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Gestore unico del servizio idrico,
il Pd: «Concessionaria? Una scatola vuota.
Non si capisce come liquidano il privato»

ACQUA - La replica dei Dem maceratesi al presidente Alessandro Gentilucci: «Reclama un risultato tutto ancora da realizzare. L'assessore regionale all'ambiente non ha mai avuto competenze dirette sulla gestione del servizio. La responsabilità delle scelte è dell’assemblea dei sindaci»

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La riunione in Aato3 (a sinistra Alessandro Gentilucci)

di Luca Patrassi

Sanità, rifiuti, acqua. Andata e ritorno. Le polemiche non cessano sui vari fronti ed oggi è la federazione provinciale del Pd – con una nota a firma di Andrea Gentili e di Mario Iesari – ad intervenire sul tema del gestore unico del servizio idrico integrato in Aato 3. «Non dovrebbe essere stato un periodo facile – osservano Gentili e Iesari per i Dem maceratesi – per il presidente dell’Aato 3, l’assemblea dei sindaci che governano il servizio idrico integrato della provincia di Macerata. Le insoddisfazioni e gli scontri fra gli alleati politici, le giustificate ed inevitabili contestazioni delle opposizioni, addirittura uno sciopero in piazza dei sindacati.

Qualcosa andava fatto e dopo anni di impasse, sembra ora emergere una soluzione per la gestione unica del servizio idrico integrato della provincia di Macerata. Un bel sospiro di sollievo per il presidente Gentilucci che si è lasciato sfuggire uno sfogo, probabilmente causato dalla frustrazione accumulata, reclamando un risultato tutto ancora da realizzare e assegnando responsabilità, diciamo almeno discutibili».

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Andrea Gentili

La soluzione ipotizzata: «Ma andiamo con ordine – continuano Gentili e Iesari -. Quale soluzione abbiamo di fronte per la costituzione di un gestore unico e pubblico del servizio idrico integrato per la provincia di Macerata? A nostro parere, quello che emerge dalle ricostruzioni giornalistiche sembra in realtà una elusione della normativa nazionale: le tre concessionarie si riducono effettivamente ad una che continua ad essere però una “scatola vuota” perché le sei società operative restano invariate, lasciando irrisolti i problemi di gestione, investimenti e manutenzione che la normativa nazionale impone di superare. E questo, a ben vedere dal punto di vista di cittadini, è il punto “critico” per giudicare la bontà del delicato passaggio perché riguarda in maniera decisiva i costi e la qualità del servizio erogato».

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Mario Iesari

La questione del socio privato nell’analisi del Pd maceratese: «Ma, ammesso e non concesso, che questa possa essere considerata una soluzione applicabile restano tuttavia due nodi critici: la liquidazione del socio privato di Astea, società di gestione del servizio per alcuni comuni come Recanati ed Osimo, e la richiesta di una doppia proroga delle concessioni. Nel primo caso, non è scontato che si trovi un accordo perché il socio privato potrebbe avere tutto l’interesse a precipitare la situazione verso un bando di gara, né è chiaro come reperire le risorse per il riacquisto delle quote che dovrebbe pesare sui conti dei comuni direttamente coinvolti.

Nel secondo, una proroga richiede una motivazione solida, altrimenti rischia di essere contestata anche questa da soggetti che hanno l’interesse di giungere al bando di gara, specialmente considerando che per rendere operativa la soluzione servirebbero quasi tre anni. Un tempo che dimostra chiaramente come la soluzione prospettata sia arrivata fuori tempo massimo e sia tutt’altro che definita».

L’attacco politico: «Chiudiamo – osservano infine Gentili e Iesari – queste considerazioni, che speriamo possano favorire un approccio più riflessivo al Presidente dell’Aato3, con una chiosa sulle sue valutazioni circa le responsabilità di quanto accaduto fino ad ora in questo tormentato processo. Il presidente Gentilucci ha infatti attribuito responsabilità all’ex assessore regionale all’Ambiente , accusandolo di aver ritardato volutamente il processo per fini politici. Tuttavia, questa carica non ha mai avuto competenze dirette sulla gestione del servizio idrico, come dimostra il fatto che l’attuale assessore regionale all’Ambiente non sia mai stato chiamato in causa  per la vicenda negli ultimi cinque anni. La responsabilità delle scelte spetta, come tutti sappiamo, all’assemblea dei sindaci, almeno il 70% appartenenti al centro destra, che controllano le società idriche e devono garantire un servizio efficiente e sostenibile ai cittadini. E questi sindaci hanno eletto un presidente per aiutarli a trovare le giuste risposte».

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