Il Santo Stefano di Porto Potenza
La situazione del Santo Stefano di Porto Potenza registra un intervento a firma della coordinatrice provinciale del Nursind Elisabetta Guglielmi.
«Siamo venuti a conoscenza – osserva preliminarmente la dirigente sindacale – di gravi criticità organizzative in diverse unità operative della struttura riabilitativa del Santo Stefano. Come segreteria territoriale Nursind abbiamo chiesto un incontro urgente con la Direzione per evitare che le ricadute di queste scelte gestionali gravino ancora una volta sull’assistenza ai pazienti e sui carichi di lavoro degli operatori coinvolti. Le nuove politiche aziendali adottate dal primo gennaio hanno ulteriormente indebolito un equilibrio già precario, basato su una dotazione organica ridotta al minimo essenziale. La nuova organizzazione ha aumentato in modo allarmante lo stress lavoro-correlato e l’aumento degli eventi avversi testimoniato dall’incremento del 60% delle assenze per malattia e dall’aumento delle segnalazioni di errori , conseguenza diretta del sovraccarico lavorativo imposto. L’azienda ha comunicato ai lavoratori che le ferie estive saranno garantite. Ma a quale prezzo?».
Elisabetta Guglielmi
Prosegue la riflessione della referente provinciale Nursind « A seguito di lavori di ristrutturazione di un’ala della struttura e del conseguente taglio dei posti letto, il personale in esubero verrà utilizzato per coprire le ferie in altri reparti , trasferito da un giorno all’altro in un altro reparto senza formazione, magari trovandosi in turno con un collega nelle stessa situazione. Nel frattempo, nessuna risposta concreta è stata fornita rispetto alle sostituzioni di assenze prolungate, aspettative o malattie lunghe. A peggiorare il quadro, si aggiungono le dimissioni sotto il periodo delle ferie estive di infermieri ed oss chiamati dalle graduatorie dei concorsi pubblici. Il personale è allo stremo. L’assistenza ai pazienti rischia di risentirne gravemente. Che cosa è successo? Dal primo gennaio sono cambiati i turni che hanno spezzato un equilibrio organizzativo già precario. Il nuovo turno ha ridotto le ore di assistenza per turno, aumentando i giorni lavorati e riducendo il tempo per un adeguato recupero psico-fisico. Riducendo l’orario del turno di lavoro costringendo il dipendente a dover lavorare più giorni in un mese per coprire l’orario dovuto mensile. Inoltre la nuova turnazione per permettere di prendere la ferie, impone una matrice con due notti consecutive e il disagio lo può comprendere solo chi effettua il lavoro notturno nelle corsie degli ospedali. Durante un’assemblea dei dipendenti, Cgil, Cisl e Uil hanno raccolto il disagio dei dipendenti ma il giorno successivo hanno comunque sottoscritto un accordo che prevedeva tale cambiamento. Oltre alla variazioni del turno, si aggiungono difficoltà amministrative del nuovo programma informatizzato creando incertezze nella lettura dei cartellini e buste paga. I lavoratori non riescono ad ottenere adeguati chiarimenti delle attività realmente riconosciute a livello economico e normativo».
(l. pat.)
I sindacati sono gli stessi che anni fa hanno firmato un contratto di 38 ore settimanali ma pagate 36 e ultima novità : hanno firmato un accordo dove per le ferie estive per il 2025 non saranno previste sostituzioni ferie ma sarà il personale di altri reparti a coprire ferie in reparti di non appartenenza altroché 60% di malattie vedrete che estate HOT sarà!!!!!!! la corda è talmente tirata che è rimasto un misero filo prima che si spezza del tutto.
Limportante è avere soldi per finanziare guerre e armamenti, poi della Sanità che ce ne frega!!!!!! Sotto Covid però eravamo gli eroi.gli angeli in terra!!!!! Vergogna governatori dItalia, Dittatori legalizzati
...come se non bastasse, anche gli stipendi più bassi per gli ultimi arrivati: un dettaglio tuttaltro che irrilevante. Il danno, con tanto di beffa.
Eppure loro si fanno pagare bene
E i dei sindacati cosa dicono di tutto questo?... chiaramente nulla...a loro non interessano i lavoratori...e poi se vogliamo dirla tutto non possono andare contro gli amici
Credo proprio che non sia il caso che l azienda pensi di guadagnare a discapito della salute dei pazienti che la maggior parte sono non autosufficienti,per non parlare di persone che debbono essere assistite in tutto come reparto Uri
E pensare che fino a non molti anni fa era considerata una eccellenza a livello nazionale. Adesso è diventata una struttura mediocre come il 90% delle strutture simili presenti in Italia. Carenza di personale, turni massacranti, contratti non rinnovati... Chi più ne ha più ne metta.
Date i soldi a De Benedetti e vedrete come vi tratta
La schiavitù!!!
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