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Giro di droga da oltre 5 milioni,
colpo allo spaccio in provincia:
eseguite 19 misure cautelari

INDAGINE LOS POLLOS - L'indagine è nata da Cingoli e da un sospetto giro di persone intorno ad una casa che poi si è scoperto essere una centrale dello spaccio. La droga (per lo più hashish e marijuana) arrivava da Roma (4 le persone della capitale indagate). Tredici persone sono finite in carcere, due ai domiciliari, per 3 obbligo di dimora e per una obbligo di firma. Le persone finite nell'inchiesta vivono a Cingoli (otto), Jesi, Filottrano, Treia, Monte San Giusto, Appignano, Santa Maria Nuova

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L'operazione dei carabinieri
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L’operazione dei carabinieri all’alba

di Gianluca Ginella

Stroncato un grosso traffico di droga in provincia capace di muovere sul mercato stupefacenti per un valore di 5,4 milioni di euro: diciannove le misure cautelari che la procura di Macerata ha chiesto e ottenuto dal Gip e che sono state eseguite tra la nostra provincia e quelle di Ancona e Roma. In tutto sono 15 gli arresti (13 in carcere e due ai domiciliari) a cui si aggiungono tre persone sottoposte a obbligo di dimora e una con l’obbligo di firma.

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Il colonnello Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei carabinieri

I 19 indagati compaiono a vario titolo nell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata, coordinata dal sostituto Enrico Barbieri, che mirava a risalire la filiera dello spaccio di droga (hashish e marijuana soprattutto ma anche cocaina) andando a cercare fornitori e corrieri.

Una lunga indagine che ha consentito anche di cristallizzare l’acquisto di diversi chili di droga dai fornitori e anche singole cessioni di stupefacenti ai clienti. I fatti sono avvenuti in diversi comuni, principalmente a Cingoli, Jesi e Filottrano. Coinvolte diverse persone di Roma, città da cui arrivava la droga (e parecchia) con destinazione le campagne di Cingoli.

«Anche questa operazione dimostra l’importanza straordinaria delle stazioni carabinieri e del suo ruolo centrale che hanno – ha sottolineato il colonnello Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei carabinieri -. Propri0 dalla conoscenza approfondita del territorio da parte della stazione di Cingoli è stato possibile arrivare al risultato ottenuto oggi. Mi preme inoltre  evidenziare l’impegno del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata in questa indagine».

LE MISURE – Tratte le somme dell’indagine, all’alba di oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto operativo di Macerata, col supporto delle Compagnie carabinieri della provincia e dei comandi provinciali di Ancona, Ascoli, Fermo e Roma, dei Nuclei cinofili di Pesaro e Roma Santa Maria di Galeria e del Quinto nucleo elicotteri carabinieri di Pescara, hanno dato esecuzione alle misure cautelari tra le province di Macerata, Ancona e Roma.

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Quattro persone residenti a Roma (città da dove arrivata la droga) sono finite in carcere. Otto le misure per altrettante persone residenti a Cingoli (sei sono andati in carcere, una ai domiciliari e l’ultima ha l’obbligo di firma), due le misure per persone residenti a Jesi (una in carcere e una all’obbligo di dimora). Le altre misure sono per una persona che vive a Filottrano e una che abita a Treia (entrambi in carcere), per una persona di Monte San Giusto (ai domiciliari), per una residente ad Appignano (obbligo di dimora) e per una che vive a Santa Maria Nuova (obbligo di dimora).

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Il procuratore Giovanni Fabrizio Narbone

LE INDAGINI – I carabinieri del Roni del Reparto operativo di Macerata (guidato dal colonnello Massimiliano Mengasini) si sono messi sotto da settembre 2024 a marzo 2025 per stroncare l’attività di due distinti gruppi criminali composti da giovani di origine nordafricana (quasi tutti nati in Italia a Jesi) e residenti a Cingoli e da italiani residenti nella Capitale che fornivano ingenti quantitativi di droga (hashish e marijuana, episodi che sono stati cristallizzati nelle indagini che hanno “fotografato” sia i rifornimenti, effettuati con corrieri e staffette, sia singole cessioni ai clienti). La droga arrivata dalla Capitale finiva poi sulle piazze dello spaccio nel Maceratese e dell’Anconetano. Secondo gli inquirenti il traffico di droga ha riguardato 385 chili di hashish, 9 chili di cocaina, due chili di marijuana per un valore di mercato di 5,4 milioni di euro.

