
Foto d’archivio
Una discussione nata per questioni sentimentali, degenerata in violenza brutale. Un ragazzo di 19 anni è finito in ospedale con il setto nasale fratturato e ferite alla nuca dopo essere stato colpito in pieno volto con una chiave inglese.
L’aggressione è avvenuta nella notte tra sabato e domenica all’interno del Jungle bar di via Roma, a Macerata. Il presunto responsabile – anche lui 19enne, di origine peruviana e residente in città – è stato denunciato dalla polizia per lesioni.
L’allarme è scattato poco dopo la mezzanotte, quando i gestori del locale hanno chiamato il numero di emergenza segnalando un giovane a terra. Sul posto sono arrivate una volante della polizia e un’ambulanza del 118. Mentre i sanitari soccorrevano il ferito, gli agenti hanno avviato gli accertamenti, ascoltando testimoni e clienti.
Secondo le prime ricostruzioni, la lite sarebbe nata per motivi di gelosia: uno scontro verbale tra due ragazzi degenerato rapidamente in aggressione. In un momento di tensione, il giovane peruviano avrebbe estratto una chiave inglese di 25 centimetri e avrebbe colpito al volto il rivale. Il colpo è stato sferrato in una stanza appartata del locale, fuori dalla vista dei gestori, che però sono riusciti a intervenire in tempo per separare i due e sottrarre l’oggetto contundente all’aggressore.
Il ferito, un italiano residente in provincia, ha riportato una frattura al setto nasale e contusioni alla testa. Il ragazzo è stato trasportato in codice arancione al Pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. La polizia ha identificato tre persone coinvolte e denunciato il presunto aggressore.
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Al di là della nazionalità, che incide non come razza ma come valori ed educazione trasmessa, esprimo la mia perplessità nell’apprendere che chi è uscito a notte fonda tra il sabato e la domenica, quindi sicuramente non in orario lavorativo, aveva con se una pesante chiave inglese che non ha esitato ad usare nei confronti di un altro ragazzo in un locale pubblico. Poi la perplessità aumenta nel non leggere che l’aggressore non sia stato arrestato nonostante l’evidente gravità del gesto e la pericolosità sociale, ovvero il pericolo che il gesto criminoso venga reiterato in danno di altri. Così, a mio avviso, mandiamo un segnale sbagliato sia ai violenti che ai cittadini che si sentiranno sempre più insicuri nella loro città, non può passare il messaggio (errato) che chi aggredisce con strumenti potenzialmente mortali il prossimo possa seguitare ad andare a spasso ed attendere l’esito dei tre gradi di giudizio per essere rieducato. Ovviamente non accuso gli Agenti intervenuti in quanto, probabilmente, si sono consultati sul da farsi ed hanno ricevuto istruzioni sul da farsi, ecco, se così fosse, qui sta lo scandalo.
Per il sig. Bora. In realtà quel che manca in Italia è la ‘certezza della pena’. Tra sconti di pena, anche per buona condotta, il delinquente spesso è subito libero e questo i malfattori lo sanno bene.