Guido Castelli, commissario sisma 2016
di Marco Pagliariccio
«Il presidente Giorgia Meloni è solita annunciare solo ciò che ha la certezza di poter realizzare. Così è stato anche per la Zes». Il primo ok all’estensione della Zona economica speciale a Marche e Umbria è arrivato dalla Commissione bilancio del Senato e il commissario sisma Guido Castelli non manca di sottolineare la coerenza con l’annuncio che Meloni aveva fatto in piena campagna elettorale per le regionali, nel corso del suo intervento ad Ancona dello scorso 4 agosto.
«Una promessa che è oggi una realtà concreta, con la prima approvazione arrivata dal Senato. L’iter durerà circa un mese e poi potremo contare su uno strumento straordinario per il rilancio delle attività manifatturiere di Marche e Umbria. Si tratta di un passo decisivo anche per la rinascita economica e per i territori, una possibilità per guardare al futuro con fiducia e nuove prospettive di sviluppo – aggiunge Castelli – l’estensione della Zona economica speciale comporta procedure più rapide, una significativa riduzione della burocrazia e la possibilità di accedere a incentivi fiscali, in particolare al credito d’imposta, sostenuti da una governance dedicata capace di assicurare efficienza e velocità nell’attuazione delle misure».
Ma oltre a questo c’è un’altra partita interna alla Zes tutta da giocare: quella sui cosiddetti “aiuti a finalità regionale”, citati espressamente nel ddl approvato in commissione. Si tratta di una vera e propria mappa con la quale la Regione individua i comuni bisognosi di “tutele rafforzate” sulla base di diversi indicatori territoriali (cratere sisma, distretti economici in difficoltà, tassi di disoccupazione elevati) e li segnala all’Unione europea, che ne tiene conto nell’erogazione di eventuali aiuti economici. La mappa viene rivista ogni sette anni, in corrispondenza con le programmazioni europee, e al momento comprende grossomodo la parte centro-sud della regione, ma con significative eccezioni. Esclusa quasi in toto la provincia di Pesaro-Urbino (dentro ci sono solo i comuni di Frontone e Serra San Quirico), incluso tutto l’entroterra anconetano, Macerata è presente in blocco ma con delle significative eccezioni: al momento infatti resterebbero fuori Porto Recanati, Recanati, Montelupone, Morrovalle, Montecassiano, Montefano e Appignano. Anche le province di Fermo e Ascoli sono comprese in blocco, ma con significative eccezioni: l’area della Valdaso (ma non solo), a cavallo tra le due province, resta infatti a bocca asciutta.
La mappa dei Comuni che hanno accesso agli aiuti a finalità regionali
Il rischio insomma è che si creino delle disparità interne non solo alla regione, ma addirittura anche tra comuni confinanti. Per correggere il tiro di tempo ce n’è ancora, visto che quello in Senato è stato solo il primo passo per l’atteso disegno di legge. Ma la partita della Zes sarà anche una delle prime che dovrà giocarsi la giunta Acquaroli non appena sarà insediata.
Intanto con la manovra di bilancio 2026 presentata oggi dal Governo, la Zes unica verrà rifinanziata con 2,3 miliardi di euro per il prossimo anno. A darne annuncio il segretario regionale di Forza Italia Francesco Battistoni. «Si tratta di un impegno mantenuto, un segnale concreto di attenzione e di concretezza verso le Marche che certifica ancora una volta il pragmatismo dell’esecutivo e di Forza Italia nel rendere strutturale lo strumento Zes – dice Battistoni – ci hanno accusato di tutto: di aver presentato un provvedimento vuoto, uno spot elettorale, una misura che sarebbe naufragata. Oggi invece dimostriamo l’esatto contrario e tutto ciò lo abbiamo fatto osservando un Pd imbarazzato che al Senato si è astenuto dal provvedimento. Per fortuna la Zona economica speciale esiste ed è una misura espansiva che punta ad aumentare gli investimenti e la fiducia delle imprese. Una misura fortemente apprezzata anche dal presidente di Confindustria Orsini, che nel 2026 darà un nuovo e decisivo impulso agli investimenti. Come Forza Italia siamo assolutamente soddisfatti. Abbiamo sempre ritenuto che la Zes fosse indispensabile per il Mezzogiorno e per le Marche e l’attenzione riservata dal Governo ci dice che la nostra intuizione era giusta».
«Le Marche entrano nella Zes» Meloni ad Ancona annuncia lo sblocco
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