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«Cure eccellenti e parole di conforto
in una fase difficile della mia vita»

MACERATA - Una paziente ha deciso di ringraziare il personale del reparto di Gastroenterologia dell'ospedale del capoluogo dove è stata ricoverata a Pasqua: «A chi oggi sta affrontando la malattia, dico: non siete soli. Anche nella notte più lunga, c’è sempre una luce che attende di farsi vedere»

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Ospedale_AST_Macerata_FF-28-650x488«In una fase difficile della mia vita, ho trovato non solo cure mediche eccellenti, ma anche parole di conforto, pazienza, empatia. Il mio più sincero grazie al reparto di Gastroenterologia di Macerata». Daniela Marieta V., che vive a Montecassiano, in una lettera ha dedicato un pensiero a chi l’ha assistita all’ospedale di Macerata durante una malattia.

«Giorni di Pasqua. Giorni di festa e di rinascita. Tempo di celebrazioni e speranza. Ma il male non festeggia – scrive Daniela Marieta -. Il male non conosce calendario, non chiede permesso e non guarda in faccia nessuno. Arriva, si fa strada nel corpo, scuote l’anima e ferma il tempo. Sono stati quei giorni di festa in cui la malattia ha preso in mano il mio corpo fragile. Eppure, anche in quel momento sospeso, intriso di dolore e attesa, dalla finestra della mia stanza d’ospedale ho visto il sole sorgere. Un attimo di silenziosa bellezza, mentre dentro di me si combatteva una battaglia che non avevo scelto. Ho scattato una foto, e poi un’altra, e un’altra ancora. Forse era il mio modo di dire grazie alla vita, che resiste, che si fa spazio anche nella fragilità». Poi si rivolge a chi l’ha curata: «Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario dell’ospedale di Macerata per le cure, l’attenzione e il calore umano che mi sono stati dedicati durante il mio ricovero nel reparto di Gastroenterologia. Un ringraziamento speciale ai medici Carlo Guidarelli, Silvia Taffetani e Matteo Alessandri, che con grande professionalità, competenza e sensibilità mi hanno seguita e curata lungo tutto il mio percorso. Un grazie sentito anche al mio medico di base, Emanuele Mandolini, che con costanza, attenzione e dedizione continua a seguirci con cura.

Un pensiero riconoscente va anche alla caposala Flavia Fattore e a tutto il personale infermieristico del reparto: ogni giorno ho potuto contare sulla vostra disponibilità e gentilezza – qualità che fanno davvero la differenza per chi attraversa un momento di vulnerabilità. In una fase difficile della mia vita, ho trovato non solo cure mediche eccellenti, ma anche parole di conforto, pazienza, empatia. Ogni gesto, ogni sorriso, ogni sguardo comprensivo ha illuminato il mio cammino verso la guarigione. A chi oggi sta affrontando la malattia, dico: non siete soli. Anche nella notte più lunga, c’è sempre una luce che attende di farsi vedere. Che sia un sorriso, una parola gentile o il sole che sorge al mattino, fuori da una finestra d’ospedale. Grazie a chi c’era: ai gesti gentili, agli sguardi attenti, ai tantissimi messaggi affettuosi, alla mia famiglia, e a due persone speciali con cui si condivideva la giornata. E grazie a quell’alba. E lei che mi ha ricordato che ogni giorno può essere un nuovo inizio».



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