Scene dalle scorse edizioni del palio
A Porto Recanati il palio non è finito, ha solo cambiato forma. Dopo sei anni di pausa e la chiusura dell’Ente che lo organizzava (leggi l’articolo), lo storico Palio di San Giovanni riprende il mare con un nuovo nome – Palio marinaro di San Giovanni – e con un format rivisitato che guarda alla tradizione ma con un passo deciso nel presente.
Il sindaco Andrea Michelini, già socio fondatore dell’Ente Palio e curatore della manifestazione per 16 anni, assieme al consigliere Marino Ferraccioni, già dal mese di gennaio, hanno lavorato per di ridare vita ad una manifestazione più che ventennale, coinvolgendo alcuni corridori storici, tra cui Filippo Rombini ed Emanuele Mancinelli, i presidenti dei quartieri, alcuni soci fondatori, alcuni componenti storici della vecchia organizzazione ed alcune donne come Giorgia Guercio, che avevano espresso il desiderio di essere parte attiva alla rinascita del Palio. «Sono iniziati così gli incontri di lavoro per mettere in campo sia le idee di base che la parte organizzativa – si legge in una nota stampa diffusa dal Comune – e finalmente possiamo dire che il Palio riprende vita con un nuovo format ed un nuovo nome, ma anche una nuova data significativa per la gara, il 30 agosto che di fatto concluderà la Festa del Patrono».
La grande novità di questo nuovo palio è il coinvolgimento attivo nella gara delle donne, a testimonianza sia dell’evoluzione della manifestazione, ma anche come riconoscimento del fondamentale ruolo storico che le donne hanno ricoperto nella vita sociale ed economica della città di Porto Recanati. Il palio, fin dalla sua nascita ha voluto rappresentare le profonde radici ed il forte legame della comunità portorecanatese con il mare e la fatica quotidiana degli sciabbegotti ed ora anche delle nostre purtannare.
Il Palio Marinaro di San Giovanni continuerà quindi a rappresentare la nostra comunità di fine Ottocento quando il Borgo di Recanati, fresco di autonomia da Recanati (1893), diventa Portorecanati (allora si scriveva tutto così) e fondava la propria economia sul duro lavoro in mare di uomini e donne, sull’agricoltura, sul commercio e muoveva i primi passi verso il turismo come fonte economica. Il nome cambia, così come il nuovo logo della manifestazione, ad opera di Leonardo Cifola, ma niente cambia nell’impegno dei tanti volontari coinvolti per la riuscita della manifestazione.
Ogni ciurma è composta da 6 membri con almeno 2 donne in squadra. Il palio inizia con l’alaggio (‘rtirà), tramite argano e palanche, di una lancetta con due coffe di pesce del peso totale di 30 kg. Successivamente, i membri si alterneranno nella corsa a piedi e si conclude con il trasporto delle coffe sopra un cariolu fino alla simbolica pescheria finale per la pesatura. Vincerà la ciurma che riuscirà a trasportare più pesce nel minor tempo possibile, secondo un sistema di punteggio che valorizza sia velocità che quantità di pesce a parità di prezzo d’asta.
Appuntamento quindi per venerdì 29 agosto per la sfilata storica, la Santa Messa del Patrono e il Giuramento delle ciurme e per sabato 30 agosto alle 18, al largo Porto Giulio per la Curza del Palio Marinaro di San Giovanni.
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