«Intervalliva Tolentino-San Severino,
servono certezze»
L’appello di Cna alle istituzioni

STRADE - Elio Padella sollecita chiarezza su tempi, progetto esecutivo e risorse: «Un’opera strategica per collegare le vallate e sostenere imprese e territori in difficoltà»

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Elio Padella

«Intervalliva Tolentino–San Severino: servono certezze su tempi, progetto esecutivo e coperture». A dirlo è il presidente della Cna di Tolentino Elio Padella. L’imprenditore artigiano settempedano, rivolge un appello alle istituzioni per avere informazioni chiare sullo stato del progetto della nuova arteria.

«Inizialmente abbiamo avuto l’illusione che potesse essere realizzata a breve, invece da un po’ di tempo nessuno ne parla più. Sembra che il progetto non interessi più a nessuno nelle istituzioni ma oggi è più necessario che mai», dice Padella.

L’opera, lunga circa otto chilometri, è pensata per collegare la Statale 77 della Val di Chienti (all’altezza dello svincolo di Tolentino Ovest) con la Provinciale 36 in ingresso a San Severino, rappresentando l’anello mancante tra le due vallate del Chienti e del Potenza.

«Si tratta di un asse di collegamento strategico – sottolinea il dirigente Cna – concepito per superare le gravi criticità della viabilità esistente e rendere più efficiente l’intera rete infrastrutturale dell’entroterra». L’intervalliva risulta infatti inserita sia nei programmi di Quadrilatero Spa che nel Piano regionale delle infrastrutture Marche 2032. Da una ricerca dell’associazione di categoria sul territorio, ad oggi «risulta redatto il progetto definitivo dell’opera e avviate le istruttorie ambientali, con indagini archeologiche preventive e interventi di bonifica ordigni bellici. Tuttavia non è ancora partito il progetto esecutivo, passaggio fondamentale per l’apertura dei cantieri. Inoltre, sembra che siano necessarie più risorse rispetto alle stime iniziali, con fabbisogno residuo di circa 100/120 milioni di euro».

Padella sottolinea come il protrarsi dell’incertezza stia penalizzando un territorio già fragile: «Le imprese dell’interno vivono una condizione di svantaggio logistico che pesa sulla loro competitività. Dopo il sisma e le difficoltà economiche degli ultimi anni, la mancanza di infrastrutture adatte al traffico moderno sta accelerando lo spopolamento e scoraggiando chi vorrebbe investire qui. È una concorrenza impari rispetto alle aziende insediate lungo gli assi viari principali, dove i trasporti sono più rapidi e i costi di distribuzione più bassi. In queste condizioni è difficile attrarre nuove attività; perché un imprenditore dovrebbe aprire una attività in un territorio difficile da raggiungere?», spiega.

Le difficoltà quotidiane, aggiunge, si misurano anche nella normalità dei trasporti: «La strada provinciale attuale è inadatta al traffico pesante; è stretta, piena di curve e con tornanti troppo angusti. Quando due camion si incrociano, sono costretti a fermarsi per manovrare, creando rallentamenti e situazioni di pericolo. È una viabilità che non può sostenere i flussi commerciali di oggi», evidenzia il presidente Cna. La nuova bretella, secondo l’imprenditore settempedano, sarebbe una svolta per l’intero comprensorio, decongestionando i centri abitati, agevolando i collegamenti intervallivi con Tolentino e con la superstrada, e favorendo lo sviluppo equilibrato delle aree interne.

«Questa infrastruttura non è un capriccio locale, ma un collegamento strategico per l’intera regione: darebbe continuità alla Pedemontana e renderebbe finalmente più fruibili e interconnesse aree oggi penalizzate da collegamenti insufficienti», sottolinea. Padella chiede quindi alle istituzioni competenti di informare pubblicamente sullo stato dell’opera: «Esiste un cronoprogramma aggiornato? È stato affidato l’incarico per il progetto esecutivo? I fondi disponibili bastano a coprire l’intervento o si stanno cercando nuove risorse? Noi cittadini e imprenditori abbiamo diritto di sapere a che punto siamo». La Cna ribadisce la propria disponibilità a partecipare a tavoli tecnici e confronti pubblici, ma chiede che Regione, Ministero delle Infrastrutture, Anas, Quadrilatero e istituzioni territoriali si esprimano con chiarezza su tempi, priorità e finanziamenti, affinché un’infrastruttura ritenuta essenziale per la rinascita delle aree interne non venga messa in secondo piano rispetto ad altri interventi.



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