratore di sostegno nella cura del Dga

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Gianni Giuli (a sinistra) e Giuseppe Rivetti (a destra)

Bisogna agire in fretta e in maniera sempre più incisiva sulla prevenzione e la terapia del Dga, il disturbo da gioco d’azzardo. Questa patologia è stata al centro di “The Watchman – Il ruolo dell’amministratore di sostegno nel gioco d’azzardo patologico”, evento tenutosi ieri al teatro Lauro Rossi, promosso dal Dipartimento dipendenze patologiche Ast Macerata e dall’Università di Macerata, in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Macerata e con il patrocinio di Comune, Ast Macerata, Sipad, e Ordias.

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I saluti della vicesindaca Francesca D’Alessandro

La giornata ha registrato un’ampia partecipazione istituzionale, a partire dalla presenza del prefetto Giovanni Signer, mentre per il Comune sono intervenuti la vicesindaca Francesca D’Alessandro e l’assessore Paolo Renna che hanno sottolineato l’esigenza di agire sul fenomeno azzardo attraverso una rete che includa sanità, servizi sociali e forze dell’ordine. Fin dall’introduzione l’evento, inserito tra le azioni del Piano triennale 2023/2025 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da gioco d’azzardo patologico, ha posto l’accento sulla necessità di valorizzare il ruolo dell’amministratore di sostegno che può avere un grande impatto sulla tutela dei giocatori vulnerabili.

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La mattina, con un taglio scientifico, ha affrontato il tema del Dga come una dipendenza comportamentale che determina gravi disagi personali e familiari, con pesanti ricadute sulla salute psichica e fisica della persona, nonché sull’equilibrio socio-relazionale ed economico del nucleo familiare. Le relazioni hanno ribadito come sia fondamentale portare chi ha problemi di gioco a chiedere aiuto senza aspettare danni gravi. Nel pomeriggio è stata analizzata da vicino la figura dell’amministratore di sostegno, uno strumento giuridico fondamentale per coniugare la tutela della persona vulnerabile e il rispetto della sua autodeterminazione, un elemento chiave per un’azione più efficace e in rete. Particolare attenzione è stata rivolta alle prassi applicative nei tribunali e alla delicata questione del bilanciamento tra libertà individuale e protezione. Nella tavola rotonda sono stati messi al centro della discussione le criticità che permangono e che rendono il disturbo da gioco d’azzardo un fenomeno tanto esteso quanto invisibile.

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A conclusione della giornata Giuseppe Rivetti e Gianni Giuli, referenti scientifici del convegno, hanno sottolineato come l’evento sia riuscito nell’intento di promuovere un confronto costruttivo tra istituzioni, operatori del diritto, professionisti delle dipendenze e della salute mentale, assistenti sociali, amministratori pubblici, associazionismo e famiglie, ponendo le basi per costruire modelli d’intervento più efficaci, sostenibili e rispettosi della dignità della persona, con la figura dell’amministratore di sostegno come nodo continuativo della rete.

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