Fiori dove è morta Gentiana
di Francesca Marsili
Ci sono dei mazzi di fiori stamattina lì, a terra, in quel lembo di parco di viale Benadduci dove nel tardo pomeriggio di ieri Gentiana Hudhra è stata barbaramente uccisa a coltellate dal suo ex marito, Nikollaq Hudhra, 55enne, che ha confessato.
Nikollaq Hudhra
«Proteggi i tuoi figli», c’è scritto in un biglietto che accompagna una rosa rossa. I suoi due figli: Samuel, 23 anni, e Mario, di 21, che la vittima, 45 enne, amava più della sua vita e che da questa notte sono chiusi in casa nel dolore protetti dall’affetto di alcuni amici di famiglia.
Gentiana Hudra
Faceva la badante Gentiana, per diverse famiglie di Tolentino. A lavoro ci andava a piedi, non aveva l’auto, e ieri pomeriggio, mentre percorreva viale Benadduci, è stata seguita dall’ex marito in monopattino arrivato nei giorni precedenti da Passignano sul Trasimeno dove è domiciliato, e colpita alle spalle da diverse coltellate per poi crollare a terra, senza vita. «Ieri aveva lavorato fino alle 14 a casa di mia madre – racconta una donna di Tolentino – poi avrebbe ripreso stamattina alle 8. Era una grande lavoratrice, non riusciamo a credere a quanto accaduto».
Circa sette anni fa, prima della separazione, aveva acquistato un appartamento assieme al suo ex marito, poco fuori dal centro di Tolentino. Poi, nel 2022, la separazione. La donna era rimasta a vivere in quella casa, assieme ai due figli. «Ricordo quando sono arrivati e hanno fatto dei lavori nell’appartamento: lei faceva su e giù dal secondo piano con i secchi di calcinacci in mano, lavorava come un trattore – racconta Giovanna, una sua vicina di casa -. Era un donna gentilissima, squisita e serissima, conosceva solo il lavoro. Il mio orto confina col suo – aggiunge – poco meno di due mesi fa aveva della verdura che le avanzava e mi ha chiesto se la volessi. L’ha raccolta e me l’ha data in borsa, che ancora conservo. Ho saputo della sua morte ieri sera, mentre ero alla messa a Villa Potenza per l’apertura del pellegrinaggio a Loreto. Il vescovo ha pronunciato il nome Gentiana, non ci potevo credere, e questa notte non sono riuscita a chiudere occhio per il dispiacere».
Nikollaq Hudhra
Un’altra vicina di casa aggiunge: «Non parlava molto delle sue cose, sapevamo solo che si era separata, era davvero un angelo, una grande persona».
Questa sera, alle 20, nel parco di viale Benadduci, teatro di questo ennesimo femminicidio, verrà apposto uno striscione dal gruppo “Mai più stai zitta” «per dire basta alla violenza e stringersi a protezione del dolore dei due figli. Quanto accaduto alla nostra comunità ci ha ferito, ma non ci impedisce di continuare a combattere per un futuro migliore per noi e per le nuove generazioni». Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, parla di «una vita spezzata» che «è un dolore immenso per tutta la comunità. Esprimo profondo cordoglio per il tragico gesto compiuto la notte scorsa a Tolentino nei confronti di una donna e madre, nel pieno centro abitato. Sono vicino ai suoi familiari e alla comunità di Tolentino sconvolta già la scorsa settimana da un altro grave lutto (leggi l’articolo). Fatti come questo non devono più accadere e come istituzioni abbiamo il dovere di interrogarci e fare tutto quello che è in nostro potere di fronte a tragedie inaccettabili come questa e rafforzare l’impegno contro la violenza sulle donne»
Sull’accaduto interviene anche Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della regione Marche. «Ancora un femminicidio, a Tolentino, dove una donna è stata uccisa in strada dall’ex marito. La violenza di genere continua a fare vittime, ma c’è ancora chi nega questa emergenza – dichiara in una nota -. L’ultimo report regionale ha evidenziato un incremento del 20% di donne che si sono recate al pronto soccorso per aver subito violenza. I dati ci parlano di 748 richieste di aiuto nel 2023. Significa due donne al giorno, due vittime di uomini che quasi sempre conoscono perché solo in 12 di questi casi si è trattato di sconosciuti – evidenzia Ricci – Dobbiamo garantire davvero sicurezza e libertà a tutte le donne. Mi impegnerò affinché nelle Marche ci sia un serio programma di educazione per gli uomini e vengano messi in campo strumenti e risorse necessarie per garantire il massimo della tutela a tutte le donne della nostra regione, avendo come priorità l’obiettivo di debellare, su tutto il territorio marchigiano, questo terribile fenomeno».
Irene Manzi, deputata marchigiana del Pd, aggiunge: «Non ci sono più parole per commentare l’atrocità quotidiana cui questo paese è sottoposto. Non si può continuare ad assistere a questa strage di donne che deve essere prevenuta anche dal punto di vista culturale ed educativo – sottolinea Manzi -. In questo paese ci sono numeri – infatti – che raccontano di un drammatico problema culturale. Un fenomeno che deve spingere tutte le forze politiche ad uscire dalle dinamiche di contrapposizione per mettere in campo un strategia comune complessiva che deve essere anche culturale ed educativa. Serve unità per combattere questo orrore quotidiano. La mia vicinanza alla famiglia di Gentiana e ai due giovani figli per i quali si è subito attivato il supporto psicologico dell’Ast. Sono certa che tutta la comunità non li lascerà soli». Previsto per questa sera l’arrivo dall’Albania del fratello della vittima.
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