Corteo degli studenti per la Palestina
in una Macerata blindata (Foto)
«Unimc ha optato per il silenzio»

LA MANIFESTAZIONE organizzata dal collettivo Depangher ha raccolto qualche centinaio di persone oggi pomeriggio. Protesta dura ai piedi del Rettorato, ma situazione tenuta sotto stretta osservazione dalle forze dell'ordine, che hanno serrato ogni varco lungo il percorso. Chiuse in anticipo anche le facoltà: «L'università si chiude a riccio e fa finta di non vedere: noi stiamo con gli oppressi»

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La manifestazione davanti al Rettorato

di Marco Pagliariccio (Foto di Fabio Falcioni)

Quattro ragazzi col capo chino e un fumogeno rosso in mano, inginocchiati davanti allo striscione appeso sul palazzo del Rettorato, a Macerata, a sbarrare l’accesso agli ascensori, che recita a caratteri cubitali “Per il vostro silenzio, per la vostra complicità: Nessun perdono”. È l’immagine più forte della manifestazione pro-Palestina (e Libano) organizzata dal collettivo studentesco Depangher, ma che ha visto sfilare al suo interno anche altre realtà, dai Centri sociali Marche alle sigle dell’estrema sinistra come Giovani comunisti, Rifondazione comunista e Unione popolare.

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C’erano però soprattutto gli studenti universitari tra coloro che, partendo dai Cancelli (dove hanno appeso un lungo striscione con scritto “Free Palestine”), hanno sfilato lungo le vie del centro storico per sostenere la causa anti israeliana. Erano un centinaio alla partenza, intorno alle 19. Ma lungo il cammino, cadenzato dal coro “Free free Palestine” e slogan affini, il corteo ha ingrossato progressivamente le fila.

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La “sosta” in piazza Cesare Battisti

Cammino lungo il quale i manifestanti hanno trovato un centro storico blindato e non è un eufemismo. Polizia in tenuta antisommossa, Guardia di finanza, Polizia locale, tutti schierati in campo a sorvegliare ogni varco lungo il serpentone che da piazza Annessione è risalito verso il cuore del borgo antico.

Palestina-Manifestazione_FF-9-650x434Ascensori chiusi, impossibile passare non solo in auto ma anche a piedi se non per comprovate necessità durante il passaggio dei manifestanti: obiettivo prevenire qualsiasi intemperanza o magari occupazioni come quella che si era verificata lo scorso maggio alla facoltà di Filosofia. E anche Unimc ha voluto prevenire stavolta, chiudendo con largo anticipo tutti i suoi locali sin dalla metà del pomeriggio. Eccessivo? Facile dirlo col senno di poi, ad ogni modo il corteo si è svolto in maniera pacifica e senza disordini con diverse tappe. La prima in piazza Cesare Battisti, la seconda, come detto, davanti a un Rettorato blindato (con la Polizia a sbarrare l’accesso con una camionetta e con decine di agenti pronti a intervenire in caso di necessità) e poi il ritrovo finale in piazza Vittorio Veneto.

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Lo striscione affisso ai Cancelli

La critica forte che gli studenti del collettivo fanno a Unimc, infatti, è sempre la stessa da un anno a questa parte: quella di continuare a collaborare con le sue omologhe israeliane.

Palestina-Manifestazione_FF-12-650x434«Continuano a collaborare con gente che manda i propri studenti a combattere contro un popolo che resiste – ha detto al megafono uno dei manifestanti all’arrivo davanti al Rettorato – noi non abbiamo alcun dubbio su che parte stare, se dalla parte dell’oppresso o dell’oppressore. Noi stiamo con chi resiste, con chi lancia le pietre non con chi lancia i missili con i soldi degli americani. E anche oggi la nostra università, davanti a un corteo con centinaia di persone, non ha risposto. Ha optato per il silenzio, chiudendo le facoltà senza preavviso e senza motivazione, la biblioteca chiusa a chi voleva andare a studiare, senza che ce ne fosse motivo. Questo è il comportamento delle istituzioni di questa città e di questo Paese. Scelgono di chiudersi in palazzi da miliardari scortati dalla polizia. Noi stiamo con la Palestina, loro stanno con degli assassini. Ma anche se stanno chiusi nei palazzi, ormai sanno che sono una minoranza, sanno che le piazze sono con noi e con la Palestina».

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