Riunione dell’Aato3
«La guerra sull’acqua pubblica è solo uno specchietto per le allodole. Iren deve essere fuori dai giochi». Così i gruppi Macerata interno e Macerata costa del Movimento 5 Stelle. «La proposta di Sandro Parcaroli, che ha trovato il favore della maggioranza dei comuni con le municipalizzate operanti nel settore, come ribadiamo ad alta voce, è fattibile se Astea conferisce il ramo d’azienda. Il privato, secondo norma non può esserci. Siamo di fronte a una vera e propria guerra tra bande. Bande di destra chiaramente. Ed entrambe vogliono scaricare l’eventuale colpa della perdita dell’acqua pubblica sull’altra. Tutto per un tornaconto politico-elettorale».
I grillini proseguono: «Il presidente dell’Aato 3, Alessandro Gentilucci, se n’è uscito affermando di aver sempre sostenuto la tesi di Agcom. Ma con quale coraggio ora parla? Lui che, insieme al sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, aveva proposto un’impossibile serie di passaggi che, seppur corretti dal punto di vista ideale, per le tempistiche a disposizione, non avrebbero mai potuto essere attuati, con la conseguente vendita all’asta della nostra risorsa primaria. L’unica soluzione possibile con i tempi che abbiamo a disposizione è andare avanti con la proposta Parcaroli, con Astea (al cui interno c’è un socio privato) che ceda al nuovo Consorzio il ramo d’azienda che si occuperà dell’acqua oppure crei una nuova società a capitale esclusivamente pubblico, con questo ramo d’azienda.
Un’altra possibilità è che i sindaci del consorzio Cma srl non rinnovino la concessione ad Astea che scadrà nel giugno 2025, senza pagare un soldo ad Iren. Infine – concludono – non possiamo far cadere nel dimenticatoio il comportamento di tutti quei sindaci della provincia che hanno dato credito e seguito a consulenti di parte che non hanno alcun interesse a far sì che l’acqua rimanga pubblica».
«Rifiuti e acqua, no ai privati: Apm gioiello di famiglia e il Cosmari non si tocca»
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Ma questi sarebbero gli apritori di scatolette di tonno?
E quest’altri sarebbero i difensori della Repubblica italiana fondata sul lavoro con scrupolosa osservanza della Costituzione? Non vogliono capire che per concorrere tutti alle spese pubbliche come sancisce l’art. 53 Cost. Tutti hanno diritto a un lavoro che sia redditizio per lo Stato e non alle politiche incostituzionali di chi da circa ottant’anni sgoverna il Paese. Secondo il dettato costituzionale, gli italiani dovrebbero pagare una sola tassa quella sul reddito da lavoro, pagarla tutti e con aliquote crescenti, più guadagni più paghi, più paghi e più ai diritto ad una vita migliore. Tutte le imposte sulla proprietà privata legittima sono incostituzionali e vistosamente mafiose. I nostri sgovernanti: invece di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale li moltiplicano, che, limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica economica e sociale del Paese. Art. 3 Cost. Se per dimostrare la truffa della bolletta dell’acqua bisogna appellarsi alla Carta Costituzionale: significa che il nostro è un paese irrecuperabile e che nessuno ha il diritto di lamentela su nessuna cosa. Abbiamo non altro: che il Paese che siamo stati capaci di costruire.