LOS POLLOS – L’indagine ha preso il nome “Los Pollos” da una chat utilizzata dagli spacciatori per gestire i traffici. Nel corso dei mesi sono stati sequestrati complessivamente 54 chili di hashish (trovati divisi in 752 panetti), 7 etti di marijuana e 50 grammi di cocaina, per un valore sul mercato di circa 670mila euro. Sette le persone che erano state arrestate perché scoperte a spacciare o perché trovate in possesso di droga. Sono state accertate oltre 130 cessioni di droga. Questa mattina a Roma uno degli indagati (raggiunto da una delle misure cautelari in carcere) è stato trovato con in casa 14 chili di hashish e oltre 4 chili di cocaina e ben 348mila euro in contanti (i carabinieri a quel punto lo hanno arrestato anche per la detenzione di questo quantitativo di droga).

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Il pm Enrico Barbieri

IL DOMINO PARTE DA CINGOLI – Tutto è cominciato da Cingoli e da una casa che si trova in una zona di campagna. Nell’abitazione vive un gruppo di giovani di origine nordafricana. Intorno a quella abitazione è stato notato un traffico che non era normale. Perché tante persone andavano proprio lì? I carabinieri hanno deciso di approfondire ed è cominciata una indagine tradizionale fatta di pedinamenti e appostamenti. È così che gli inquirenti hanno compreso il motivo di quel traffico intorno all’abitazione: era diventata una centrale dello spaccio, con clienti del Maceratese e dell’Anconetano.

Queste prime indagini hanno portato, l’8 ottobre dell’anno scorso, all’arresto, a Monte San Giusto, di un 21enne che è stato trovato con 2,5 chili di hashish. Un tassello importante questo per l’indagine che ha consentito agli inquirenti di scoprire che ingenti quantitativi di droga arrivavano da Roma e con cadenza precisa: ogni 10 o 15 giorni lo stupefacente, portato da corrieri, finiva ai nordafricani che vivono a Cingoli. Questi poi nascondevano la droga in luoghi sicuri e iniziavano lo smercio agli spacciatori delle province di Macerata e Ancona.

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Questo secondo step dell’indagine ha consentito di individuare una fitta rete di contatti dei pusher che hanno consentito successivi arresti e sequestri di droga. È il caso di una donna residente a Cingoli, che il 13 novembre dello scorso anno, a Jesi, è stata arrestata mentre trasportava sei chili di hashish. Il giorno dopo, a Camerino, i carabinieri hanno sequestrato altri 200 grammi di hashish e denunciato due giovani. A quel punto il domino era iniziato e i carabinieri hanno proseguito con le indagini e gli arresti accertando numerosi episodi di acquisto, trasporto, detenzione e cessione di ingenti quantitativi di droga.

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Il colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo di Macerata

Il 25 novembre a Filottrano, altri due arresti. I carabinieri del Nucleo investigativo di Macerata hanno arrestato un giovane ghanese residente a Filottrano e una donna residente a Roma che era arrivata in zona per trasportare droga dalla Capitale. Sono stati sequestrati 610 panetti di hashish del peso di oltre 30 chili, più di 200 grammi di marijuana, 50 grammi di cocaina e 24mila euro ritenuti provento dello spaccio.

E il domino è continuato: qualche giorno dopo, in una frazione del comune di Cingoli, i carabinieri hanno intercettato un’auto con a bordo un uomo residente a Roma. A bordo aveva 14 chili di hashish, circa 500 grammi di marijuana e 4 grammi di cocaina. Anche lui è stato arrestato. E si torna a Cingoli: il 4 dicembre nella frazione Grottaccia, i carabinieri hanno fermato un’auto con a bordo due giovani, un marocchino e un ucraino residenti al Balcone delle Marche. Cosa c’era a bordo? 715 grammi di hashish: pure loro sono stati arrestati.

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Oggi il colpo finale (anche se le indagini proseguiranno): cento militari si sono messi in azione per eseguire le misure cautelari legate ad una corposa indagine che puntava a smantellare il rifornimento di droga in provincia. Il passo successivo insomma, chi c’era sopra agli spacciatori, chi la smerciava ai pusher e il suo canale di rifornimento. Stavolta la strada portava a Roma.  

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