Un “carrarmatorock” apre il Mind
Il ritorno de Il Teatro degli orrori
«Palestina libera, stop guerre»

MONTECOSARO - Una scaletta che ha ripercorso i loro quattro album. Ad aprire il concerto Spirale, Aurevoir Sofia e Little pieces of Marmelade. In coda il dj set di Rollover. Stasera secondo atto con Lucio Corsi

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Il teatro degli orrori

di Alessandro Luzi

Chi l’avrebbe detto che dopo lo scioglimento sarebbe stato possibile vederli di nuovo live e a Montecosaro. Invece è successo e gli ingranaggi sono rimasti intaccati dalla ruggine. Il rock aspro e arcigno del Teatro degli orrori ha aperto l’edizione 2025 del Mind festival. Il “Mai dire mai tour” della nota band del panorama dell’alternative rock italiano, partito il 20 febbraio, ha fatto tappa anche al campo sportivo Mariotti. Una reunion arrivata a 5 anni dallo scioglimento che sembrava aver portato i componenti Pierpaolo Capovilla, Gionata Mirai, Frank Valente e Giulio Favero verso “direzioni diverse”. Poi con un post a ottobre 2024 nei loro canali social rompono il silenzio annunciando la nuova tournée. E ieri, a distanza di 10 anni dall’ultimo album in studio omonimo, il viaggio per lo stivale li ha portati sul palco del Mind. Il festival è organizzato dall’associazione culturale Mind Aps, con il patrocinio della Regione Marche, del comune di Montecosaro e di Politearte – Accademia di design di Ancona, partner culturale che ha siglato la nuova Chill area. Postazioni gaming, manga, gadget, vestiario e stand per poter mangiare a circondare il palco.

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Pierpaolo Capovilla

Mentre sul prato del campo sportivo Mariotti si distende la luce dorata di un tramonto terso, aprono la serata agghindata a tema rock le sonorità crude e tetre degli Spirale. La loro storia si intreccia proprio con quella del Teatro degli orrori. Infatti il chitarrista Gionata Mirai nel 2014 ha prodotto il singolo Ossa dopo che la band era stata notata all’edizione dell’Homeless Rock Fest del 2014. Subito in coda, direttamente da Cinisello (Milano), sono saliti sul palco gli Aurevoir Sofia, per poi tornare alla musica made in Marche con i Little pieces of Marmelade, finalisti dell’edizione X Factor 2020 dove si sono aggiudicati il secondo posto.

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Ormai la notte ha conquistato il cielo sopra l’area del Mind e il prato è praticamente pieno. Quindici minuti per attrezzare il palco e “Maestro, si accomodi la prego, possiamo cominciare”. Pronti via, sul palco Il teatro degli orrori con il primissimo atto Dell’impero delle tenebre Vita mia, Dio mio e la baudelairiana E lei venne: un riadattamento in chiave rock del componimento del poeta francese Il vino dell’omicidio, tratto dall’opera I fiori del male. E poi il testacoda con Indifferenti, brano che arriva dall’ultimo lavoro in studio omonimo del 2015. L’energia del rock massiccio e potente in chiave Cccp e The Jesus lizard rimane alta con Due ed E’ colpa mia. I toni si distendono e un velo di commozione aleggia nell’aria quando il frontman Pierpaolo Capovilla annuncia La canzone di Tom ricordando il suo amico Tom Dreyer morto in un tragico incidente. L’atmosfera rimane malinconica con Direzioni diverse per poi tornare a surriscaldarsi quando la band attacca Il terzo mondo.

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Little pieces of Marmelade

Teatro, musica e poesia continuano a tendersi la mano con l’omaggio a Majakovskij: un mix tra le interpretazioni di Carmelo Bene, le parole del componimento “All’amato me stesso” ed elementi musicali della scena noise rock degli anni ‘80. Io cerco te tratta dall’album Il mondo nuovo chiude la prima parte.

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La band scende dal palco, si prende gli applausi, torna su e Capovilla allaccia una kefiah all’asta del microfono e invoca la libertà della Palestina. Padre nostro viene dedicata a tutti i «figli, figlie, sorelle, fratelli, madri, padri di Gaza, Libano, Iraq e di quei i Paesi in guerra – ha detto il frontman -. Quello che sta accadendo a Gaza è qualcosa di incommensurabile. Forse tra qualche mese quelle persone saranno tutte morte ed è anche colpa nostra. Dove sono i sindacati, i partiti politici? Dove siamo noi?». Applausi fragorosi del pubblico e poi l’attacco dirompente di A sangue freddo: un altro omaggio alla poesia, stavolta a Ken Saro-Wiwa, scrittore e attivista non violento nigeriano che si mise di traverso alle multinazionali.

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Aurevoir Sofia

Non poteva mancare Mai dire mai, il brano che dà il titolo al tour che anticipa la chiusura con la ballad spettrale Lezione di musica: «Una canzone per la pace, col ca…o che è impossibile» ha gridato Capovilla dal palco per annunciarla. Due ore di concerto praticamente senza sbavature, se non un paio di dimenticanze di Capovilla. Non sembra passato un giorno da quel 2015, quando uscì il loro ultimo album, seguito da un tour. Una lezione di musica sul palco del Mind che sembrava “un sogno che…ma così bello che…non ci credo”.

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Spirale

A chiudere la serata il dj set di Rollover. Stasera spazio al cantautore toscano Lucio Corsi. Alle 19 il semaforo verde, e il Mind Warm Up delle 20 accompagnerà il pubblico nel cuore della serata. Il primo a salire sul palco, alle 21, sarà Caponetti, cantautore e produttore marchigiano con un lungo percorso artistico alle spalle. Il fotofinish il dj set di Indie Night. Domani si prosegue con gli Psicologi, sabato l’attesissimo Tommy Cash e domenica il gran finale con il dj set di Alok.

(foto di Alessandro Stronati)

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Rollover

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