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«Senza il rinnovo del superbonus
la ricostruzione rischia lo stop»

MACERATA - L’allarme lanciato da associazioni e ordini professionali. Enrico Crucianelli (Ance): «Situazione molto grave e si rischia il blocco. C’è il rischio di paralizzare molti cantieri e creare una serie di contenziosi capaci di mettere in ginocchio una macchina della ricostruzione che funziona e va a pieno regime». Roberto Maurizi (La terra trema noi no): «Lo vivo io stesso in prima persona, sono tantissime le famiglie che si trovano a dover vivere nell’incertezza». Simona Guido (presidente Collegio geometri Camerino): «Una proroga a fine 2026 potrebbe dare una boccata di ossigeno ma non sarebbe risolutiva»

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A Confindustria lanciato l’allarme sul Superbonus

di Mauro Giustozzi (Foto di Fabio Falcioni)

Allarme rosso sulla ricostruzione post sisma. O si proroga la scadenza del 31 dicembre 2025, termine entro il quale possono essere rendicontate le spese del Superbonus 110% oppure la ricostruzione rischia di fermarsi completamente.

È il grido che viene dai rappresentanti delle associazioni datoriali del settore edile provinciale come Ance Macerata, Anaepla Confartigianato, Cna Costruzioni, dai presidenti Ordini professionali di architetti, ingegneri e geometri di Macerata e Camerino.

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Una data davvero irrealistica rispetto ai tempi effettivi dei cantieri, aggravati da procedure complesse, carenza di manodopera, ritardi nello smaltimento delle macerie. Molti interventi, pur autorizzati ed avviati, non riusciranno a concludersi entro quella data, lasciando famiglie ed imprese senza la necessaria copertura economica.

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Enrico Crucianelli e Paola Passeri

«È necessario intervenire perché la situazione è molto grave e si rischia il blocco della ricostruzione – ha detto Enrico Crucianelli presidente di Ance Macerata –. La scadenza dell’applicabilità del Superbonus al 31 dicembre prossimo rischia di paralizzare molti cantieri e creare una serie di contenziosi capaci di mettere in ginocchio una macchina della ricostruzione che funziona e che va a pieno regime. Quello che noi come Ance chiediamo da tempo è che venga prorogata questa scadenza e che sia possibile utilizzare il Superbonus sino alla scadenza del cantiere come è naturale che sia. Ultimamente c’è stata anche la bocciatura di due emendamenti da parte del Parlamento che avrebbero potuto parzialmente risolvere la situazione per cui l’allarme che noi lanciamo oggi è vitale per la ricostruzione. È già tardi, è l’ultima possibilità da qui a fine anno di risolvere questa situazione. La proroga dell’applicazione del Superbonus serve per i lavori che sono già iniziati e che sono stati presentati prima del 30 marzo 2024, perché la proroga è stata già concessa per le pratiche presentate successivamente. Questo, tra l’altro, delinea un profilo di diseguaglianza e disparità di trattamento tra gli stessi terremotati che hanno avuto il medesimo danno, ossia la casa lesionata, ma magari hanno presentato la pratica in differenti momenti».

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A destra Paola Passeri

Sono già state avanzate due proposte: introdurre un plafond con finanziamento agevolato, sul modello L’Aquila, oppure prorogare il termine oltre il 2025, con recupero delle detrazioni in dieci anni per rendere la misura più sostenibile.

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Robero Maurizi

«Rappresento la voce di tutti i cittadini colpiti dal sisma in quanto le difficoltà che stanno trovando le famiglie nel territorio del cratere è davvero importante – ha ribadito Roberto Maurizi de La Terra trema noi no -. Lo vivo io stesso in prima persona con la mia famiglia, ma sono tantissimi i nuclei che si trovano a dover vivere nell’incertezza su eventuali proroghe e normativa che non è affatto chiara porta ad una difficoltà di proseguire in maniera tranquilla e ordinata questa ricostruzione. Oggi è divenuto importantissimo avere una certezza sul futuro di queste famiglie e della ricostruzione delle nostre abitazioni. Siamo qui con tutti gli attori della ricostruzione per individuare e sollecitare soluzioni a queste nostre domande. Auspichiamo che ci sia la proroga alla scadenza di fine anno del Superbonus: ma avere una proroga non come accaduto in passato negli ultimissimi giorni e fatta di fretta ma avere delle certezze su tempistiche reali e fattibili per fare una ricostruzione in tutta sicurezza nell’interesse delle comunità che sono coinvolte in questa spiacevole situazione».

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Il Commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, ha riconosciuto la criticità avviando una ricognizione dei fabbisogni residui per predisporre una proposta al Governo. Ma i tempi a disposizione sono strettissimi: serve una risposta rapida e certa non solo sul tema proroga ma anche su altre due questioni rimaste irrisolte. La prima riguarda la definizione del Sal al 30% che nel contesto della ricostruzione dovrebbe essere calcolato sulle sole quote in accollo attivabili; la seconda il riconoscimento delle spese per le sole forniture, le cosiddette spese a piè d’opera. Senza tali misure permane un grave rischio di mancato riconoscimento del beneficio fiscale.

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Simona Guido

«La scadenza di fine anno ci pone enormi problemi ed una proroga serve assolutamente – ha ribadito Simona Guido, presidente Collegio geometri Camerino – perché è una necessità operativa perché molte pratiche che sono anche decretate non sono partite e quindi pensare di gestire la quota del 110% che è molto importante e grande ci pone in una situazione davvero molto critica. E’ indispensabile quindi scavalcare il 31 dicembre prossimo per poter lavorare bene. Il poco tempo che è rimasto per questa scadenza non ci consente di lavorare con tranquillità: nella prossima legge di Bilancio la nostra categoria si attende la proroga delle pratiche legate alla ricostruzione fatta col 110%. Però c’è anche un altro aspetto da porre all’attenzione dei parlamentari: la proroga a fine 2026 potrebbe dare una boccata di ossigeno ma non sarebbe comunque risolutiva. Molto spesso noi ci troviamo a lavorare in prossimità di una scadenza ed avere le stesse problematiche di non portare a termine un lavoro. Sarebbe auspicabile che una pratica di terremoto che deve essere portata avanti ed a compimento con il contributo statale e il Superbonus abbia una scadenza temporale dettate dalle ordinanze commissariali per l’intervento di ricostruzione post sisma. Vorrei precisare poi che il Superbonus nel cratere sismico non è stata un’opportunità ma una necessità e che quindi si tenga conto di questo aspetto: molte pratiche si reggono e possono essere portate a termine solamente col 110%».

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A destra Paola Passeri

Sono intervenuti anche Paola Passeri presidente Ordine dei geometri di Macerata che ha affermato come serva una proroga finalizzata ai tempi di realizzazione dell’opera e non soltanto a fine 2026, Nicola Gobbi portavoce dell’Ordine degli ingegneri che ha sollecitato la proroga per garantire la realizzazione in sicurezza e nella qualità del lavoro dei cantieri le nuove case a chi le ha perse per il sisma, Alessio Cipollari della Cna edili che ha chiesto di allungare almeno fino a fine 2027 le tempistiche legate al Superbonus 110% e Giovanni Salvucci di Confartigianato che ha sottolineato come le imprese edili più piccole, nell’incertezza che regna, oramai non prendano più lavori perché sanno di non poter poi rientrare in scadenze così strette.

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