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Concordato preventivo per le terme,
il sindaco: «Debiti insostenibili»
Fdi vota contro, ma la delibera passa

SARNANO - La relazione tecnica evidenzia lo stato di crisi. Ora il passaggio definitivo nell'assemblea dei soci della società per l'approvazione, ma è un atto formale: l'ente ha l'87% delle quote

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Le terme di Sarnano

di Luca Patrassi

Inutile scomodare Giorgio Gaber, e la sua storica Destra-Sinistra, per capire la politica sarnanese. Ieri sera il Consiglio comunale di Sarnano ha approvato a maggioranza (cinque favorevoli e quattro contrari) la delibera per il concordato preventivo in continuità indiretta della società che gestisce le terme.

Procedura che sarà attivata una volta recepita (una formalità visto che il Comune possiede circa l’87% delle quote) dall’assemblea dei soci della Sarnano Terzo Millennio che dovrebbe essere convocata per i primi di settembre.

Per l’ennesima volta, nel corso dei decenni tornano alla ribalta le terme. E’ lontano decenni il referendum proposto dall’amministrazione comunale allora a guida Ermenegildo Piergentili per aggiungere il nome Terme a Sarnano e la proposta fu bocciata a larghissima maggioranza da chi evidentemente riteneva di non dover collegare direttamente l’immagine della città alle terme, tra i contrari si ricordano anche forze politiche che in questi giorni tornano a parlare di città termale, solo che oggi la situazione è un po’ cambiata e le terme sono fonte non tanto di acque ma di enormi preoccupazioni finanziarie e patrimoniali per gli amministratori.

L’attuale sindaco Fabio Fantegrossi, eletto in una civica sostenuta dal centrodestra, in Consiglio comunale ha illustrato la situazione e le decisioni conseguenti. Prima la relazione tecnica, elaborata dal commercialista Gian Luca Gigli, che evidenzia “l’elevata antieconomicità che oramai da tempo contraddistingue la struttura”.

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Il sindaco Fabio Fantegrossi

Fatturati in calo, erosione del patrimonio netto, problemi di liquidità che si ripercuote perfino sui pagamenti degli stipendi al personale. I debiti, al 31 dicembre 2024, ammontano a 4,4 milioni di euro e – stando alle conclusioni del perito – ne deriva “una incapacità, sia attuale che prospettica,di ganrantire il sostenimento delle spese di funzionamento correnti e pregresse”.

Cos’è la destra, cos’è la sinistra? Si parla di una società pubblica che gestisce un bene pubblico, appunto le terme e dunque in teoria il fronte dovrebbe essere comunale ma non è andata così, almeno in Consiglio. Assenti giocoforza 3/4 consiglieri perchè titolari di quote, seppur minime, della società termale, la votazione ha visto la linea del sindaco Fantegrossi prevalere con 5 voti contro 4.

La maggioranza ha visto venir meno i voti degli “alleati” di Fratelli d’Italia i cui due consiglieri hanno votato contro ma ha registrato il sostegno del consigliere comunale di opposizione (protagonista peraltro di tante battaglie per la trasparenza e per la legalità) Giacomino Piergentili.

Insomma chi pensava di far naufragare l’amministrazione Fantegrossi sulle terme ha sbagliato i conti, almeno per ora. Ha osservato il primo cittadino sarnanese Fabio Fantegrossi nel corso del suo intervento in aula: «L’attuale amministrazione, dunque, anche per le responsabilità riconducibili alla condotta del socio di maggioranza, non intende più protrarre una situazione di stasi che rischia di aggravare lo stato di crisi e la posizione debitoria della società che, allo stato, è divenuta insostenibile».



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