Cosmari, scontro tra sindaci:
«Discarica? La politica non è ferma»

IL NODO DEI RIFIUTI - Dodici amministratori di centrodestra rispondono ai colleghi che avevano criticato alcune scelte relative alla gestione dei rifiuti: «Siamo aperti al confronto, non si faccia campagna elettorale»

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La sede del Cosmari

Botta e risposta tra sindaci sul futuro del Cosmari. Dopo le critiche sulla riorganizzazione della gestione dei rifiuti attuata dall’azienda, mosse da dieci sindaci del Maceratese, ora arriva la replica dei colleghi di centrodestra. A firmare il documento questa volta sono Sandro Parcaroli (Macerata), Fabrizio Ciarapica (Civitanova), Emanuele Pepa (Recanati), Noemi Tartabini (Potenza Picena), Patrizio Leonelli (Castelraimondo), Vincenzo Felicioli (Fiuminata e consigliere provinciale con delega all’ambiente), Andrea Staffolani (Morrovalle), Denis Cingolani (Matelica), Luigino Bartocci (Esanatoglia), Giuliana Giampaoli (Corridonia), Fabio Fantegrossi (Sarnano), Sandro Botticelli (Gagliole).

«A detta di alcuni sindaci firmatari di un documento apparso sulla stampa nei giorni scorsi – esordiscono -, che parla tra l’altro della volontà di rompere un accordo di gestione unitaria, si accusa il centrodestra di non averli coinvolti in merito alle decisioni fondamentali riguardo il futuro del Cosmari, ma così non è». 

Ed entrano nel merito dei temi tirati in ballo dai dieci sindaci: «Riguardo la sperimentazione avviata dal Comune di Macerata su Corneto, è stata deliberata dall’Ata 3 e il gestore ne ha dato seguito, applicando le indicazioni dei sindaci che, a maggioranza, hanno votato il progetto, perché ricordiamo che solo due Comuni (Monte San Giusto e Treia) hanno votato negativamente, mentre altri si sono astenuti. Ora sono in corso le verifiche sull’andamento della sperimentazione e il Cosmari valuterà la giusta strada da percorrere per addivenire a un unico sistema d’ambito, anche misto, che possa permettere il raggiungimento dei risultati di tariffazione puntuale pianificati».

Relativamente alla realizzazione dell’impianto di recupero pannolini finanziato dal Pnrr, «non solo questo Cda ma anche quello precedente, che annoverava le forze politiche di centrosinistra, ha valutato l’impianto come antieconomico e irrealizzabile. In relazione, poi, alla rinuncia ai 10 milioni di euro del Pnrr per l’impianto, all’assemblea dei sindaci è stata portata un’accurata analisi economica dei costi di processo da cui si evince una perdita di quasi 100 euro a tonnellata, a cui oltretutto vanno aggiunti i costi per la raccolta dedicata e degli scarti, vanificando in tal modo in poco tempo i vantaggi dei fondi acquisiti. Ricordiamo, tra l’altro, che all’interno del Cda del Cosmari c’erano due posti liberi che, al momento dell’insediamento, erano stati proposti al centrosinistra, che non ritenne opportuno occuparli». 

Per quanto riguarda, invece, la realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica «non c’è alcuna “sorprendente decisione della Provincia” che ha dovuto emettere un provvedimento di archiviazione, così come previsto dalla legge, in quanto in precedenza il Cosmari non aveva adempiuto al completamento della documentazione richiesta. Quello che appare sorprendente è che la critica arrivi da parte di sindaci (anche da parte di chi ha ricoperto un ruolo istituzionale nell’ambito del Comitato di controllo) che ben dovrebbero conoscere l’attività che veniva svolta nel Cosmari».

Parlando della realizzazione della nuova discarica, invece, «la partita è complessa – secondo i primi cittadini di centrodestra – e si sta trascinando da diversi anni. Non è vero che c’è immobilismo da parte della politica, in quanto l’Ata al suo insediamento ha ereditato una scelta tra ben 84 siti possibili, che sono stati poi scremati a 35 nel giro di appena tre mesi (luglio – novembre 2024) e su questi i consulenti dell’Autorità stanno lavorando. Il percorso è  lungo e difficile, anche perché ci sono ricorsi da parte di Comuni, privati e Comitati. Ricordiamo, poi, che il deposito del progetto in Azienda è anche condizione, unitamente all’avviata Vas e all’approvazione del documento di scoping, relativa alla individuazione dei siti per la discarica comprensoriale, per poter concludere l’accordo tra Ata 3, Ata 2 e Asa, quest’ultima proprietaria della discarica di Corinaldo dove poter abbancare lì i nostri rifiuti, a un prezzo inferiore. Questo accordo con l’Ata 2 è fondamentale poiché potremo usufruire, fino al 30 giugno 2025, dell’abbancamento dei rifiuti del maceratese nella discarica di Tavullia. Contestualmente è in corso la progettazione della terza vasca della discarica di Cingoli, che sta portando avanti il Cosmari. Tutto questo lo ricordiamo ai cittadini, ma forse anche a qualche sindaco smemorato che queste cose le sa perfettamente, avendo partecipato alle assemblee dell’Ata».

Infine, nell’ultima assemblea del Cda del Cosmari, «l’azienda ha ricevuto, dalla maggioranza dei soci presenti, il mandato di redigere un piano industriale a lungo termine, legandone la sorte alla contestuale richiesta da inoltrare all’Ata 3 per una proroga subitanea del contratto di sevizio scadente nel 2029, possibilmente per un termine abbastanza lungo. La possibilità di avere in mano un solido piano industriale, unito al fattore tempo, è indispensabile per poter produrre nuovi investimenti, in maniera tale da poter mantenere l’in house providing e far sì che il Cosmari resti saldamente in mano pubbliche».

Quindi l’affondo finale: «Rinnoviamo  l’invito ai sindaci firmatari del documento pubblicato nei giorni scorsi a poter discutere di questi temi nelle sedi istituzionali opportune e non farne motivo di campagna elettorale, perché i cittadini hanno bisogno di risposte e non di chiacchiere. Da parte nostra c’è sempre la massima apertura al confronto e al dialogo».     

 

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