Il prefetto Signer si presenta:
«Ricostruzione primissimo degli obiettivi.
L’ascolto come strumento di lavoro»

MACERATA - Oggi è il suo primo giorno in città. Ha una lunga carriera in polizia, ha diretto diverse questure ed è stato capo della Squadra mobile a Catania. Le priorità sono ricostruzione, movida, decoro e dialogo con i sindaci. «Sul territorio non ci sono emergenze particolari ma non si deve sottovalutare nulla»

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Il nuovo prefetto Giovanni Signer

di Alessandro Luzi (Foto di Fabio Falcioni)

«La ricostruzione è il primissimo degli obiettivi. Poi i problemi della sicurezza che attanagliano la movida a Civitanova. Anche sull’Hotel House sono certo che ci siano spazi per trovare soluzioni» così il nuovo prefetto di Macerata Giovanni Signer (si pronuncia con la G dura), da oggi al lavoro a Macerata. A poche ore dall’insediamento si è presentato con una conferenza stampa in Prefettura. Signer prende il posto del prefetto Isabella Fusiello che si è congedata dal Maceratese la scorsa settimana. «Sono qui da 4 ore – ha detto il nuovo prefetto che comunque ha mostrato di avere già un quadro chiaro della situazione in provincia -. Sul territorio non ci sono emergenze particolari ma non si deve sottovalutare nulla – ha esordito il prefetto – la sottovalutazione è pericolosa e alcuni fenomeni possono alimentarsi per poi esplodere. Questa situazione deve continuare a essere garantita».

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Poi il discorso vira sulla ricostruzione: «la prima cosa è il controllo, l’aspetto documentale. Il vero pericolo può essere l’infiltrazione materiale, quindi, serve sorvegliare in maniera diretta, ad esempio andando nei cantieri». Altro tasto dolente per il territorio è la movida sul litorale: «D’estate la costa è vissuta da tanti marchigiani e turisti. La movida comporta problemi di decoro da cui ne derivano altri legati alla sicurezza». La parola chiave del prefetto è l’ascolto: «E’ uno strumento di lavoro. Sarò molto vicino ai sindaci. È delicato gestire la cosa pubblica con i limiti di bilancio e confrontarsi con il consenso. Garantirò il massimo ascolto della comunità. Questo è il primo strumento del prefetto per fare convergere tutti verso un unico obiettivo e immedesimarsi nella comunità. Bisogna essere presenti sul territorio insieme al lavoro svolto in sinergia con i sindaci».

Il prefetto, 63 anni, è originario di Caltanissetta, ed ha una lunga carriera in polizia alle spalle dove entra nel 1989 quando diventa vicedirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Torino. Lì era addetto alle volanti. Tra i tanti incarichi è stato dirigente della Squadra mobile di Catania e vicario del questore. Nel 2015 è arrivata la nomina a questore di Savona. Il 17 settembre 2024 è stato nominato prefetto di Siracusa. E ora, su decisione del Consiglio dei ministri (su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi), approda a Macerata.



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