I relatori del convegno “Quello che gli uomini non dicono”
Quali sono gli strumenti della giustizia per uscire dalla piaga della violenza di genere. Se n’è parlato in un confronto all’auditorium Dante Cecchi della biblioteca Mozzi Borgetti. L’appuntamento dal titolo “Quello che gli uomini non dicono”, è stato organizzato dall’assessorato alle Pari opportunità del comune di Macerata. Un viaggio al maschile nella piaga della violenza durante il quale si è cercato di approfondire e capire quali sono le dinamiche che si creano nei rapporti di coppia disfunzionali che a volte, purtroppo, sfociano in tragedia e vedono la donna restarne vittima.
Al convegno che si è svolto mercoledì particolare attenzione è stata dedicata al tema della giurisprudenza in materia partendo da alcune sentenze dei tribunali italiani; al linguaggio utilizzato nel trattare il tema della violenza di genere; all’importanza di incontri e confronti che sono necessari per uscire dai luoghi istituzionali e parlare alle persone; alla necessità di una rete solida di supporto per le donne; alla prevenzione e alla sensibilizzazione.
Patrizia Peroni, Francesca D’Alessandro e Paolo Vadalà
«L’incontro ha rappresentato un’occasione preziosa per riflettere su strumenti, strategie e percorsi pratici che possano rendere più consapevole e sensibile l’azione di tutti gli attori coinvolti, contribuendo alla creazione di un contesto più sicuro e rispettoso per le vittime di violenza di genere – ha detto il vice sindaco e assessore alle Pari opportunità Francesca D’Alessandro -. Il convegno ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato e multidisciplinare nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere. Dalla formazione delle figure professionali alla tutela delle vittime, dalla sensibilizzazione culturale al ruolo cruciale della comunicazione nei processi giudiziari, tutti gli interventi hanno evidenziato come la costruzione di una giustizia realmente efficace richieda collaborazione, consapevolezza e attenzione alle complessità sociali e psicologiche dei fenomeni di violenza».
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I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali e con l’intervento del presidente dell’Ordine degli avvocati di Macerata Paolo Parisella e del vice presidente della Camera penale di Macerata Piero Cavalcanti che hanno sottolineato l’importanza della formazione e della sensibilizzazione nelle professioni giuridiche.
Tra i primi interventi quello di Paolo Vadalà, presidente del tribunale di Macerata, che ha riportato sotto i riflettori un caso del 1998, avvenuto a Perugia ponendo l’attenzione sulle implicazioni del linguaggio giuridico e sulla necessità di un’analisi critica delle sentenze nell’ambito della violenza di genere.
Tra gli interventi anche quello dell’avvocato Paolo Giustozzi. Tra i contributi più incisivi, quello di Patrizia Peroni, dirigente della Divisione anticrimine della questura di Macerata, che ha ribadito un principio cardine del suo ufficio: una donna che entra in questura per denunciare o chiedere aiuto è già una vittima e la presa in carico è, infatti, immediata.
Il convegno ha poi proseguito con altri interventi di rilievo del comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, il colonnello Raffaele Ruocco, che ha condiviso esperienze operative e strategie adottate dalle forze dell’ordine nella gestione dei casi di violenza di genere, sottolineando come la dipendenza economica possa condizionare la decisione di una donna di denunciare il convivente e l’importanza di interventi mirati a garantire sicurezza e autonomia.
Alessandra Fermani, docente di Psicologia sociale all’Università di Macerata, ha offerto una lettura sociologica delle dinamiche culturali e comunicative che influenzano la percezione della violenza di genere, evidenziando l’impatto degli stereotipi sulle opinioni pubbliche e sulle decisioni istituzionali.
Adelio Bravi, psicologo e psicoterapeuta, ha approfondito il tema dell’affettività e delle relazioni, illustrando come la comprensione delle dinamiche emotive sia fondamentale per prevenire comportamenti violenti e supportare efficacemente le vittime.
Valeria Pasqualini, assistente sociale presso Cav e Cuav, ha presentato il ruolo dei centri di ascolto e dei servizi territoriali nella tutela delle vittime.
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