Rifiutò di giurare per la Repubblica di Salò:
il ricordo di Pasquale Infelisi

MACERATA - Stamattina la cerimonia per l'81esimo anniversario della morte dell'allora comandante dei carabinieri della città. Venne fucilato a 44 anni

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La cerimonia di stamattina

Sono passati 81 anni dalla morte di Pasquale Infelisi. E stamattina a Collevario si è rinnovato il ricordo del comandante dei carabinieri di Macerata che morì nel 1944, ad appena 44 anni, dopo essere stato arrestato con l’accusa di antifascismo e cospirazione a seguito del rifiuto di giurare per il Governo della Repubblica di Salò.

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Finì in carcere l’8 giugno 1944, internato nell’ex Cras (poi manicomio di santa Croce), interrogato e torturato affinché rivelasse informazione sui suoi contatti ma non parlo. Così venne consegnato alle SS tedesche, che proprio in località Montirozzo, oggi a margine del quartiere di Collevario, lo fucilarono senza pietà, nonostante avesse moglie e tre figli. A Infelisi era stata concessa la Medaglia di bronzo al Valor militare con la seguente motivazione: «Comandante di gruppo territoriale, nel corso di gravi vicende belliche e di rivolgimenti politici, mantenne decisamente fede al giuramento dato e, pur vedendosi esposto a dura persecuzione, rifiutò di aderire a un governo anticostituzionale, finché arrestato e trucidato, suggellò con il supremo sacrificio una vita intemerata di dedizione assoluta alla patria e al dovere».

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Alla cerimonia hanno partecipato il vescovo Nazzareno Marconi, il comandante della legione carabinieri Marche Nicola Conforti, la vicesindaca Francesca D’Alessandro, il questore Gianpaolo Patruno, il comandante provinciale dei carabinieri Raffaele Ruocco, il comandante della polizia locale Danilo Doria, l’assessore alla sicurezza Paolo Renna, l’ispettore regionale dell’Associazione nazionale carabinieri Tito Baldo Honorati, il generale dei carabinieri in congedo Alessandro Gentili, il comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria Francesco Mirarchi, il presidente della Fondazione Carima Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, i rappresentanti delle associazioni professionali a carattere sindacale dell’Arma dei carabinieri, una rappresentanza di militari della stazione carabinieri di Macerata e le delegazioni della sezione dell’Anc di Macerata e di altre associazioni combattentistiche e d’arma. Tutte le autorità intervenute hanno espresso la loro ammirazione per le gesta del maggiore, che ha immolato la propria vita per mantenere fede al giuramento prestato e alla parola data evidenziando forte senso del dovere e della responsabilità fino all’estremo sacrificio.

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È stato ricordato anche il brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie che, nell’adempimento del proprio dovere, ha sacrificato la propria vita per il bene comune. Legrottaglie, a pochi giorni dalla pensione, è stato ucciso due giorni fa durante un inseguimento nelle campagne di Francavilla Fontana, nel Brindisino.



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