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La foto e un antico biglietto del soldato:
il viaggio dei discendenti a Macerata
per conoscere la famiglia che lo salvò

MEMORIA - Un militare inglese fuggì dal campo di concentramento di Sforzacosta e venne aiutato dalla famiglia di Giuseppe Moretti. A ricreare il contatto, a distanza di 80 anni, sono stati Giovanni Cartechini e la ricercatrice britannica Janet Kinrade Dethick

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Il soldato inglese e la famiglia Moretti all’epoca

di Marco Pagliariccio

Sembra che l’interesse per il fu campo di concentramento di Sforzacosta sia maggiore in Inghilterra che a Macerata e dintorni. Mentre la struttura è finita di fatto nel dimenticatoio per qualsivoglia progetto di recupero (d’altronde, la proprietà dell’area è privata e quindi le amministrazioni pubbliche poco possono fare per intervenire), continuano visite e ricerche dalla terra d’Albione.

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Un biglietto dove il soldato appuntò l’indirizzo dei suoi benefattori

A raccontarlo è Giovanni Cartechini, ex consigliere di circoscrizione e da sempre attentissimo alle vicende che riguardano la storia della frazione. «Sono stato contattato da Janet Kinrade Dethick, la scrittrice inglese con cui sono in contatto da tempo e che ci aveva fatto visita un anno e mezzo fa – racconta Cartechini – mi ha fatto sapere che la famiglia di un soldato inglese che è stato prigioniero nel campo verrà a settembre per visitare lo stesso e Macerata e vorrebbe, se fosse possibile, avere informazioni sui discendenti di una famiglia maceratese di Madonna del Monte che lo aiutò dopo che era scappato. La famiglia era quella di Giuseppe Moretti. A settembre, poi, cercheremo di organizzare un incontro pubblico a Sforzacosta anche per accogliere i parenti del soldato che verranno a visitare i luoghi».

Oggi la struttura che fu campo di concentramento è diviso tra due proprietà, entrambe private. Una, quella più interna, pressoché in disuso dopo che negli anni aveva ospitato una fabbrica di scarpe, ma anche negozi e ristoranti. L’altra, quella sul lato nord che si affaccia lungo Borgo Sforzacosta, è invece quella dove trovano posto attività commerciali come la Macelleria del Borgo, il pub Tipsy e altre ancora. Il campo di però ha una storia ancora antecedente a quella della Seconda Guerra Mondiale: era nato infatti con scopi agricoli, era un luogo adibito a magazzini per l’uva, il tabacco e altri prodotti. Nel 1940 fu trasformato, come altri capannoni e complessi della zona, in campo per internare principalmente i prigionieri di guerra inglesi. Dopo l’8 settembre 1943, però, si susseguirono mesi convulsi, con prima il liberi tutti e quindi l’arrivo dei tedeschi, che ripresero ad usarlo, tra alterne vicende, fino al giugno 1944, quando l’avanzata del fronte angloamericano costrinse i tedeschi allo sgombero. Come detto, nel Dopoguerra l’area fu acquistata da un privato e così nelle baracche, al posto di guardie e prigionieri, arrivarono gli operai di una fabbrica di scarpe, che rimase attiva fino al 1987.

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