Nicola Zingaretti
di Luca Patrassi
In attesa dell’eventuale “Cambio Marche” che campeggia nei manifesti del candidato governatore del centrosinistra Matteo Ricci, la secolare piazzetta della taverna di San Nicolò a Montecassiano, ha ospitato oggi un appuntamento elettorale del Pd. A guidare l’iniziativa l’europarlamentare Nicola Zingaretti e il candidato governatore Matteo Ricci con a fianco il candidato alle elezioni regionali e sindaco di Montecassiano Leonardo Catena. Tra i circa cento presenti l’ex sindaco di Macerata e candidato alle regionali Romano Carancini, il segretario provinciale del Pd Angelo Sciapichetti e l’ex deputato Mario Morgoni.
L’incontro a Montecassiano con Nicola Zingaretti
Apertura firmata dal sindaco Leonardo Catena: «Sono molto contento di questa campagna elettorale in mezzo alle persone, stiamo incontrando un clima diverso rispetto a quello di cinque anni fa. Grazie al lavoro di Matteo abbiamo costruito un’alleanza ampia, oggi chiediamo ai marchigiani di tornare a darci fiducia perchè questa sfida ha un significato straordinario, veniamo da cinque anni fallimentari a guida Acquaroli e questo lo dicono i dati e le persone che incontriamo. In questi pochi giorni che mancano al voto dobbiamo convincere i marchigiani ad andare alle urne, andiamo a vincere insieme».
Leonardo Catena
La riflessione dell’ex governatore della Regione Nicola Zingaretti: «Tutta l’Italia guarda allo sforzo che state facendo per ridare dignità a questa terra. Dovete guardare negli occhi le persone, in quegli occhi ci sarà il conflitto tra la paura, la tragedia di questo momento e la speranza di rimettersi in gioco. Molte persone vedono i problemi ma pensano che non ci sia nulla da fare, c’è una ragione nel perdere la speranza ma la madre di tutte le sfide è dire che non è finita, la speranza che le cose possano andare meglio c’è tutto. La prima parola è speranza, la seconda è verità, una volta ci si inchinava di fronte a quello che offrivano le Marche, erano un faro.
Matteo Ricci con Leonardo Catena
Gran parte di questa ricchezza italiana è qui, le Marche devono continuare a dare tanto. La destra si è presentata con slogan utilissimi a cavalcare le paure degli italiani ma quando va al potere i problemi la destra non li risolve. Parlano di Dio, Patria e Famiglia ma non dicono una parola su Gaza, si sono venduti con i dazi a Trump, hanno massacrato lo Stato sociale. Non risolvono i problemi, non ne sono capaci ma accusano altri, i magistrati, la sinistra, i giornalisti. Acquaroli deve andare a casa per un motivo semplice: ha governato male. Nazionalismo, diseguaglianze e repressione queste sono le parole della destra».
L’intervento di Matteo Ricci
Da Zingaretti il microfono passa a Matteo Ricci: «Questo è uno dei comizi d’amore che sto facendo in questa parte finale delle campagna elettorale. I comizi d’amore riguardano l’amore per la nostra terra, in Europa sto benissimo, è il sogno che avevo da ragazzo, vorrei un’Europa protagonista. La lampada ad olio che mi hanno regalato i minatori di Charleroi sarà il primo oggetto che metterò suolla scrivania di Palazzo Raffaello ad Ancona. Amore e senso di responsabilità: le Marche sono a un bivio. Ci sono tante tematiche che ruotano attorno ai marchigiani. Il primo grande problema sono le liste di attesa, la sanità marchigiana negli ultimi cinque anni è peggiorata. Investire nella sanità territoriale, nelle nuove tecnologie.
Siamo gli ultimi in Italia per l’applicazione del fascicolo sanitario elettronico. L’economia marchigiana è ferma, ce lo dice Bankitalia. Non cresciamo nonostante la mole straordinaria di finanziamenti che sono arrivati, direi al commissario Castelli di prendere esempio dal suo predecessore Legnini, meno comunicazione e più ricostruzione.
Basta finanziamenti a pioggia, basta clic day per assegnare fondi, dobbiamo concentrare le risorse sulla ricerca di nuovi mercati, sull’innovazione tecnologica, sul miglioramento della qualità del lavoro. La prima battaglia che faremo è per la sicurezza, per il potenziamento della sicurezza urbana, per incrementare il numero delle forze dell’ordine. Altra questione: la cultura deve essere al centro della politica mentre la destra, nella migliore delle ipotesi, pensa che con essa non si mangi. Siamo la regione di Leopardi, Raffaello, Rossini, Montessori, padre Matteo Ricci, dobbiamo costruire una strategia di marketing sul buon vivere. Per fare turismo bisogna comunicare, non aiuta avere un presidente della Regione come Acquaroli che fuori dalle Marche non lo conosce nessuno. Farò diventare le Marche una regione europea».
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ma se andate tutti a casa , ma proprio tutti non è meglio?
chiedo per un amico
Ramon Scarponi, quasi 500 candidati ci andranno a casa (con stridore di denti, come diceva Dante), ma 30 andranno a sedersi sui comodi scranni del consiglio regionale, mandatici solo dal 40% di chi può votare.
La maggioranza degli italiani (60%) non vota: qualcosa significherà…