Civitanovese, la telenovela prosegue:
«Trattative interrotte dalla controparte
nonostante i proclami pubblici»

CALCIO - Il club ha comunicato che la trattavita con l'imprenditore Davide Ciaccia è saltata, mentre ieri un suo rappresentante parlava di accelerata. «Ci è stato comunicato il formale ritiro. Da tempo avevamo avviato un dialogo riservato con soggetti interessati all’acquisto dell’intero pacchetto societario; trattativa che si è protratta nel corso degli ultimi mesi non per indisponibilità della proprietà, ma a causa della costante assenza dell’offerta di concrete garanzie economiche e della assenza di un progetto serio e sostenibile»

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Mauro Profili

di Andrea Cesca

Ennesimo colpo di scena, rocambolesco, sulla cessione della Civitanovese. Ieri Claudio Dell’Uomo, rappresentante dell’imprenditore Davide Ciaccia, aveva annunciato una accelerata, invece, dice il club rossoblu: «Nonostante le dichiarazioni pubbliche di ieri, ci è stato comunicato il formale ritiro dalla trattativa».  

A questo punto il club rossoblu interviene con un più approfondito comunicato in cui ricostruisce la vicenda della cessione. «Da tempo la società aveva avviato un dialogo riservato con soggetti interessati all’acquisizione dell’intero pacchetto societario; trattativa che si è protratta nel corso degli ultimi mesi non per indisponibilità della proprietà, ma a causa della costante assenza dell’offerta di concrete garanzie economiche e della assenza di un progetto serio e sostenibile». Di proposte, dice la Civitanovese, ne sono arrivate «diverse, tutte accomunate da uno stesso schema: assenza di reali impegni economici, previsione di accolli puramente dichiarati e inserimento di clausole formulate in modo tale da generare contenziosi futuri anziché una cessione ordinata e sicura. Eppure, nonostante tali condizioni, la proprietà aveva aperto alla possibilità di dilazioni temporali anche significative (fino a 7–8 mesi), a patto che fossero presentate garanzie solide, bancarie o patrimoniali — che, tuttavia, non sono mai state concretamente poste sul piatto della trattativa.

Inoltre, grazie anche ad una accelerazione obiettiva verificatasi negli ultimi giorni, di fronte ad ipotesi maggiormente concrete, la società aveva già reso disponibili i bilanci e tutti i numeri, in modo trasparente, fornendo un quadro economico-patrimoniale completo, chiaro e facilmente accessibile a chiunque avesse voluto analizzarlo con obiettività; ciò è stato fatto anche attraverso la messa a disposizione dei tecnici dell’altra parte del proprio consulente e depositario delle scritture contabili (come documentabile agevolmente, se del caso).
In questo contesto, è forse oggi legittimo ipotizzare che qualcuno abbia (erroneamente) ritenuto che più il tempo passasse, più si intensificassero anche talune pressioni esterne (quelle ben note e quelle meno note, anch’esse però agevolmente documentabili se del caso), più sarebbe stato possibile ottenere condizioni favorevoli e ridurre le dovute richieste di garanzie magari sino ad azzerarle. Non vorremmo si fosse pensato che il logoramento della posizione della società potesse tradursi in una svendita dei suoi assets.  Ma, com’è evidente, non è stato così».

E arriviamo a ieri quando Dell’Uomo era intervenuto su Cronache Maceratesi parlando di una accelerata nella trattativa. «La società è rimasta sorpresa dalla profonda incoerenza, da ultimo manifestatasi clamorosamente, tra le dichiarazioni pubbliche e le azioni concrete: appena due ore dopo l’intervista pubblicata il 9 luglio, nella quale si parlava di trattativa viva e in corso, la stessa controparte ha comunicato formalmente il proprio ritiro, in modo unilaterale e senza nuovi elementi che potessero giustificare tale presa di posizione.

Quanto al mancato deposito formale dell’ultimo bilancio d’esercizio (peraltro in chiusura il 30 giugno), la società precisa con chiarezza che ciò non ha mai ostacolato, né avrebbe potuto ostacolare, l’accesso alla documentazione contabile, né ha pregiudicato o avrebbe potuto pregiudicare la possibilità di approfondire ogni aspetto della situazione economico-patrimoniale, già ben delineata. Si respinge pertanto, con assoluta decisione e tranquillità (data anche dai documenti), ogni tentativo, da qualunque parte possa esso provenire, di attribuire al presidente Mauro Profili la responsabilità per la rottura della trattativa. Il presidente ha più volte espresso la volontà di cedere, spinto da senso di responsabilità e stanchezza personale, ma non ha mai accettato l’idea di lasciare il club, per il quale si è sempre prodigato, rischiando di persona sotto ogni profilo, in mani che non avessero prima dimostrato con fatti concreti serietà, affidabilità e un progetto chiaro, trasparente, tale da poter essere portato all’attenzione della città, dell’amministrazione e di una tifoseria storica.

Se ha voluto approfondire, affidandosi a professionisti competenti, prima di fare ulteriori passi, è stato solo per il bene della società e non per convenienza personale. La Civitanovese conferma che ha dovuto prendere atto nelle ultime ore dell’interruzione di ogni trattativa, determinatasi non per volontà della società, ma per scelte autonome ed unilaterali di chi, pur avendo a disposizione tempo e documentazione, non ha mai fornito quelle concrete risposte che fossero all’altezza delle responsabilità richieste».

Infine: «Il club resta disponibile a proseguire il dialogo con imprenditori seri e strutturati, dotati di mezzi, visione e spirito sportivo. Particolare attenzione sarà riservata a soggetti locali, la cui serietà sia dimostrata e condivisa» e conclude «Quanto all’aspetto sportivo, stia tranquilla la tifoseria che la squadra sarà iscritta al campionato di competenza».

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