«Nelle Marche il 7% degli anziani
non si cura per costi e tempi d’attesa:
va rafforzata la medicina territoriale»

MACERATA - Incontro della Cna sull'assistenza socio sanitaria. In regione ci sono 75mila pensionati non autosufficienti

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«Nelle Marche ci sono 75mila anziani over 65 anni, il 19% del totale, non autosufficienti. L’assistenza domiciliare è soprattutto infermieristica e a chiamata, i servizi residenziali e semi-residenziali sono costosi e con lunghe liste di attesa e manca un reale coordinamento tra i vari strumenti esistenti», così Federica Carosi segretaria di Cna pensionati Macerata che ha evidenziato alcuni dei problemi che ci sono in regione legati ai servizi socio-sanitari per anziani oggetto di un incontro organizzato ieri da Cna pensionati Macerata alla biblioteca Mozzi Borgetti. Nell’incontro il segretario Cna Pensionati Marche, Sergio Giacchi ha presentato i risultati del sondaggio: «il 7,7% degli anziani delle Marche rinuncia a curarsi per i costi del privato e i tempi troppo lunghi del pubblico. Urgente rafforzare la medicina territoriale». 

Numerosi i partecipanti, è stato anche presentato il Report Marche, elaborato nell’ambito dell’indagine nazionale Cna Pensionati in collaborazione con l’Istituto Tagliacarne.

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Ha aperto i lavori Maurizio Tritarelli, presidente Cna Macerata, sottolineando come «la Cna sta investendo in modo deciso nell’area sociale, consapevole che il benessere di un territorio si misura anche da quanto riesce a prendersi cura delle sue persone. La Cna è e vuole essere presidio sociale oltre che economico».

È poi intervenuto Giancarlo Sperindio, presidente Cna Pensionati Marche, che ha ricordato l’impegno del Coordinamento unitario pensionati del lavoro autonomo (Cupla) nel promuovere eventi di sensibilizzazione su temi sociali cruciali per le comunità locali e per i pensionati.

Federica Carosi, segretaria Cna pensionati Macerata, ha fatto il punto della situazione: «Nelle Marche 75mila anziani over 65 non sono autosufficienti, pari al 19,3% del totale. Queste persone hanno bisogno di servizi continuativi, integrati, di una rete che le sostenga davvero. Oggi però l’assistenza domiciliare è soprattutto infermieristica, a chiamata e non costante. I servizi residenziali e semi-residenziali sono costosi e con lunghe liste d’attesa, e manca un reale coordinamento tra i vari strumenti esistenti. Il disegno di legge del 2023 puntava proprio all’integrazione, ma i decreti attuativi del 2024 ne hanno ridotto la portata. Gli strumenti quindi ci sarebbero e basterebbe farli funzionare: è necessario attivare davvero i Punti unici di accesso (Pua), con un ruolo centrale e imprescindibile che va riconosciuto ai medici di famiglia».

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Il segretario Cna Pensionati Marche, Sergio Giacchi ha presentato i risultati del sondaggio Cna ottenuto con 600 questionari raccolti in regione: «Per la quasi totalità degli intervistati, il medico di famiglia resta il riferimento centrale; è visto come amico, confidente, figura rassicurante. Tuttavia, emergono criticità evidenti: il 7,7% degli anziani rinuncia a curarsi per i costi del privato e i tempi troppo lunghi del pubblico. Più della metà del campione non conosce strutture come le case o gli ospedali di comunità, e oltre il 70% chiede una riduzione delle liste d’attesa. È urgente rafforzare la medicina territoriale. Mancano oltre 2.200 professionisti per attuare pienamente il piano sanitario regionale».

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Al centro Anna Menghi, a destra Romano Carancini

Sauro Buongarzone, dell’Ordine dei medici, ha posto l’accento sul tema demografico: «Nel 1943 nascevano in Italia 890mila bambini, oggi solo 386mila. Il sistema sanitario pubblico si è impoverito da quando è stato aziendalizzato nel 1992». La consigliera regionale Anna Menghi: «Servono soluzioni complesse per problemi complessi. Il vero ostacolo oggi è la burocrazia. A Macerata partirà a settembre la sperimentazione della nuova legge sulla disabilità, che mette finalmente la persona al centro». Romano Carancini, consigliere regionale, ha ribadito la centralità delle risorse: «Siamo passati da 119 a 136 miliardi per la sanità, ma con l’inflazione in realtà abbiamo meno risorse. Occorre spostare le risorse dall’ospedale ad una sanità territoriale. L’Asur andava riformata, ma dividerla in 7 aziende è stata una scelta sbagliata: si doveva ragionare per funzioni, non per geografia».

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Mario Pagani

Ha chiuso i lavori Mario Pagani, segretario nazionale Cna Pensionati, con un invito alla responsabilità collettiva: «Il tema della sanità e della non autosufficienza riguarda tutti, non solo gli anziani. Il prossimo 30 settembre presenteremo uno studio di Marcello Morciano dell’Università di Modena, per analizzare criticità e soluzioni del welfare. Il nostro è l’unico sindacato che ha promosso un’indagine sul tema del Patto per la non autosufficienza, che oggi raccoglie 43 organizzazioni. La sostenibilità del sistema passa per tre priorità: universalità, territorialità, corresponsabilità di tutti».



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