Un Luna Park per tutti:
a Civitanova inclusione formato divertimento

GIOCHI - Giostre gratuite, accoglienza su misura e merenda condivisa per i ragazzi con disabilità: grande partecipazione per l’iniziativa promossa da Michele Greco con il supporto del Comune e delle associazioni del territorio

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I ragazzi e le ragazze al Luna Park

Pomeriggio al Luna Park inclusivo. Una giornata speciale è stata dedicata dal parco giochi dello stadio ai ragazzi con disabilità e alle loro famiglie. L’iniziativa, che ormai si tiene da diversi anni, è un gesto di solidarietà da parte del direttore dell’impianto Michele Greco, che ha voluto offrire gratuitamente il loro intrattenimento a ragazzi del territorio.

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L’assessora Barbara Capponi con Kety Paglialunga e Marisa Bianchini

Durante il pomeriggio, tutte le giostre sono state messe a disposizione esclusivamente per loro, con una attenzione speciale per soddisfare le diverse esigenze e garantire un’esperienza sicura e divertente: l’impianto luci è stato abbassato, la musica è stata ridotta di volume e le giostre sono state calibrate in base alle esigenze degli ospiti, che dopo una bella giornata di divertimento, hanno fatto merenda grazie al supporto delle famiglie e dei volontari.

L’assessora alle Politiche sociali, Barbara Capponi ha affiancato con entusiasmo l’iniziativa: «Quest’anno abbiamo visto la partecipazione non solo dei ragazzi di Civitanova, ma anche di molti giovani provenienti da comuni limitrofi, grazie al passaparola tra famiglie e alla collaborazione con i centri diurni, che hanno accolto l’invito con entusiasmo – ha detto l’assessore Barbara Capponi -. Un ringraziamento particolare va alla famiglia Greco e a tutti i collaboratori per la sensibilità e a Kety Paglialunga, responsabile dello sportello disabilità dell’assessorato alle politiche sociali, nonché mamma referente per Omphalos e Blu Infinito, e a Marisa Bianchini, referente di Anffas che hanno contribuito a diffondere l’invito anche ad altri, inclusi i ragazzi del centro “La Crisalide” di Porto Sant’Elpidio. La rete ha fatto sì che l’evento fosse ancora più inclusivo e partecipato e la collaborazione tra istituzioni, privati e famiglie sancisce un cambio di passo culturale per una comunità davvero più a misura di tutti».



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