Società fantasma sfruttate dai soci della holding come bancomat per acquistare auto di lusso, quadri, mobili: la Guardia di finanza recupera 17 milioni di euro. E’ l’esito dell’inchiesta conclusa dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Macerata.
L’indagine è partita nel 2023 e ha preso di mira la complessa riorganizzazione societaria di una holding. I militari hanno passato al setaccio i bilanci di più annualità e la copiosa documentazione amministrativo-contabile delle imprese collegate. L’operazione della holding era un “scissione di sola cassa” posta in essere dalla capogruppo a favore di numerose società beneficiarie, in completo regime di neutralità fiscale, come previsto dalle norme. In pratica, le società beneficiarie, strumentalmente costituite allo scopo di sfruttare la normativa prevista in materia di holding, avrebbero dovuto realmente avviare un’attività imprenditoriale finalizzata all’impiego delle somme pervenute con la scissione di cassa, attraverso l’acquisizione di partecipazioni finanziarie, di beni immobili, di investimenti concreti e, comunque, di utilizzo della liquidità in forme idonee a svolgere effettivamente una reale attività d’impresa. Invece, gli approfondimenti svolti dai militari operanti hanno permesso di accertare che le società beneficiarie erano dei meri “contenitori patrimoniali”, prive di vitalità operativa e venivano utilizzate dai singoli soci quali bancomat personali per sostenere rilevanti spese extra-imprenditoriali (acquisto di quadri di valore, autovetture di lusso, immobili di pregio), così da permettere il pieno ed incondizionato godimento della soldi acquisti senza pagare le tasse.
Il sistema, secondo le indagini, sarebbe di fatto servito a trasferire gli utili in capo ai singoli soci (persone fisiche mascherate dietro le società beneficiarie appositamente create), alla stregua di una mera distribuzione di dividendi, in aggiramento della normativa fiscale, consentendo agli stessi di realizzare un notevole ed effettivo risparmio sulle imposte. Al termine dell’accertamento, i responsabili si sono avvalsi del ravvedimento operoso e hanno versato nelle casse dell’Erario 17 milioni.
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Visto che 17 milioni di euro sono l’ammontare delle sole imposte (evase), quale sarà mai il valore dei beni acquisiti?