Vittorio Sgarbi con la sindaca Rosa Piermattei
Alla sua prima uscita pubblica ufficiale dopo un lungo periodo di convalescenza che lo ha tenuto lontano dai riflettori, in una giornata dedicata al senso civico e al patrimonio culturale, coincisa con il voto per le regionali nella sezione n. 9 della città di San Severino, dove ha da tempo la residenza, Vittorio Sgarbi si è ritagliato un po’ di tempo per ammirare la mostra “Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”.
La visita, che ha catalizzato l’attenzione del pubblico e dei suoi tanti estimatori, si è svolta in un contesto di grande significato con una comunità, quella settempedana, che ha accolto di nuovo tra le sue braccia il “professore”, già sindaco tra il 1992 e il 1993. Allestita nel piano nobile del Palazzo Comunale, la mostra rappresenta un vero e proprio percorso culturale e spirituale. Non si tratta di una semplice esposizione, ma di una celebrazione della resilienza e della bellezza. I capolavori esposti, strappati alle macerie del sisma del 2016, sono tornati a risplendere grazie a importanti interventi di restauro, simboleggiando la capacità di rinascita di un intero territorio. L’iniziativa, promossa da Anci Marche e dal Pio Sodalizio dei Piceni, con il patrocinio del Comune di San Severino Marche e il sostegno della Regione, del Ministero della Cultura e di numerosi enti, è un esempio virtuoso di collaborazione che ha già richiamato tanti visitatori.
Ricevuto in Municipio dal sindaco Rosa Piermattei, Sgarbi era accompagnato dalla sua compagna, Sabrina Colle, e dall’amico e avvocato di fiducia, il settempedano Giampaolo Cicconi. Il tour all’interno della mostra è stato guidato da Paola Pistoni, guida turistica abilitata della Regione. Sgarbi, con la sua inconfondibile passione, si è soffermato in particolare davanti a due opere emblematiche. La prima, di Pietro Alemanno, ha catturato la sua attenzione per la sua raffinatezza stilistica. La seconda, un capolavoro di Lorenzo d’Alessandro, la “Madonna in trono col bambino e sant’Anna, san Rocco e san Sebastiano”, ha suscitato un profondo interesse per la sua provenienza: l’opera capolavoro del grande artista di San Severino presente in mostra tra le opere più importanti è stata recuperata dalla scomparsa chiesa di San Michele Arcangelo a Matelica.
Il tour di Sgarbi si è concluso con una tappa inattesa e suggestiva. Dopo aver ammirato i dipinti del Rinascimento marchigiano, il critico si è concesso alcuni istanti per tornare a contemplare i bozzetti di Filippo Bigioli esposti nella Galleria d’arte moderna del Palazzo comunale. Sebbene non facciano parte del percorso della mostra, questi 27 quadretti con scene tratte dalla Divina Commedia, recuperati dallo stesso critico, offrono ai visitatori l’opportunità di riflettere sul genio creativo che unisce arte e letteratura.
grazie vittò, come se avessimo accettato
Il rinascimento caprino.
Caro professore se i suoi impegni glie lo permetteranno. La inviterei a visitare i lavori di ristrutturazione del castello di pitino che lei conosce.ed apprezzerei un.suo.giudizio.grazie.
Ma non stava messo tanto male?
Grande Vitto!
Il ritorno di VittorioSgarbi 2,la vendetta.
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… ‘Il Vittorio ora è tornato,
speriam che la cosa duri,
a color che hanno gufato,
noi mandiam sinceri auguri;
che lo stato di cui ha sofferto
il pur nostro scalmanato,
non sia a loro chissà offerto
dalla vita assai in agguato;
ciao Vittorio e per favore,
torna quel che eri prima,
ma anche se con ton minore,
or io cerco qui la rima’…
m.g.
Oh Vittorio, spirito ardente, voce di fiamma,
sei tornato, cometa che il cielo richiama!
La tua verve, quel turbine d’arte e parole,
risplende di nuovo, più forte del sole.
I versi che t’elogiano, dono sincero,
cantano il tuo ritorno, trionfo del vero.
E noi, che t’aspettiamo con cuore festante,
celebriamo il tuo nome, guerriero costante!
“Il Vittorio ora è tornato,” risuona il canto,
un’eco che vibra, un giubilo tanto.
Speriamo, oh musa, che il fato sia clemente,
che il tuo passo sia fermo, la voce possente.
A chi ha gufato, con ombra nel cuore,
mandiamo auguri, ma senza calore:
che il male che t’han pensato, fugace svanisca,
e il tuo spirito libero sempre fiorisca.
Quel soffrir che t’ha preso, leon scalmanato,
è nube che passa, un sogno spezzato.
Che mai più s’agguanti, che resti lontano,
il destino ti abbracci con dolce mano.
Oh Vittorio, sei forza, sei arte che esplode,
un vulcano di idee che il silenzio scuote.
La tua voce, un pennello che dipinge il reale,
trasforma il pensiero in un canto immortale.
“Torna quel che eri prima,” implora la rima,
ma anche se il tono si placa, sublime,
sei sempre il maestro, il critico audace,
che con occhi di fuoco la bellezza rincorre e tace.
Ogni tua parola, un colpo di spada,
che squarcia il banale, che il vero richiama.
Non cerchiamo la quiete, ma il tuo ardor vivo,
che accende le menti, che rende il mondo attivo.
E se la rima s’intreccia, leggera e sincera,
è per cantare il tuo nome, bandiera che spera.
Vittorio, sei l’arte che sfida il confine,
sei il grido che infrange le leggi meschine.
Dal tuo ritorno s’irradia una luce novella,
un faro che guida, una nuova novella.
Che il tuo cammino sia lungo, fecondo, dorato,
oh Vittorio, sei il nostro eterno scalmanato!
Che i versi risuonino, che il canto si levi,
per te, che sei forza, che rendi più vivi.
Ogni tua lotta, ogni tuo fiero discorso,
è un’ode alla vita, un eterno ricorso.
E noi, con la musa, con gioia cantiamo,
al tuo ritorno, Vittorio, inneggiamo!
Sii sempre quel fuoco, quell’onda che spinge,
che l’arte e la vita per sempre si stringe.