Un sit-in del Coordinamento per l’acqua pubblica durante una recente assemblea dell’Aato2
L’assemblea dei sindaci dell’Aato3 di questa mattina è al centro di serie di interventi. Il tema in discussione è quello del gestore unico per il servizio idrico. Il fronte sindacale: «Siamo costretti – scrivono i rappresentanti provinciali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Daniele Principi, Rocco Gravina e Sergio Crucianelli – ad esprimere nuovamente la nostra forte preoccupazione a seguito dell’ennesima assemblea infruttuosa dell’ Aato3 tenutasi questa mattina. Apprendiamo infatti che permangono delle problematiche in merito alla condivisione del cronoprogramma che dovrebbe portare alla costruzione della Società unica a cui affidare il mantenimento in mano pubblica del Servizio idrico integrato del nostro territorio.
A distanza ormai di tre mesi dallo sciopero generale dei lavoratori del settore del 28 febbraio e della partecipatissima manifestazione pubblica in piazza Cesare Battisti permane un clima di ingiustificata contrapposizione all’interno dell’ Assemblea che sta rischiando di pregiudicare l’esito del percorso faticosamente avviato all’indomani della mobilitazione. Siamo arrivati al momento decisivo in cui tutti gli attori in campo devono compiere uno sforzo di responsabilità al fine di formalizzare con atti concreti quelle che fino ad oggi sono state mere dichiarazioni di intenti. Ci appelliamo quindi al presidente della Provincia e ai sindaci, a partire da quelli dei Comuni più popolosi e proprietari delle Società di gestione, perchè riescano ad interloquire costruttivamente con i tecnici di riferimento, al fine di addivenire ad una soluzione realmente condivisa in tempi compatibili con il quadro normativo. Appare evidente che senza un adeguato sostegno politico da parte dei rappresentanti delle istituzioni il lavoro dei tecnici rischia di arenarsi di fronte a cavilli burocratici e diversità di interpretazioni normative, con l’unico effetto di consegnare l’acqua pubblica del nostro territorio ai privati».
I consiglieri 5Stelle Roberto Spedaletti e Roberto Cherubini
L’appello dei sindacati: «E’ arrivato il momento che la politica, ad ogni livello, faccia sentire la propria voce in modo autorevole. Da parte nostra abbiamo voluto fino ad oggi dare fiducia al progetto costituendo in atto, ma il tempo sta realmente scadendo ed in assenza di avanzamenti concreti già dalla prossima assemblea già convocata per il 12 Giugno ci riserviamo di riavviare il percorso di mobilitazione tra i lavoratori ed i cittadini. L’abbiamo detto più volte: non permetteremo la svendita dell’acqua restando in silenzio». Un altro intervento è a firma del gruppo di Macerata del Movimento Cinque Stelle: «Quello a cui abbiamo assistito stamattina nell’ assemblea dell’Aato 3 a Piediripa ha dell’incredibile. Se non ci fossero in gioco il bene comune e milioni di euro dei cittadini, potremmo anche riderne. Ma invece di una commedia, quella inscenata da istituzioni e consulenti è stata una tragica farsa, una pagina nera nella gestione pubblica locale. Una delegazione del Movimento 5 Stelle, guidata dai consiglieri comunali Roberto Cherubini e Roberto Spedaletti, ha partecipato a una riunione che aveva come punto focale la “presentazione e discussione della relazione del tavolo tecnico sulla costituzione del gestore unico del servizio idrico integrato”. Tema cruciale, che riguarda direttamente il diritto all’acqua pubblica, sancito da un referendum popolare e da normative ben precise. Ma la realtà è che il rispetto di questi principi è stato calpestato con un’arroganza istituzionale inaccettabile. Il presidente dell’assemblea, Alessandro Gentilucci, ha aperto i lavori comunicando che la relazione era stata trasmessa solo pochi minuti prima all’ufficio di direzione. Una relazione tecnica, complessa, piena di passaggi chiave e soprattutto contenente un cronoprogramma decisivo per il futuro della gestione idrica. Trasmettere un documento del genere all’inizio dell’assemblea è un insulto all’intelligenza e alla partecipazione democratica. Nessun consigliere, sindaco o assessore ha potuto leggerlo, comprenderlo, valutarlo. La discussione si è trasformata in un monologo surreale, dove nessuno era preparato – né, evidentemente, autorizzato a dissentire. E non finisce qui. Il tecnico del tavolo ha illustrato il cronoprogramma intervenendo via computer portatile. L’audio del suo intervento veniva trasmesso tramite un microfono rivolto verso una cassa gracchiante… Nessuna connessione diretta, nessuna presentazione chiara. Alcuni sindaci e delegati hanno tentato di intervenire, sottolineando giustamente l’assurdità del metodo e la totale impreparazione forzata in cui si sono trovati. Ma altri, addirittura, ignoravano la scadenza di legge del 31 dicembre 2025 per la conclusione del processo di costituzione del gestore unico. Eppure il cronoprogramma presentato dal tecnico parlava chiaramente del marzo 2026 come termine. Come è possibile? Chi tutela la legalità? Chi garantisce il rispetto della volontà popolare?». Ancora i Cinque Stelle: «L’impressione che se ne ricava è amarissima: c’è chi rema contro il gestore unico, perché teme di perdere poltrone, consulenze, ruoli dirigenziali. Le fusioni fanno paura non per motivi tecnici, ma perché potrebbero ridurre i centri di potere, i privilegi costruiti negli anni. I dipendenti verrebbero mantenuti – come è giusto – ma le dirigenze e le consulenze superflue sarebbero drasticamente ridimensionate. È forse questa la vera ragione delle resistenze? Altro che acqua pubblica: qui si pensa solo all’acqua che bagna il proprio giardino. E così, ancora una volta, il tema centrale – l’acqua come bene comune, universale e inalienabile – viene messo da parte. A favore del solito teatrino italiano fatto di rinvii, furbizie, opacità, giochi di potere. Un insulto a quel referendum del 2011 in cui la maggioranza dei cittadini italiani ha detto chiaramente no alla privatizzazione dell’acqua. Un affronto a chi ogni giorno paga tariffe sempre più alte per un servizio spesso inefficiente. Il Movimento 5 Stelle denuncia con forza questa situazione, pretende trasparenza, legalità e rispetto per i cittadini. La costruzione del gestore unico dev’essere fatta nei tempi previsti dalla legge, con piena condivisione e partecipazione dei rappresentanti democratici, non decisa da pochi tecnici chiusi nelle stanze del potere».
Infine Rifondazione comunista con una nota a firma di Gianmarco Mereu: « Ciò che è accaduto durante la seduta odierna dell’Aaato3 è scandaloso: vengono a mancare i pareri dei consulenti in un momento cruciale ed in cui l’errore anche più piccolo comporta il naufragio d’ogni speranza della cittadinanza di vedere l’acqua in mano pubblica. È inaccettabile che tre minuti prima della seduta si trasmettano degli atti così importanti, ancor più che le scadenze proposte superino i limiti imposti dalla legge… Come anche il presidente Gentilucci ha rilevato, oggi è venuto a mancare il rispetto fra le parti, visto che si è scelto di ritardare l’invio di documenti che avrebbero permesso una più celere, corposa, ampia discussione sui provvedimenti da prendere per la fusione in SI Marche delle società facenti parte di Aato3. ..abbiamo sempre attaccato le reiterate lungaggini e vagheggiamenti di tecnici e amministratori. Concordiamo sul fatto che debba essere fatta chiarezza su quali tendenze muovono i fili in questa battaglia sotterranea che ora emerge nella sua più farsesca guisa».
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