Avvocato condannato per la morte dei cani:
«Li amavo, erano membri della famiglia».
I legali: «Faremo appello»

GIUSTIZIA - Gli avvocati difensori Giovanni Bora e Marco Manfredi: «Come è stato dimostrato durante il processo, questi splendidi setter irlandesi ricevevano cure di altissimo livello: non venivano nutriti con comuni crocchette ma con carne di prima scelta acquistata dal macellaio»

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L’avvocato Giovanni Bora

di Alessandro Luzi

«Il nostro assistito respinge cono fermezza e indignazione le accuse che lo hanno portato alla condanna per la morte dei cani e ribadisce la totale estraneità ai fatti contestati. Faremo appello». A dirlo gli avvocati difensori Giovanni Bora e Marco Manfredi che assistono il legale maceratese Marco Battellini, condannato ieri a 8 mesi dal tribunale di Ancona (pena sospesa). L’avvocato, che vive a Sirolo, è accusato di aver ucciso i suoi tre Setter irlandesi: Max, 6 anni, e i suoi due figli Diva e Ermes. Episodio che sarebbe avvenuto il 6 febbraio del 2021 (leggi qui l’articolo).

«La sentenza di primo grado – proseguono i legali Bora e Manfredi – verrà immediatamente impugnata dinanzi alla Corte d’appello. Si ritiene, a ragione, che trattasi di condanna fondata unicamente su indizi labili e non su prove certe. Come già sostenuto dalla difesa durante il processo, le argomentazioni dell’accusa risultavano prive di fondamento giuridico solido, basandosi esclusivamente su labili indizi anziché su prove certe e incontrovertibili. La stessa perizia redatta dal consulente del pm non afferma che la causa della morte sia riconducibile ad avvelenamento».

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L’avvocato Marco Battellini

Secondo la versione dei due avvocati «sussistono evidenti lacune probatorie che saranno puntualmente evidenziate nel ricorso in appello. Come è stato dimostrato durante il processo, questi splendidi setter irlandesi ricevevano cure di altissimo livello: non venivano nutriti con comuni crocchette, ma con carne di prima scelta acquistata dal macellaio, e avevano persino partecipato alla prestigiosa fiera di bellezza canina di Verona. Il post pubblicato su Facebook nel febbraio 2021, lungi dal costituire un’ammissione di colpevolezza, rappresentava lo sfogo di un uomo distrutto dal dolore per la perdita dei suoi amati compagni. Il nostro assistito ribadisce la sua piena fiducia nella giustizia ed è certo che la situazione verrà chiarita in grado di appello che avrà modo di riesaminare tutti gli elementi del caso.

Gli avvocati difensori hanno annunciato che «forte della propria innocenza e della fiducia nei principi di giustizia che reggono il nostro ordinamento, il legale Battellini procederà con determinazione nell’ʹiter processuale, certo che la verità emergerà in sede di appello.

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I tre setter morti

La memoria dei suoi amati Max, Hermes e Diva merita giustizia, e questa giustizia non può essere resa condannando un innocente. Deve essere precisato che il comprensibile dolore e sdegno per la morte dei cani non autorizza nessuno ad ingiuriare o minacciare una persona che è innocente fino a sentenza definitiva. Il ricorso in appello verrà depositato nei termini di legge, con riserva di valutare ogni ulteriore azione a tutela della reputazione e dell’onore del nostro assistito».

L’avvocato Marco Battellini ha ribadito quanto ha già detto in aula durante il processo: «Mi proclamo innocente, amavo i miei cani. Max, Hermes e Diva non erano semplici animali domestici, ma membri della famiglia, trattati con amore e dedizione».

Al processo si sono costituiti parte civile la Lav – dalla parte degli animali (tutelata dal legale Tommaso Rossi) e l’Enpa (assistita dall’avvocato Claudia Ricci). «La condanna è un dato importante, significa che l’uomo è stato riconosciuto colpevole – ha detto Sara Leone, area animali familiari Lav -. Ma la pena ad 8 mesi non è commisurabile alla lenta uccisione di 3 animali con cui avrebbe dovuto avere un legame affettivo».

 

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