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Accoltellato mentre addestra i cani,
il pm: «Quel colpo lo poteva uccidere»
Rinviato a giudizio l’assalitore

PIEVE TORINA - Il ferito è un 46enne di Fiuminata che oggi si è costituito parte civile. L'imputato lo aveva colpito con un coltello pattada, deve rispondere di tentato omicidio. La procura ha fatto svolgere una consulenza medico legale: «Sono rimasti indenni per puro caso polmone, vasi arteriosi e venosi»

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carabinieri-archivio-arkiv-cc-2-650x513di Gianluca Ginella

Accoltellato mentre stava addestrando i cani a Pieve Torina, l’assalitore è stato rinviato a giudizio per tentato omicidio. L’udienza si è svolta questa mattina davanti al gup Giovanni Manzoni del tribunale di Macerata. Sotto accusa il 63enne Giancarlo Ricottini, di Pieve Torina. L’uomo è imputato per un fatto avvenuto lo scorso 11 aprile. Quel giorno ha sferrato una coltellata ad un 46enne di Fiuminata, colpendolo alla schiena. In seguito a questo episodio il 63enne era stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio. Oggi per quei fatti avvenuti in località Fiume di Pieve Torina si è svolta l’udienza preliminare.

Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Vincenzo Carusi, quel giorno Ricottini ha agito «per futili motivi legati ad un banale diverbio». Un diverbio nato dal fatto che il 46enne era andato ad addestrare due cani da caccia insieme a due amici e al figlio.

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Il pm Vincenzo Carusi

Ad un certo punto è arrivato il 63enne, che è proprietario del terreno su cui il 46enne stava facendo addestrare i cani e che fa parte della riserva di caccia (quindi avevano il permesso per entrare su quei terreni). Era nato un diverbio e quando il 46enne era di spalle, ricostruisce l’accusa, Ricottini ha tirato fuori un coltello pattada (che di solito viene usato dagli agricoltori per lavori in campagna) e con questo ha tirato un fendente alla schiena del 46enne.

«Un singolo colpo – dice l’accusa – tale da causare lesioni idonee a provocarne la morte». L’uomo, prosegue l’accusa, se l’era cavata «per il pronto intervento delle altre persone presenti, che inducevano l’aggressore ad allontanarsi dal luogo».

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L’avvocato Paolo Rossi

La procura ha fatto svolgere una perizia medico legale ad un proprio consulente, il medico Fabio Frascarelli Gervasi. Da questa «Emerge che il fendente, vibrato con notevole violenza mentre la parte offesa, girata di spalle, si stava allontanando, perforava il gilet tecnico antistrappo e una maglietta di cotone (indossati dal 46enne, ndr) prima di penetrare nella parte posteriore dell’emitorace sinistro». Quel colpo, prosegue l’accusa, ha lasciato indenni «per puro caso, polmone, vasi arteriosi e venosi, la cui lesione avrebbe potuto determinare la morte rapida per choc emorragico». Oggi il 46enne si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Paolo Rossi. L’imputato è assistito dagli avvocati Calore Talluto e Margherita Turchetti. Il processo per far luce sui fatti avvenuti lo scorso 11 aprile si aprirà il 14 gennaio.

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