Marco Ferracuti, segretario regionale Cisl
di Luca Patrassi
«Agli enti gestori delle residenze sanitarie è stato accordato, a diversi anni di distanza dall’ultimo ritocco, un aumento delle tariffe a fronte dell’incremento dei costi che si sono registrati anche nel settore dell’assistenza sociosanitaria. Nello stesso tempo però la Regione ha previsto risorse aggiuntive da erogare direttamente alle famiglie, attraverso dei voucher, per compensare i contraccolpi negativi sui loro bilanci. I prossimi mesi saranno impiegati per valutare le modalità di impiego di questo strumento, che ha già le coperture finanziarie per tutto il 2026 e il 2027, e che è destinato a diventare strutturale».
A rispondere alle domande è il segretario generale di Cisl Marche Marco Ferracuti che è stato tra i promotori del protocollo di welfare territoriale che vale 30,6 milioni di euro.
Partiamo dall’inizio, l’adeguamento delle rette…
«Per gli ospiti delle residenze protette per anziani non autosufficienti e per persone con demenze la quota giornaliera a carico del Servizio Sanitario Regionale passa rispettivamente da 37,70 euro a 40,57 euro e da 50,63 euro a 54,48 euro. Un aumento necessario e doveroso per non mettere a rischio i bilanci degli Enti che gestiscono queste strutture, che ricordiamo garantiscono cure e assistenza alle persone particolarmente fragili. Le tariffe erano infatti ferme dal 2010, mentre in questi anni i costi – energia, dispositivi di protezione, lavoro – sono aumentati in modo consistente».
All’aumento della quota a carico del Servizio sanitario nazionale avrebbe dovuto affiancarsi quello a carico degli ospiti delle strutture, in base alla normativa nazionale che prescrive la ripartizione al 50% dell’intera tariffa. Invece?
«Su richiesta di Cgil, Cisl e Uil la Regione ha sospeso per un anno gli aumenti della quota complessiva a carico degli utenti. Al contempo, attraverso l’intervento multileva, ha messo a bilancio risorse aggiuntive per finanziare un contributo finanziario (appunto, un voucher) da erogare alle famiglie in condizioni economiche più difficili».
Questo intervento tocca soltanto l’aspetto economico legato all’adeguamento delle tariffe?
«No, una parte importante riguarda il potenziamento dell’offerta e la qualità dei servizi. La Regione monitorerà i servizi erogati nelle strutture e, nel caso di mancato rispetto della convenzione firmata dagli Enti gestori con le Aziende sanitarie territoriali, potrà revocare le risorse assegnate».
Un intervento che vi soddisfa?
«La Regione è intervenuta a fronte di una nostra precisa richiesta. In un contesto di risorse pubbliche limitate abbiamo individuato come priorità gli anziani non autosufficienti ospiti delle strutture socio sanitarie e le loro famiglie, a partire da quelle in difficoltà economica. Una società civile deve pensare a non lasciare indietro nessuno, a partire proprio da chi è più in difficoltà».
I dati Istat evidenziano, tra il 2020 e il 2023, un ulteriore invecchiamento della popolazione marchigiana: l’età media è passata da 45,7 anni a 46,4.
«L’invecchiamento della popolazione conferma l’esigenza di rimodulare le politiche sociali facendo però attenzione a non perdere di vista i temi della sostenibilità delle strutture e della qualità dei servizi di cura erogate.
Il prossimo appuntamento in calendario?
«C’è un incontro fissato per il 10 settembre. Proseguiremo questo percorso, anche insieme agli enti gestori, tenendo presenti le nostre priorità. Assistere un anziano non autosufficiente in una struttura socio sanitaria ha un costo che abbiamo il dovere di quantificare con trasparenza, ragionando prima sulla composizione complessiva della tariffa e poi su chi deve sostenerla e in quale misura».
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